La Repubblica 11 marzo 2008, MARIO CALABRESI, 11 marzo 2008
Il governatore e le squillo, scandalo a New York. La Repubblica 11 marzo 2008. L´organizzazione a cui Spitzer si rivolgeva, la Emperors Club Vip, lavorava in America e in Europa ed era tra le più esclusive e costose, le ragazze si dividevano in sette categorie, indicate dal numero di diamanti accanto alle foto di ognuna di loro, le più ambite arrivavano a costare 5500 dollari all´ora e lavoravano anche a Londra, Washington, Los Angeles, Miami e Parigi
Il governatore e le squillo, scandalo a New York. La Repubblica 11 marzo 2008. L´organizzazione a cui Spitzer si rivolgeva, la Emperors Club Vip, lavorava in America e in Europa ed era tra le più esclusive e costose, le ragazze si dividevano in sette categorie, indicate dal numero di diamanti accanto alle foto di ognuna di loro, le più ambite arrivavano a costare 5500 dollari all´ora e lavoravano anche a Londra, Washington, Los Angeles, Miami e Parigi. L´uomo che aveva incastrato mafiosi e corrotti di Wall Street con le intercettazioni telefoniche è stato bruciato proprio da sei telefonate, fatte il mese scorso, alla vigilia di San Valentino, in cui chiedeva che una squillo di lusso newyorkese che già conosceva - «Kristen: americana, minuta, brunetta, molto carina» - lo raggiungesse a Washington (dove era andato per un´audizione al Congresso) in una suite del Mayflower hotel. Questo particolare rende tutto più grave, perché il viaggio della ragazza, in treno, rende il reato un crimine federale. Infatti raramente vengono perseguiti i clienti delle prostitute ma una legge del 1910 stabilisce che è un crimine trasferire una persona da uno Stato all´altro con la finalità del sesso a pagamento. I quattro gestori dell´organizzazione, che negli ultimi quattro anni avrebbero guadagnato oltre un milione di dollari, sono stati incriminati proprio per questo da quella stessa procura diretta fino a poco tempo fa da Spitzer. Anche lui aveva guidato un´inchiesta su un giro di prostituzione nel 2004, in cui erano state arrestate 16 persone. Il commento dell´allora procuratore era che lo sfruttamento sessuale era un «crimine rivoltante». «Non sono stato all´altezza delle aspettative che avevo di me», ha detto Spitzer, con gli occhi lucidi all´inizio della sua breve dichiarazione, mentre un centinaio di giornalisti gli chiedevano, urlando, se si sarebbe dimesso. «Prima di tutto chiedo perdono alla mia famiglia - ha aggiunto - e poi chiedo perdono all´opinione pubblica, alla quale promisi di essere migliore». Nessuna risposta sulle dimissioni, se non la promessa di nuove dichiarazioni nel giro di poche ore. Eliot Spitzer, 48 anni, sposato da 21 anni con Silda Wall, fondatrice di una ong che si occupa di bambini, ha tre figlie. Da poco più di un anno è il governatore democratico dello Stato di New York, è anche un "superdelegato" alla convention del partito ed uno degli sponsor di Hillary Clinton. Una carriera costruita sulla fama di incorruttibile, di grande moralizzatore della città e di Wall Street di cui è stato il fustigatore portando alla sbarra, quando era Procuratore generale di New York, interi consigli di amministrazione negli scandali della finanza, delle grandi corporation, delle banche come delle case farmaceutiche. Negli ultimi mesi, come governatore, era stato al centro di polemiche a non finire, prima per aver proposto di legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso, poi con la sua idea di dare la patente agli immigrati illegali, infine per aver alzato le tariffe dei trasporti pubblici. Nato a Riverdale, il quartiere bene del Bronx, da una famiglia di ebrei austriaci, ha studiato a Pinceton e Harvard, dove alla scuola di legge conobbe la moglie. La sua carriera nell´ufficio della Procura di Manhattan era cominciato all´inizio degli Anni Novanta quando guidò l´inchiesta sui traffici illegali della famiglia mafiosa dei Gambino. Da quel momento la sua ascesa era stata inarrestabile. Invece la sua stella è tramontata in un momento, ieri all´ora di pranzo, mentre i newyorkesi si affannavano davanti alle televisioni dei bar che hanno dedicato ore di diretta allo scandalo e sui siti internet che non parlavano d´altro. Poi è stato il pomeriggio dei particolari: l´incontro del 13 febbraio era durato 2 ore, Spitzer aveva pagato 4300 dollari, e Kristen aveva detto a Rachelle, la centralinista di Emperors, che «le era piaciuto» anche se il «Cliente 9» aveva la fama «di essere uno che chiede cose che non sono sicure». I più felici sono stati i suoi nemici del New York Post, il tabloid di Murdoch che non lo ha risparmiato un giorno dalla sua elezioni e che ora camperà a lungo sulle carte dell´inchiesta. MARIO CALABRESI