La Stampa 13 marzo 2008, Francesco Totti, 13 marzo 2008
Francesco Totti. La Stampa 13 marzo 2008. So’ romano e me ne vanto Stavolta mica l’ho detto io, l’hanno detto gli inglesi
Francesco Totti. La Stampa 13 marzo 2008. So’ romano e me ne vanto Stavolta mica l’ho detto io, l’hanno detto gli inglesi. Un sondaggio del loro più importante sito di turismo ha stabilito che la cosa più bella e affascinante dell’Italia siamo noi romani. E a questo punto: romani devo scriverlo con la R maiuscola? Insomma, primi in classifica. Per me non è mica una sorpresa, anche se vengo guardato in uno strano modo quando parlo dell’orgoglio che si prova nell’essere romano. Essere orgoglioso di quell’ironia, quella battuta sempre pronta, quella caciara che possiamo improvvisare nei momenti più impensati. Orgoglioso della capacità di non prendersi troppo sul serio, della simpatia immediata che ispiriamo al primo incontro. Non meravigliatevi se, cafoni o no, sappiamo conquistarvi. Ne ho visti tanti convertirsi dall’oggi al domani. Potrei raccontarvi di compagni di squadra a Roma e in Nazionale che dopo pochi raduni hanno cominciato a usare frasi de noantri: «sei un pischello», «se vedemo dopo». Con le pronunce e gli effetti più strani: pensate a un brasiliano o un francese che grida «arjpiate». E’ così da sempre: il Colosseo, San Pietro, il Ponentino… la carbonara, la trippa, la coda alla vaccinara... Giulio Cesare, Augusto, Anna Magnani, Sordi, Bruno Conti, Amendola e i Cesaroni della Garbatella. Siamo sempre stati primi, fatece largo. E se l’hanno capito pure in Inghilterra allora vuol dire che non è una delle mie barzellette. Francesco Totti