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 2008  marzo 11 Martedì calendario

Teheran, 8000 libri per la moglie abbandonata. La Repubblica 11 marzo 2008. Anche in Iran ci sono donne astute

Teheran, 8000 libri per la moglie abbandonata. La Repubblica 11 marzo 2008. Anche in Iran ci sono donne astute. Forse più che altrove, visto che in persiano la parola per dire inganno e seduzione è una sola, farib, e da essa deriva un nome femminile molto diffuso, Fariba, la seduttiva o l´ingannatrice. Ma è l´oggettiva debolezza che insegna alle donne a difendersi, dice Shirin Ebadi. Una donna in Iran non può chiedere il divorzio alle stesse condizioni di un uomo (che può ottenerlo senza il consenso della moglie), la custodia dei figli spetta sempre al padre (a due anni per il maschio e a sette per la femmina), per andare all´estero deve avere il permesso del marito (o del padre, o del fratello), la sua vita vale la metà di quella di un uomo. L´unica arma che le è consentita è il mehrieh, il denaro, o l´equivalente in beni, che sulla base del diritto islamico l´uomo si impegna a versare alla moglie in qualsiasi momento questa lo richieda. Per le donne è una specie di assicurazione sul futuro, visto che molto spesso vengono abbandonate a favore di seconde o terze mogli. In occasione dell´8 marzo (ancorché non riconosciuto a Teheran) due tribunali iraniani hanno voluto mandare alle donne un messaggio di consolazione. Un giudice di Teheran ha condannato un marito, che aveva abbandonato la moglie per andare a studiare all´estero, a comprarle 8.100 libri, tutti di poesie, secondo il mehrieh concordato. Un mehrieh molto speciale, visto che di solito le ragazze, e per loro le famiglie, chiedono al futuro marito monete d´oro, da un minimo di 20 fino a 2500. Tanti giovani non si sposano perché non hanno i soldi non solo per pagare l´affitto di un appartamento ma anche per il mehrieh. Il matrimonio del fratello di un´amica è andato a monte perché il padre si è rifiutato di pagare le 2000 monete d´oro chieste dalla futura sposa. Nel caso riportato dal giornale Iran, la giovane moglie, figlia di un musicista, era più interessata ai classici che al denaro, e aveva richiesto come mehrieh una intera e raffinata Pléiade della poesia persiana per il costo attuale di 700 milioni di rial, o 50.000 euro. Il giornale non precisa come e se sarà eseguita la sentenza, visto che il marito non si è presentato in udienza e pare sia intenzionato a rimanere all´estero. E´ il secondo caso in pochi giorni, e fa pensare che i tribunali di Teheran vogliano dar corda alla vox populi che comincia a farsi sentire in giro: e che lamenta come le donne stiano diventando il sesso forte, all´università siano la maggioranza, pretendano di fare i capi invece delle segretarie, e soprattutto portino via lavoro ai maschi. Rimandiamole a casa! si sottintende. Il caso precedente riguardava anch´esso un mehrieh molto speciale e molto salato: 124.000 rose rosse, che oggi, grazie all´inflazione intorno al 20 per cento, costano intorno a un euro l´una. Al marito, che aveva detto di poter al massimo inviare alla moglie 5 rose al giorno, il giudice ha messo sotto sequestro l´appartamento (del valore di 50.000 euro) in attesa del pagamento del mehrieh improvvidamente concordato nello slancio romantico prematrimoniale. Non c´è solo la debolezza delle donne, c´è anche quella degli uomini, assicura un famoso intellettuale, direttore di una prestigiosa rivista letteraria, che da qualche anno è costretto a vivere nel retrobottega della redazione perché la bella e giovane moglie gli ha portato via la casa, che era tutto quello che possedeva. Non a caso esiste la parola sansalil, che indica l´uomo oppresso dalla moglie. L´hijab produce desiderio, teorizza l´intellettuale, proprio in quanto nasconde. «I sostenitori dell´hijab dicono che protegge la donna perché coprendo l´esterno invita a scoprire la sua anima; ma la verità è che aumenta solo le fantasie». VANNA VANNUCCINI