Il Manifesto 13 marzo 2008, ALESSANDRA CARBONI, 13 marzo 2008
La carica degli anti-Google. Il Manifesto 13 marzo 2008. Chi lo ha detto che i motori più popolari del web sono i migliori amici dell’internauta che ricerca informazioni nell’internet? Diciamolo, la questione delle parole chiave - del doversi sforzare di usare il lessico esatto evitando termini troppo generici - può non essere così scontata ed elementare per tutti
La carica degli anti-Google. Il Manifesto 13 marzo 2008. Chi lo ha detto che i motori più popolari del web sono i migliori amici dell’internauta che ricerca informazioni nell’internet? Diciamolo, la questione delle parole chiave - del doversi sforzare di usare il lessico esatto evitando termini troppo generici - può non essere così scontata ed elementare per tutti. Certo i sistemi tradizionali sono i più famosi, i più usati, forse ancora i più «intelligenti», però non sono gli unici. Proprio in questi giorni sulle pagine di AltSearchEngines.com è comparsa la classifica dei 100 migliori motori di ricerca alternativi, un lungo elenco di indirizzi web che a detta degli autori rappresenta solo una piccola parte del mondo della ricerca online. Ma da cosa è costituita questa grande nicchia, messa in ombra dai grandi protagonisti del settore? La ricerca è verticale Esistono da sempre i motori specializzati, che trattano un argomento specifico e che su quello focalizzano l’indagine, ma recentemente questi search engine, che chiamiamo tematici, si sono moltiplicati. Corrispondono a siti che aiutano gli utenti a rintracciare cose o servizi molto specifici, che indicizzano pagine web contenenti solo informazioni inerenti quella specifica fetta dell’universo, sia essa la salute, lo sport, i viaggi o la musica. E così chi cerca informazioni religiose si può rivolgere a SpiritualSearch.it, chi invece vuole frugare tra contenuti multimediali può chiedere aiuto a Everyzing.com, mentre se quel che si desidera è una persona in particolare, allora Spock.com è l’indirizzo giusto. Se poi si desidera trovare un casolare nella campagna inglese, è assai probabile che un motore specializzato in viaggi e vacanze, come WhatsOnWhen.com - la guida per il viaggiatore globale - possa soddisfare più esaurientemente e rapidamente le necessità dell’internauta turista. I motori tematici offrono link a contenuti rilevanti ed essenziali, risultati che sui motori tradizionali è più difficile trovare. Suggerimenti da chi naviga Vi è poi il mondo dei motori sociali, basato sull’interazione degli utenti. Sono questi, infatti, la vera benzina di tale sistema: tramite le keyword utilizzate e la condivisione (attraverso bookmark, tag, o raccomandazioni) di determinati contenuti all’interno di un dato network, gli utenti stabiliscono la rilevanza dei risultati. Il motore sociale non funziona (solo) sulla base di un algoritmo, ma si fonda sul giudizio e sul contributo degli internauti. In pratica, le persone aiutano altre persone a trovare ciò che cercano. La ricerca collaborativa è alla base di Mahalo.com, Delver.com o 50matches.com, che pescano i risultati da pagine web che gli utenti hanno votato o inserito nei propri bookmark. Se lanciamo una ricerca su Google utilizzando la parola «Microsoft» otteniamo una pagina piena di link che portano a indirizzi ufficiali del colosso del software; ma se la stessa ricerca viene effettuata su 50matches.com il primo dei risultati corrisponde a un sito di «hoax» (in inglese, imbrogli) in cui sono descritti tre trucchetti che consentono di scoprire alcune stranezze di Windows. Un esempio? Se si crea, salva e chiude un file con estensione .txt contenente solo la frase «Bush hid the facts» (Bush ha nascosto i fatti), quando lo si riaprire ci si accorge che il testo è stato sostituito con una serie di cubetti. Evidentemente, per gli utenti che l’hanno raccomandata, la pagina web in questione è più significativa della pagina del Download Center di Microsoft. A domanda rispondo Si torna poi al significato puro delle cose, anzi, delle parole, con i motori semantici, o presunti tali, quelli in grado di estrarre il significato dai termini utilizzati per la ricerca. Questi search engine possono essere interrogati con vere e proprie domande, a cui dovrebbero fornire la risposta corretta. Un esempio: chiedendo ad Askwiki.com - motore semantico che effettua ricerche sull’universo di Wikipedia - «what is an avatar?» (cos’è un avatar?) otteniamo un’unica risposta in cui ci viene raccontata l’origine hindu del termine avatar, riferito all’incarnazione di un’entità divina. Ma se posta ad Hakia.com, altro motore semantico, la stessa domanda ci restituisce una serie di indirizzi che portano a pagine che parlano di alter ego digitali. In entrambi i casi, risposte corrette, ma parziali. ALESSANDRA CARBONI