La Stampa 11 marzo 2008, GIANLUCA PAOLUCCI, 11 marzo 2008
Singapore diventa socio dei Benetton. La Stampa 11 marzo 2008. La trattativa è stata lunga e complessa
Singapore diventa socio dei Benetton. La Stampa 11 marzo 2008. La trattativa è stata lunga e complessa. Ma alla fine l’accordo tra i Benetton e il fondo sovrano di Singapore, Gic, è stato trovato. Per oggi è previsto un nuovo appuntamento in Lussemburgo, dove ha sede Sintonia sa, che salvo sorprese dell’ultimo minuto dovrebbe essere risolutivo. Gic, acronimo di Government of Singapore Investment Corp., entrerà in Sintonia, il veicolo lussemburghese dei Benetton che raccoglie gli investimenti nelle infrastrutture. La quota che finirà a Singapore dovrebbe arrivare fino al 16,6%, per un investimento di circa un miliardo di euro e l’obiettivo di sviluppare le opportunità di business nel Far East. Il fondo, che dovrebbe partecipare all’operazione tramite un veicolo apposito, Elmbridge Investments, che fa capo a Gic Infra Holdings, andrà ad affiancare Goldman Sachs e Mediobanca. I due soci finanziari della famiglia di Ponzano hanno rispettivamente l’11,2% e il 3,7% di Sintonia, ma dovrebbero salire rispettivamente al 16,6% e al 5,5%, partecipando ad un aumento di capitale già avviato nel gennaio scorso, al momento della formalizzazione degli accordi con Goldman e Mediobanca. Sulla base dello statuto di Sintonia, depositato nei giorni scorsi, ai rappresentati di Singapore dovrebbe spettare uno o due posti in consiglio, dove affiancherebbero i tre rappresentanti dei Benetton - tra i quali lo stesso Gilberto - i due di Goldman e il vicedirettore centrale di Mediobanca, Alessandro Bertani. Una volta finalizzata l’operazione, Gic sarà il primo fondo sovrano a mettere un piede nel sistema finanziario italiano. Una presenza indiretta ma non per questo meno rilevante. A Sintonia fa infatti capo una serie di asset di peso, dalle autostrate di Atlantia (il 50,1% di Schemaventotto più un ulteriore 2,8% acquisito in gennaio) fino agli aeroporti di Adr (tramite Investimenti e Infrastrutture) e Sagat (Torino e Firenze). Inoltre, per quanto «impoverito» dagli scossoni della Borsa, a Sintonia fa capo anche l’8,39% di Telco, la holding che detiene a sua volta il 23,6% di Telecom Italia. Le modalità dell’ingresso dovrebbero essere analoghe a quelle già utilizzate dagli altri investitori: in una prima Gic dovrebbe acquistare il 3%, per poi partecipare all’aumento di capitale successivo. Il founding di Sintonia peraltro non dovrebbe essere ancora finito. Il piano dei Benetton è di restare con una quota del 50,1% tramite l’italiana Sintonia spa. E con le quote acquisite dai tre nuovi soci resta ancora fuori una quota di poco superiore al 10%. L’operazione consentirà di dotare la cassaforte di munizioni sufficenti per cercare opportunità di investimento in giro per il mondo. L’ultima assemblea della società, quella che ha segnato l’ingresso di Goldman - tramite il veicolo Sinatra - e di Mediobanca, ha dato mandato ad aumentare il capitale per 776 mila euro nominali in un arco temporale di cinque anni. Ai prezzi pagati da Goldman Sachs - 5009 euro per azione -, equivale a 3,9 miliardi di euro. Il valore complessivo che viene riconosciuto a Sintonia ècosì fissato in un range tra 8 e 10 miliardi euro, come confermano fonti finanziarie. Basandosi ancora sul calcolo dei prezzi pagati da Goldman, si ottieme una volorizzazione della cassaforte di 8,8 miliardi di euro. GIANLUCA PAOLUCCI