La Stampa 11 marzo 2008, Augusto Minzolini, 11 marzo 2008
«...Basta un candidato sbagliato per scendere nei sondaggi e una battuta ad effetto per risalire anche se tutti gli studi dimostrano che la gente è stufa, che del 25% di indecisi il 18% ha già deciso di disertare le urne
«...Basta un candidato sbagliato per scendere nei sondaggi e una battuta ad effetto per risalire anche se tutti gli studi dimostrano che la gente è stufa, che del 25% di indecisi il 18% ha già deciso di disertare le urne. E da una settimana all’altra le tendenze cambiano, segno della confusione che regna nell’elettorato. Certo la differenza tra la coalizione che sostiene Berlusconi e quella di Veltroni si aggira sempre tra il 9-10% (il 9,4% per l’esattezza secondo i sondaggi del Cavaliere). Solo che il Pd, sempre nei dati che sono sulla scrivania del leader del centro-destra, ha recuperato la flessione della scorsa settimana (è salito di un punto e adesso è al 33,5%) riprendendo quello che aveva perso nei confronti di Casini (la costituente di centro è tornata al 5,1%) e rosicchiando ancora qualcosa alla sinistra di Bertinotti (la sinistra è scesa al 6,8%). Alla Camera il Pdl (ora al 39,6%) ha perso invece un mezzo punto a favore della Lega. Mentre al Senato i due maggiori partiti - grazie al voto disgiunto - hanno percentuali superiori: il Pdl ha il 41,4% mentre il Pd il 34%. Visto che nell’opinione pubblica ormai si è fatta avanti la convinzione che questa è la battaglia decisiva, nelle intenzioni di voto per Palazzo Madama si accentua il processo di polarizzazione verso i grandi. Naturalmente questi alti e bassi rendono ancora più difficile prevedere cosa succederà al Senato: il Cavaliere è sicuro di strappare una buona maggioranza («almeno quindici senatori»); Veltroni è tornato a sperare («non so se riusciremo a pareggiare al Senato, ma ormai un buon risultato, un 35-36%, è a portata di mano»). Entrambi, quindi, sono convinti di farcela. Motivo? L’ottimismo è d’obbligo in campagna elettorale...» (Minzolini).