La Repubblica 9 marzo 2008, Ingmar Bergmar, 9 marzo 2008
"Con Ingrid mano nella mano". La Repubblica 9 marzo 2008. Il regista de "Il Settimo Sigillo", scomparso nel luglio scorso a 89 anni, firma con la moglie Ingrid e la figlia Maria "Tre diari"
"Con Ingrid mano nella mano". La Repubblica 9 marzo 2008. Il regista de "Il Settimo Sigillo", scomparso nel luglio scorso a 89 anni, firma con la moglie Ingrid e la figlia Maria "Tre diari". Un´opera intensa e sconvolgente che raggruppa i loro scritti personali dall´ottobre ´94, quando a Ingrid viene diagnosticato un tumore, al maggio ´95, quando muore Ora quell´opera a tre voci - di cui anticipiamo alcune pagine - viene pubblicata in Italia da Iperborea nel quadro di una retrospettiva milanese INGMAR BERGMAN Martedì 11 ottobre 1994 Ingrid torna dalla visita medica. Dice di avere un tumore maligno allo stomaco e che dovranno asportare tutto lo stomaco. inutile che mi sforzi di scrivere della totale confusione che mi sconvolge fino alle radici di me stesso. Ed è anche inutile cercare di rimuovere tutto questo dolore ribelle e infantile. Arriva a ondate ed è insostenibile. E intanto devo farmi coraggio per Ingrid. Dobbiamo costruire una sorta di quotidianità che funzioni. Credo che Ingrid voglia così. Mi trasferirò nell´altra stanza. Domenica 16 ottobre Sonno leggero. Ma Ingrid dorme bene e senza sonnifero, ed è già un miracolo. Ripeto in continuazione la parola "pausa". Ma non c´è quasi nessuna pausa. [...] Mi sembra che Ingrid stia attraversando un periodo di profondo cambiamento che riguarda tutta la sua persona. una fiamma ossidrica sempre in funzione. Forse è un processo di rinascita che può farle bene. Ho riposato sicuro e infinitamente viziato sotto le sue cure. Nel suo grembo, tra le sue innumerevoli premure. Ho preso tutto questo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ora devo restituire qualcosa di quello che Ingrid mi ha dato. [...] Domenica 30 ottobre Abbiamo passato una notte inaspettatamente serena. Ingrid è venuta da me alle sei e mezza e abbiamo dormicchiato tranquillamente, dato che stamattina non avevamo impegni pressanti. Alle nove Ingrid s´è addormentata bene, con respiri regolari. La radio trasmetteva il Concerto per violino n. 1 di Bach. Lei mi teneva la mano in modo che riposasse nella sua. La luce era mite e grigia. Mi sono girato in modo da vederla bene. In quel momento mi ha colpito un dolore mai provato. Quello che ho visto, in altre parole, è questo: Ingrid e io non ci sveglieremo mai più uno accanto all´altra. stata una presa di coscienza chiara e netta. [...] Ho sognato che mi svegliavo e che nella stanza c´era un crepuscolo grigio, com´è di solito. Volevo accendere la lampada, ma mancava la corrente. Non era una situazione particolarmente paurosa, tuttavia ho cominciato a chiamare Ingrid cinque o sei volte, sempre più agitato. Poi s´è aperta la porta e Ingrid è entrata a passi felpati con i cuscini sottobraccio, come fa di solito, e s´è buttata sul letto. Avevo capito in un modo o nell´altro che si trattava di un miracolo e l´ho abbracciata, cercando di dirle quanto l´amassi. Ma tutte le parole suonavano insulse. [...] Mercoledì 2 novembre Penso: Ingrid c´è ancora, in tutti i sensi. C´è. Se potessi liberarmi da tutta questa disperazione infantile che grida "io, io, io". Se potessi diventare puro nel mio amore. Allora potrei essere molto più utile. [...] Lunedì 7 novembre I primi trenta giorni sono stati diversi da ogni altra esperienza che ho vissuto. come un assedio o uno stato di guerra. Si possono portare a termine i doveri della giornata. Si può perfino notare una specie di precisione extra, con piccole quote di fallibilità. Ingrid è sempre, sempre presente. Vicina: il viso, lo sguardo. La mano con il livido blu. Il pianto che sgorga all´improvviso. Che passa in fretta. Come rimosso. Poi chiacchieriamo di banalità rassicuranti. Ingrid e io siamo in simbiosi in ogni senso. Tutto quello che scrivo sono solo parole per placare il dolore. Mercoledì 9 novembre La risposta: quando sono arrivato da Ingrid, alle due, mi ha detto quello che già sapevo senza che il dottore si fosse espresso. Il carcinoma c´è ancora, e adesso incombono chemioterapia e radioterapia. Ingrid ha pianto brevemente e violentemente, e ci siamo abbracciati. Io ho ancora lei e lei ha ancora me. Ingrid c´è. la stessa Ingrid, e la sua volontà è assolutamente intatta. Qualsiasi cosa succeda. Qualsiasi cosa ci attenda. Non ci sono parole. Adesso in ogni caso sappiamo che