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 2008  marzo 02 Domenica calendario

Lotteria-Senato, per il Pdl decisive Liguria e Marche. Il Sole 24 ore 2 marzo 2008. Nelle elezioni del 2006 al Senato nelle 17 regioni in cui era in palio il premio di maggioranza la Cdl aveva ottenuto 152 seggi contro i 147 dell’Unione

Lotteria-Senato, per il Pdl decisive Liguria e Marche. Il Sole 24 ore 2 marzo 2008. Nelle elezioni del 2006 al Senato nelle 17 regioni in cui era in palio il premio di maggioranza la Cdl aveva ottenuto 152 seggi contro i 147 dell’Unione. Sommati a questi i seggi della Valle d’Aosta, del Molise e del Trentino Alto Adige era ancora in vantaggio (155 a 154). Aveva anche avuto più voti dell’Unione. Si sa poi come è andata a finire. A causa dell’errore di presentare troppe liste nella circoscrizione estero la Cdl prese solo un seggio in questa arena e così l’Unione ottenne 158 seggi totali contro 156 e un indipendente (Pallaro). Il risultato è stato un governo zoppo. La cosa si potrebbe ripetere anche questa volta e senza errori "tecnici" da parte del Pdl. In un precedente articolo (si veda il «Sole-24 Ore» del 26 febbraio) abbiamo messo in luce i fattori che anche questa volta potrebbero portare a un esito simile. In sintesi, la presenza di diverse liste fuori dai due poli principali, Pd-Idv e Pdl-Lega, cambia la natura della competizione mettendo ancor più a rischio il conseguimento di una vera maggioranza al Senato. La tabella in pagina mette a fuoco uno dei problemi di fondo. Nel 2006 il centro-sinistra si presentava unito sotto il simbolo dell’Unione. Questo presentava per la Cdl un grande vantaggio: nelle regioni in cui l’Unione vinceva il premio la Cdl non doveva spartire con nessuno i seggi restanti. Il 13 Aprile non sarà così. Le conseguenze per il Pdl potrebbero essere pesanti. Le colonne C e D della tabella fanno vedere la distribuzione dei seggi nel 2006. Una distribuzione perfettamente bipolare visto che al di fuori di Unione e Cdl nessuna formazione ha ottenuto seggi. Il buon risultato della Cdl fu dovuto anche a questo. La colonna E fa vedere cosa sarebbe successo nel 2006 se la Sinistra si fosse presentata fuori dall’Unione in Toscana, Emilia, Umbria e Basilicata. In questo caso abbiamo sottratto dal totale dei voti dell’Unione i voti di Prc, Verdi e Comunisti Italiani e abbiamo ricalcolato l’assegnazione dei seggi. Con gli stessi voti la Cdl avrebbe ottenuto complessivamente 6 seggi in meno proprio perché in queste regioni in cui l’Unione ha vinto la Cdl avrebbe dovuto dividere con la Sinistra i seggi assegnati ai perdenti. Va da sé che se effettivamente l’Unione si fosse presentata divisa nel 2006 la Cdl avrebbe vinto il premio in regioni in cui non è in realtà successo. Ma questo esercizio tende a mettere in luce un elemento sottovalutato del sistema elettorale del Senato. Il risultato finale non dipende solo da quante regioni si vincono ma anche da come si perde nelle regioni in cui vincono gli altri. Trasferendo questo ragionamento dal 2006 al 2008 la colonna F descrive uno scenario preoccupante per Berlusconi. Vincendo in 11 regioni su 17 (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna), con un seggio oltre il premio in Lombardia (27 invece di 26), vincendo 2 seggi in Trentino Alto Adige, vincendo 4 seggi all’estero (rispetto a 1 nel 2006) la sua coalizione avrebbe al Senato 159 seggi su 315, cioè un seggio sopra la maggioranza. In questo scenario basterebbe che il Pd vincesse in Calabria e non ci sarebbe maggioranza. Ma potrebbe non finire così. Berlusconi può vincere bene (169 seggi o più, colonna G) ma per farlo deve riuscire a ottenere seggi oltre il premio in Lombardia (2), Veneto(1) e Sicilia (1) e deve vincere il premio anche in Liguria e Marche lasciando al Pd la vittoria solo in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Basilicata. Ce la farà in una competizione che oltre alla Sinistra e ai Socialisti vede in campo anche l’Udc-Rosa e la Destra? Potrebbe farcela se avrà un buon risultato in voti e se Sinistra, Udc-Rosa e Destra resteranno sotto la soglia dell’8% in molte regioni. Se ce la farà avrà risparmiato al Paese una grave crisi istituzionale in un momento molto difficile e avrà consolidato il bipolarismo italiano dando un contributo decisivo alla formazione di un grande partito della destra italiana. In caso contrario, ci aspetta una grande incertezza e forse una grande coalizione con nuove elezioni a distanza ravvicinata. E tutto questo per una legge elettorale sbagliata che una classe politica irresponsabile prima ha approvato con leggerezza e poi non ha voluto correggere in tempo. così che il governo del Paese è stato affidato a una lotteria che per di più potrebbe non avere un vincitore. Roberto D’Alimonte