Paolo Conti, Corriere della Sera 13/3/2008, pagina 14., 13 marzo 2008
Ferrara e il fronte anti-lista. Corriere della Sera, giovedì 13 marzo «Lassù qualcuno (non) ci ama», titolava ieri uno degli editoriali firmati Elefantino Rosso su «Il foglio»
Ferrara e il fronte anti-lista. Corriere della Sera, giovedì 13 marzo «Lassù qualcuno (non) ci ama», titolava ieri uno degli editoriali firmati Elefantino Rosso su «Il foglio». La risposta era dedicata a Giorgio Vittadini, creatore del braccio economico della fraternità di Comunione e Liberazione, e ai suoi interventi contro la lista «Aborto: no grazie ». Ma un titolo così potrebbe andar bene per i tanti attacchi ricevuti da Giuliano negli ultimi giorni da vecchi amici. Prima l’addio alla candidatura di Luigi Amicone, collaboratore de «Il foglio», dopo il comunicato di Cl che invitava a «non disperdere il voto per non aggiungere confusione a confusione». Poi gli interventi di Vittadini, in particolare un passaggio sul pezzo di Primo piano su «Tracce» del mese di marzo: «Sono da evitare in politica atteggiamenti utopici e massimalisti, anche se mossi da principi giusti, e dispersioni di voti, anche se in nome di una teorica difesa dei principi cattolici». Vittadini era stato ancora più chiaro in un’intervista a «Il gazzettino »: «I temi etici come l’aborto devono essere parte della campagna elettorale ma vanno affrontati con senso di responsabilità. Facendo una lista ad hoc si finisce per permettere agli estremisti che non amano la vita di venire allo scoperto». Domani, venerdì, uscirà il libro Sellerio «Contro Giuliano» di Adriano Sofri, altra firma de «Il foglio», cento pagine polemiche sull’aborto. E venerdì 21 «Panorama» già si sa che ospiterà un’intervista al direttore de «L’osservatore romano», Gian Maria Vian, anche lui critico sulla lista voluta da Giuliano Ferrara ed ex collaboratore del quotidiano dell’Elefantino Rosso. E cosa pensa l’interessato di tante contestazioni? Ferrara comincia da Adriano Sofri: «Il suo non è un attacco ma una lettera d’amore. Prende sul serio le mie idee e le discute dal punto di vista opposto. Io gli risponderò a rate con un lungo testo intitolato "Per Adriano"». In quanto a Comunione e Liberazione, agli insistiti distinguo che vengono da quel mondo? «Penso abbiano il pieno diritto di chiedere di votare per i propri candidati nel Popolo della Libertà. Poi deciderà la base degli elettori, don Giussani ci ha insegnato cosa sia la libertà ». Deluso? «Io non cerco alcuna omologazione né pretendo che la si pensi come me per forza. Io resto della mia opinione. Cioè che un miliardo di aborti in trent’anni siano troppi e che la macchina per il maltrattamento della vita abbia compiuto troppe vittime. Se non se ne convincono, aspetterò che accada». Non potrebbe accadere il contrario? «Io non mi convincerò mai che nel mondo tutto va bene e che la vita umana sia oggi ritenuta un bene prezioso ». Ha visto Ferrara, è in vista anche un’intervista di Gian Maria Vian contro la sua lista. Non la preoccupa la presa di distanza dell’«Osservatore romano»? «C’è pieno diritto di esprimere riserve sulla mia lista. Sono però contento delle testimonianze di simpatia per le mie idee, non tanto per la lista, del cardinal Ruini e di tanti piccoli preti di campagna e di borgata. Sono onorato per l’adesione del cardinal Antonio Canizares Llovera, primate di Spagna. Vorrà dire che a elezioni finite mi trasferirò a Toledo, nella sua città. E magari mi presenterò alle Cortes...» Paolo Conti