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 2008  marzo 05 Mercoledì calendario

Il ritorno delle classi miste. Il Giornale 5 marzo 2008. «Effetto tossico». Così lo ha chiamato lo psicologo americano Leonard Sax, autore di Boys Ad rift, libro in cui spiega nel dettaglio perché le classi miste costringerebbero i maschi ad apprendere più lentamente e ad avere risultati peggiori delle femmine

Il ritorno delle classi miste. Il Giornale 5 marzo 2008. «Effetto tossico». Così lo ha chiamato lo psicologo americano Leonard Sax, autore di Boys Ad rift, libro in cui spiega nel dettaglio perché le classi miste costringerebbero i maschi ad apprendere più lentamente e ad avere risultati peggiori delle femmine. E il mondo pedagogico anglosassone, che da sempre porta nel Dna delle scuole private le classi separate, ha drizzato le orecchie e ha cominciato a pensare che tenere ragazzi e ragazze insieme in aula non sia una buona idea nemmeno nelle scuole pubbliche. I dati sono stupefacenti: il 25% degli adolescenti maschi in Inghilterra nel 2006 non ha avuto una buona pagella secondaria e i maschi si sono rivelati quattro volte più soggetti delle compagne a espulsione. Il fenomeno è esploso sul New York Times, che titolava appunto «Maschi e femmine separati a scuola?». Ma le lezioni del dottor Sax imperversano da tempo sui tabloid inglesi e americani, nei ministeri e nelle scuole. Solo nel 2007 ha tenuto oltre 50 seminari sulla differenza di apprendimento trai due sessi. Secondo Sax, fondatore della National Association for Single Sex Public Education americana, le scuole pubbliche devono riconsiderare le classi separate. «Non c’è da meravigliarsi che i maschi siano demotivati e disinteressati in classe. I cervelli dei due sessi sono diversi», afferma. I maschi ad esempio non ci sentono bene come le ragazze. Perciò necessitano di insegnanti maschi con la voce alta e che si muovano per la classe. Lo sguardo maschile poi risponde meglio a stimoli direzionali e cinetici, quello delle ragazze a colori e sfondi. Lo psicologo ha visitato oltre 200 scuole per scrivere il suo saggio e ha concluso che le classi miste favorirebbero comportamenti poco mascolini, come stare sempre seduti, zitti e buoni, comportamento tipico delle femmine, mentre i maschi hanno bisogno di muoversi per «trovare il proprio passo». Altro che deficit di attenzione. Nel 2006 un diciassettenne del Massachusetts ha fatto causa al Dipartimento dell’educazione americano, lamentandosi che la sua scuola discriminasse gli studenti maschi. Ha perso, ma ha ottenuto il sostegno dell’opinione pubblica e della stampa e il Dipartimento ha semplificato le procedure per la creazione di classi e scuole separate. In Florida hanno già provato a sperimentare i metodi di Sax con insegnanti addestrati alle differenze tra i cervelli dei due sessi: il rendimento dei ragazzi messi in classi separate e «liberi di muoversi» è aumentato del 30%. Molti psicologi inoltre concordano con Sax che dal senso di fallimento instillato loro durante le classi inferiori molti ragazzi non guariscono più. Mentre le fem- mine si avviano all’università con «sono una vincente» scritto in fronte grazie ai loro successi scolastici. Stefania Vitulli