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 2008  marzo 13 Giovedì calendario

Il cliente n.9 mi piace molto. La Stampa 13 marzo 2008. Minuziose trattative su quanto pagare, lunghe telefonate per concordare la logistica dell’incontro e maniere gentili con le squillo, a parte il disaccordo sull’uso del preservativo: è il ritratto di Eliot Spitzer che emerge dalle 47 pagine di verbali dell’inchiesta sull’Emperors Club redatte dall’agente speciale Fbi Kenneth Hosey che La Stampa ha avuto modo di consultare

Il cliente n.9 mi piace molto. La Stampa 13 marzo 2008. Minuziose trattative su quanto pagare, lunghe telefonate per concordare la logistica dell’incontro e maniere gentili con le squillo, a parte il disaccordo sull’uso del preservativo: è il ritratto di Eliot Spitzer che emerge dalle 47 pagine di verbali dell’inchiesta sull’Emperors Club redatte dall’agente speciale Fbi Kenneth Hosey che La Stampa ha avuto modo di consultare. E’ il capitolo «B», da pagina 26 a 31, che ricostruisce quanto avvenuto prima e durante l’incontro del 13 febbraio fra Spitzer e la squillo «Kristen» nella stanza 871 dell’hotel Mayflower di Washington. Tutto inizia l’11 febbraio quando Temeka Rachelle, che raccoglie le prenotazioni dei clienti, manda un sms a Cecil Suwal, responsabile degli appuntamenti delle squillo, per farle sapere che «il cliente n.9 ha depositato ieri il pacco (i soldi, ndt) e l’appuntamento è per mercoledì». L’indomani Rachelle chiama «Kristen»: «Puoi essere sul treno per Washington domani alle 17.39?». «Sì» è la risposta. Ma qualcosa è andato storto e poche ore dopo Rachelle chiama il «cliente n.9» - nome in codice di Spitzer - per lamentarsi: «Il pacco non è arrivato, ha messo il mittente sulla busta?». «Non c’è mittente, è tutto ok come in passato», risponde l’allora governatore, chiedendo l’appuntamento «per domani fra le 21 e le 22». Ma i soldi ancora non sono arrivati e Mark Brener, titolare dell’agenzia, si consulta con Rachelle e Suwal. «Nessun appuntamento domani se la situazione non è risolta», è il messaggio che Rachelle recapita senza troppi complimenti al politico più potente di New York mentre con una telefonata avverte «Kristen»: «Tieniti pronta». Alle 3 del pomeriggio del 13 febbraio il «cliente n.9» freme, teme che tutto salti e chiama Rachelle: «Avete il pacco?». La conferma arriva alle 16.18, a poco più di un’ora dalla partenza del treno. «Kristen» sale su un taxi per Penn Station e solo quando è seduta sul treno Rachelle dice a Spitzer il nome della squillo. Appena sente dire «Kristen», il cliente vip esulta con un «Great, okay, wonderful» (Grande, ok, bellissimo) ma poi chiede che gli vengano rammentate le caratteristiche della ragazza «E’ un’americana, piccolina, brunetta molto carina, alta 1,65 metri, pesa 52 kg». A questo punto inizia la trattativa sui soldi che lui darà a lei. Spitzer ha un credito con la Emperors Club, Rachelle parte chiedendo «più di 1500» e arriva fino a «2600» ma Spitzer rilancia: «3600, così me ne restano 1000 da spendere la prossima volta». Affare fatto. Mentre il treno con a bordo «Kristen» va verso New York le telefonate fra Rachelle e Spitzer si moltiplicano: dopo aver concordato i soldi, si affronta la logistica. E’ il «cliente n.9» che assicura il pagamento di «taxi, hotel e minibar» e dà i dettagli di un piano preparato con cura al Mayflower: «Stanza 871, la porta sembrerà chiusa ma in realtà è accostata, basta spingerla». Alle 21.32 la «brunetta» è nella camera, chiama Rachelle per dirglielo e le viene detto: «Mandaci un sms quando lui arriva, le 4 ore partiranno da quel momento, chiamaci poi quando se ne va». Da quel momento fino a mezzanotte Spitzer e «Kristen» fanno sesso e quando tutto è finito, alle 00.02, la squillo chiama Rachelle per fare rapporto: «E’ uscito, l’appuntamento è andato molto bene, mi ha lasciato 4300 dollari... direi che mi è piaciuto... non è stato proprio difficile». La manager teme che la ragazza abbia preso una sbandata. «Kristen» la rassicura: «Lasciamo stare, sono qui per un motivo, so bene di che si tratta, non sono imbecille». Rachelle vuole sapere se Spitzer ha chiesto di fare sesso senza preservativo: «Mi hanno detto che chiede cose basiche che potrebbero non essere sicure». Ma «Kristen» fa capire, tradendo soffisfazione, di essere riuscita a convincerlo di indossarlo: «So come gestire queste cose, semplicemente gli ho detto ”amico, vuoi davvero fare sesso con me?”». Le due donne terminano la conversazione con i dettagli sul viaggio di ritorno e la divisione dei soldi. La descrizione del «cliente n. 9» intercettata dall’Fbi coincide con quella consegnata agli schermi della tv Abc da un’altra squillo, «Sienna», che andava con Spitzer quando era il «Mr Clean» di New York, l’integerrimo procuratore anti-corruzione. «Era molto gentile nei modi, lasciava laute mance», ha detto «Sienna», spiegando che «non faceva niente di sporco» e «teneva molto alla pulizia». Insomma, un ottimo cliente. Ma a differenza di «Sienna», «Kristen» era gestita da una società di escort per vip, che offriva servizi assai sofisticati. Come avvenuto ad esempio il 2 febbraio con un altro cliente che chiese, e ottenne, «ragazze multiple per ore multiple a Miami». Quando Rachelle chiese dettagli, si sentì dire: «Tre o quattro ragazze, ognuna per almeno 4 ore». Maurizio Molinari