Liberazione 5 marzo 2008, Beatrice Macchia, 5 marzo 2008
Un milione di cocainomani nel 2010. Liberazione 5 marzo 2008. Un milione di "cocainomani" entro il 2010: grosso modo il 3% degli italiani compresi tra i 15 ed i 54 anni
Un milione di cocainomani nel 2010. Liberazione 5 marzo 2008. Un milione di "cocainomani" entro il 2010: grosso modo il 3% degli italiani compresi tra i 15 ed i 54 anni. Sono le fosche previsioni del gruppo di lavoro di esperti che domani farà il punto all’Università cattolica di Milano con il convegno "L’altra faccia della coca". Non solo numeri però. Gli esperti propongono anche un profilo, un modello del consumatore medio. E in questo senso non mancano le sorprese. Se fino a ieri il paradigma del consumatore era il «vip, amante della discoteca», oggi si profila un nuovo consumatore: «Trentenne amante dello sport, lavoratore precario, free lance o libero professionista e consapevole degli effetti causati dall’uso della cocaina». In ogni caso, entro il 2010, secondo l’Osservatorio del dipartimento dipendenze patologiche dell’Asl di Milano, il consumo di coca registrerà un incremento pari al 40%, e il numero degli italiani consumatori sarà compreso tra gli 800 mila e il milione e 100 mila individui (circa il 3% della popolazione italiana tra i 15 e i 54 anni). Secondo gli esperti dell’ateneo milanese, anche il profilo psicologico del consumatore di cocaina sta cambiando nel tempo. Poi le domande, perché i giovani consumano sempre più spesso cocaina? «A 23, 25, 27 anni si sniffa per gioco, per stare con gli amici, perchè è di moda - sottolinea Gilli - E si tratta di giovani sportivi che frequentano non solo discoteche, ma anche palestre e piscine». A coordinare i lavori saranno padre Giordano Rigamonti e Fabio Sbattella, docente di psicologia dello sviluppo alla Cattolica di Milano e coordinatore del master in "Interventi relazionali in contesti di emergenza", continua la nota. «Il problema della coca è devastante in alcuni Paesi del mondo - afferma Sbattella - perché i mercati della droga alimentano la delinquenza organizzata, creano un clima di violenza diffusa e impoveriscono la popolazione. Nel Sud del mondo, e ci riferiamo in particolare a Colombia, Bolivia e Venezuela, il fenomeno è dilagante e si pensa che i veri responsabili siano i Paesi occidentali che, essendo consumatori di coca, alimentano la produzione. Viceversa, nel Nord si crede che la domanda esista proprio perchè c’è l’offerta. I punti di vista sono diversi. Ma resta il fatto che la situazione è sempre più drammatica», conclude. Fin qui gli studi. Per quanto riguarda la cronaca in senso stretto, e i consumi veri, c’è da registrare l’ennesimo arresto di un trentacinquenne catanese "sorpreso" con qualche grammo di hashish che dovrà sottostare ad una serie di gravissime limitazioni alla libertà personale. La legge Fini-Giovanardi «continua a colpire i consumatori e il Pd non se ne preoccupa»: così il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero è il commento della vicenda che, sottolinea Ferrero, «mostra con chiarezza come la legge voluta dalla destra si traduca in una sorta di arresti domiciliari per un semplice consumatore di droga». «Un’indicazione molto chiara - aggiunge - di quale potrà essere l’attitudine della destra italiana se dovesse tornare a governare il Paese: altro che lotta alle narcomafie, per questi signori il problema è punire in ogni modo i consumatori». «In questo contesto - dice ancora l’esponente della Sinistra Arcobaleno - stupisce però come il Partito Democratico non abbia indicato questo tra i temi del proprio programma e non ritenga di dover dire nulla di diverso dalle destra sul tema della droga e del consumo di sostanze. Per chi ha a cuore i diritti e la libertà - conclude - la Fini-Giovanardi resta infatti una legge pericolosa e da cancellare». «Solo di fronte a certi fatti ci si rende conto di quanto sia grave non essere riusciti in questi due anni a cambiare la legge Fini-Giovanardi sulle droghe», ha rincarato il parlamentare di Sinistra Arcobaleno, Giovanni Russo Spena, commentando il decreto emesso dalla questura di Catania nei confronti di un uomo di 35 anni, dipendente di un esercizio commerciale e con precedenti specifici in materia di stupefacenti, sorpreso da agenti della squadra mobile in possesso di una modica quantità di droga per uso personale e sottoposto ad una serie di limitazioni della libertà personale. «Ora quel giovane avrà per due anni l’obbligo di dimora, di firma quotidiana, non potrà guidare, nè far tardi la sera. - ha aggiunto - E’ pazzesco, è una legge che deve essere cambiata». Beatrice Macchia