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 2008  marzo 11 Martedì calendario

GIUDITTA Pasqualino

GIUDITTA Pasqualino Summonte (Avellino) 8 aprile 1954. Politico. Nel 2006 eletto alla Camera con l’Udeur. «Lo chiama proprio così, ”uno sfizio familiare”. E ribadisce: ”Sfizio, non un’esigenza del partito. La discesa in politica di Sandra crea solo problemi, non ha né l’esperienza né il taglio necessario per fare il presidente del Consiglio regionale della Campania. L’ho dichiarato e mi sono arrivate duemila telefonate di ”finalmente l’hai detto perché è proprio così’”. A casa Mastella adesso arriva anche la guerra interna, si sgretola pure l’immagine, tanto cara a Clemente, della famiglia unita. Lo strale contro la moglie Sandra viene dal più stretto giro dei parenti, addirittura dal cognato e deputato uscente Pasquale Giuditta che ha sposato Antonietta Lonardo, la sorella di Sandra. Sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno Giuditta pianta il seme della discordia: ”Clemente è stato rovinato dalla moglie. Il corto circuito è cominciato da quando lei è scesa in politica”. Passano le ore, ma il passo indietro non arriva. ”Mia cognata non m’inviterà più a casa sua? E beh pazienza, vorrà dire che io non la inviterò più a casa mia”. Quando risponde al telefono l’ex Guardasiglli non ha la voce allegra. ”Giuditta? E che altro ha combinato ancora?”. Una reazione che è tutta un programma. Già [...] quando il cognato aveva raccontato di essere in possesso del ”contratto” stipulato con Berlusconi Mastella aveva tagliato corto: ”Macché, lui non ha un bel niente” (ma lui controbatte: ”Ero presente, c’erano Berlusconi e Letta, il documento ce l’ho, eccome”). Di fronte all’attacco contro la moglie il sempre loquace segretario dell’Udeur si chiude a riccio: ”Un’uscita così non è degna di replica. Io e Sandra non commentiamo. La verità è che alcuni di quelli che stavano intorno a me hanno perso la testa”. Sandra però non si tiene l’offesa: ”Purtroppo non esiste una famiglia in cui tutto è perfetto. Quelle di Giuditta sono reazioni umane sì, ma esagerate. Ma io e Clemente andiamo avanti lo stesso, stiamo con la gente e non con questi quattro deputati che hanno avuto paura”. Paura, ovviamente, di perdere il posto. Dello scranno alla Camera Giuditta non parla neppure. Lui ce l’ha con Clemente per via delle ”scelte politiche”: ”Se uno dice ”i deputati tornano a essere zero’, allora vuol dire che lui è stato il segretario di tanti zero. Capisco le sue difficoltà, ma un leader non butta a mare così tutto il partito e il gruppo parlamentare”. Inutile chiedergli la reazione di Antonietta: ”Mia moglie fa la moglie, la madre, la sorella, mi sta accanto e mi da consigli, ma con umiltà”. Insomma, non come ”quell’altra...”» (Liana Milella, ”la Repubblica” 11/3/2008).