non sappiamo niente. D´un tratto credo che Ingrid guarirà. Domenica 20 novembre Ingrid fa molti sogni, ricchi e nitidi. Così, nel pomeriggio, ha sognato che si trovava a Ilsholmen e vedeva la vecchia barca di suo padre Selim passarle molto vicino; a bordo c´erano Selim, la madre, zia Märtae Lars-Ove, che subito ha iniziato a discutere di una qualche questione pratica. Sogno facile da decifrare. Al mattino Ingrid ha sognato che nuotava nella piscina di Fårö con un bambino piccolo, e lei era felice e contenta (Un altro sogno facilmente interpretabile). Potessi morire prima di Ingrid. L´esigenza di una vita successiva s´è ridotta. Potessi morire prima di Ingrid. :Domenica 27 novembre Conterò i giorni fino a quando la serenità non scenderà su di noi (in un modo o nell´altro). Conterò i giorni, dovessi contare fino alla fine dei tempi. Conterò i giorni fino a quando non giungerà la serenità. Quando la vita tornerà ad essere sufficientemente normale! Qualcuno in un film (Shadowlands) ha detto: "La sofferenza ci caccia fuori dalla stanza dei bambini." Quelle parole mi hanno colpito. Un bambino di settantasei anni viene cacciato fuori e deve finalmente reagire come un adulto. bizzarro e inaudito allo stesso tempo. [...] :Domenica 11 dicembre Mi viene la "sindrome di Sarajevo". Amarezza e claustrofobia. Vorrei chiarezza e una guida. Voglio che il mio intuito mi dica qualcosa in questa confusione. Dentro di me è un grido unico. Non riesco a sentire per tutto quel gridare. Voglio prendere il posto di Ingrid. L´idea mi spaventa, ma è un grande desiderio impossibile. Domenica 26 febbraio Ingrid e Ingmar sono due persone distinte a cui competono due ruoli molto diversi. Ingmar capisce solo in parte il ruolo di Ingrid. Ciò crea distanza e confusione, almeno in Ingmar, poiché il compito di Ingrid è definito in modo netto: la malattia e la battaglia contro la malattia. Il dolore è quasi costante. Come lo supereremo? Giovedì 9 marzo Seconda operazione. Il professor Sundblad ha chiamato esattamente all´una, come aveva promesso, e ha detto che l´intervento era stato complicato, che non era stato possibile asportare un grosso tumore e che, se Ingrid non moriva per le complicazioni successive all´operazione, la situazione era comunque senza speranza. Qualche mese. Non lo sapeva. Non poteva dire niente di preciso. [...] Domenica 12 marzo Così tanta sofferenza accumulata. Non so cosa ne farò. Non so che cosa devo fare con "il male". Forse mi trovo proprio adesso all´apice del dolore, del tormento, della sofferenza. Quello che rimane è probabilmente più crudele. Non lo so ancora, lo immagino. Ma una cosa è certa: terrò la mano di Ingrid fino all´istante in cui lei la lascerà. Non ci sono scorciatoie. Nessun abbandonare la scena. Giovedì 16 marzo Mi è venuta una prepotente ispirazione che mi ha dato un po´ di sollievo: ho pensato che io e Ingrid dovremmo morire insieme nel nostro letto a Fårö. Insieme e il più contemporaneamente possibile. Sarebbe una consolazione per entrambi. Forse in ultima istanza sono troppo vigliacco. Ma c´è un´intensa chiarezza in questa ispirazione. Si allontana e si avvicina. [...] Lunedì 1 maggio Ingrid sta insolitamente bene stasera. Ha perfino fatto una passeggiata nella bella ma gelida giornata primaverile. Sembra tranquilla e non troppo stanca. Io sono perennemente inquieto. Ora c´è stranamente una specie di grazia anche in questo inferno. Ho avuto l´impulso di reprimere la mia angoscia andando alla Hedvig Eleonora ad accendere una candela. La chiesa era vuota e silenziosa. All´improvviso è risuonato Bach. Il sole è spuntato, formando un enorme gioco di luci sulla decorazione appena restaurata del pulpito. Grazia e pace. Giovedì 11 maggio Adesso a Ingrid applicano la terapia del dolore. Non ha più male e non è tormentata. Sonnecchia e dorme. Si sveglia, mi guarda e all´improvviso sorride, un po´ come per scusarsi. Il suo volto è cambiato molto, ma la mano è morbida come sempre. Abbiamo dei contatti di pochi secondi. Ma lei sta andando verso "le profonde tenebre". [...] Giovedì 18 maggio Quando sono entrato, Ingrid dormicchiava, ma subito s´è agitata. L´infermiera Ingegerd le ha iniettato direttamente in vena un potente sonnifero. [...] Fino a quel momento le avevo tenuto la mano. Poi invece ho iniziato ad accarezzarla e baciarla ripetutamente, con molto impeto. Continuavo a chiamarla con dei nomignoli. All´improvviso m´è sembrato che ci vedessimo l´un l´altro. Poi calma. Questo è stato il nostro addio. Ingmar Bergmar