Alberto d’Argenio, la Repubblica 13/3/2008, 13 marzo 2008
BRUXELLES
Cade il governo e si preparano le elezioni, ma il caso Autostrade - almeno a Bruxelles - continua ad essere incandescente. Il perché è semplice: dopo avere subito una procedura di infrazione Ue, minacce di condanna definitiva e un´infinità di lettere sulla mancata fusione tra Autostrade (oggi Atlantia) e Abertis, l´Italia non ha ancora modificato le regole sulle concessioni che hanno mandato all´aria il matrimonio italo-spagnolo. Ecco perché ieri il direttore generale del Commissario Ue al Mercato interno, Charlie McCreevy, ha scritto alle nostre autorità chiedendo di spiegare perché non abbiano fatto nulla nonostante le rassicurazioni «di Prodi in persona».
La missiva, due paginette in italiano, è molto dura nei confronti del premier uscente: in dicembre - ricorda Bruxelles - McCreevy ha scritto a Di Pietro esprimendo «la sua preoccupazione per la mancata attuazione degli impegni assunti dal governo al fine di porre rimedio alle incompatibilità (delle norme italiane, ndr) con il diritto comunitario». Una violazione delle regole Ue che Roma deve sanare eliminando la possibilità «da parte dello Stato di modificare in via unilaterale le convenzioni quali concluse per quanto riguarda il regime tariffario», e ciò per tutta la loro durata. Insomma, l´Italia deve assicurare che le regole non possano essere cambiate in corsa in modo da garantire certezza giuridica per gli investitori, anche quelli stranieri. E proprio per questo da mesi Bruxelles chiede anche di «modificare» l´ex articolo 12, diventato celebre ai tempi del progetto Auto-Abertis, in modo da eliminare dalla legge 286 ogni «dubbio o ambiguità».
Ebbene, è la sconsolata conclusione dell´Ue, «dopo tre mesi la situazione resta molto preoccupante», visto che all´ultimo minuto la presidenza del Consiglio ha cancellato dal decreto Milleproroghe, da poco convertito in legge, il provvedimento che se adottato avrebbe «soddisfatto» le richieste Ue. Fatto «ancora più sorprendente - denuncia Bruxelles - se si ricorda che Prodi in persona, con una lettera del 12 ottobre 2007, aveva inviato alla Commissione il testo della Convenzione unica» riconoscendo che il suo regime tariffario era equilibrato e che, essendo il frutto di una intesa consensuale tra le parti, garantiva piena certezza sulle regole del gioco, «condizione essenziale per attrarre risorse finanziarie private nel settore».
Alla luce di queste considerazioni, conclude McCreevy, «la situazione sembra sempre più confusa e preoccupante», con una soluzione «sempre più lontana». Ragion per cui Bruxelles invita l´Italia a indicare «con la massima sollecitudine» se intenda «mantenere gli impegni assunti».
Una vera e propria tirata d´orecchie che potrebbe complicarsi ulteriormente: a Bruxelles, infatti, non si esclude che Abertis possa tornare alla carica con il commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes, che a suo tempo aveva già messo l´Italia nel mirino per il naufragio della fusione, fronte ancora aperto. Gli spagnoli potrebbero chiedere la condanna definitiva di Roma, un passo non da poco visto che non hanno mai affermato esplicitamente di voler rinunciare al risarcimento danni da parte dell´Italia.