La Repubblica 9 marzo 2008, GIANNI MURA, 9 marzo 2008
LO SPORT USA, I SOLDI E LA CORSA A CANDIDARSI
La Repubblica 9 marzo 2008.
Tutto si può dire di Blatter, e molto è già stato detto, ma non che sia incapace di annusare l´aria che tira. Blatter ha saputo che Veltroni ha pensato alla castrazione chimica per i pedofili. Ha saputo che Fini ha proposto i lavori forzati per i carcerati. E s´è lanciato: squalifica a vita per i calciatori violenti. Veltroni, pungolato da un´osservazione di Dario Vergassola sul Manifesto («come candidati mancano solo il marziano, l´ufologo e quello che ha pescato la trota gigante»), ha chiesto la castrazione chimica per i calciatori violenti e il rogo per Vergassola. Fini ha ribadito: ai lavori forzati anche i calciatori violenti. D´accordo la Lega, purché si concentrino le sanzioni sugli extracomunitari e su quelli nati a sud di Piacenza. Meno tasse per tutti, s´è limitato a garantire Berlusconi. Non pervenuto il commento di Van Basten, né degli sponsor milanisti Dolce e Gabbana.
[Blatter s´è preso un fine settimana di riflessione. Lunedì ne tirerà fuori un´altra. Ma tutto questo ci porta lontano da una delle vere questioni della settimana, quella che riguarda il punto e virgola. L´ha lanciata il New York Times, l´ha ripresa il Guardian e da noi il giornale che le ha dato più spazio è l´Unità, con un´intervista al linguista Gian Luigi Beccaria, accademico della Crusca. Il punto e virgola, leggo, lo inventò Aldo Manuzio, stampatore veneziano, lo stesso che creò il corsivo. Nel ”500, il punto e virgola fu subito adottato dai segretari della curia romana: in discorsi lunghi e complessi, andava benone come via di mezzo. Beccaria è favorevole al punto e virgola: «Ritmicamente, stilisticamente, logicamente svolge una funzione importante. Perché la scrittura, almeno quella di un certo livello, non è fatta solo di parole ma è in qualche modo assimilabile a un testo in senso lato musicale». A Beccaria viene chiesto in quale direzione vada la nostra lingua. «Purtroppo sta prevalendo il linguaggio tecnico e burocratico, mentre si perdono locuzioni che provengono tanto dalla cultura alta che da quella contadina: i miei studenti non sanno cosa voglia dire né "spada di Damocle", né "menare il can per l´aia"». Non indifferente è rimasta la politica. Veltroni ha candidato un punto e virgola. La Lega, considerando il segno una sorta di matrimonio misto, ha proposto un referendum: scelgano i punti e le virgole con chi stare, se con i punti o con le virgole. "Tertium non datur, o de chì o de là" ha scandito, traducendo, Calderoli (uno che ha studiato). Nel mio piccolo, ho deciso di dare un segnale di fiducia alle punteggiature di minoranza; ho usato un punto e virgola, e mi voglio rovinare; due, probabilmente a sproposito. Adesso, per dieci anni, basta.]
[Il lettore T. W. mi rimprovera perché mi occupo poco di golf. E´ vero, è la conseguenza del fatto che si occupano poco di golf i giornali che leggo. Appena posso, rimedio. Questa l´ho letta su Avvenire. Tripp Isenhour è un golfista professionista. Mentre gioca, è disturbato da un uccello appollaiato su un ramo. Prende la mira e lo centra con la pallina, un tiro perfetto. Il primo, suppongo, perché altrimenti il volatile, pur non essendo sveglio come Blatter, avrebbe capito che aria tirava. Ma adesso Tripp è nei guai, avendo ucciso un volatile di specie protetta: una rarissima poiana a spalla rossa. Il golfista rischia 14 mesi di carcere e 1.500 dollari di multa. Altri lettori mi rimproverano perché ieri, sulle pagine milanesi, ho scritto di un pugno di Bicicli a Sani. Hanno ragione: il pugno lo diede Sani a Bicicli. Chiedo venia. Poi: non sapevo che il 2008 fosse stato dichiarato dall´Onu "anno della patata". Per i suoi valori nutrizionali, economici e pure metaforici. Pur lievemente perplesso sui valori metaforici, Veltroni ha candidato una patata. Berlusconi lo ha accusato di veterocomunismo sventolando un ritaglio dell´Economist che citava Engels («la patata ha cambiato la storia dell´umanità»). Se le cose stanno così (canta Sergio Endrigo), passiamo ad altro.]
Il lettore M. A, di Firenze, mi segnala una bella storia toscana, e lo ringrazio. C´è una partita tra ragazzini di 12 anni, le squadre si chiamano Sporting Grassina e Virtus Firenze. Scoppia una rissa tra genitori in tribuna. I due allenatori, Francesco Pompili e Stefano Biagi, fermano i giocatori e tutti i ragazzini escono tenendosi per mano, mentre in tribuna i genitori continuano a picchiarsi.
[E continua a sperare Pistorius. La Gazzetta scrive che i test americani hanno fornito risultati completamente differenti da quelli effettuati in Germania a novembre. In tema di disabilità, voglio segnalare un bel libro di Marco Calamai, "Uno sguardo verso l´alto" (ed. Franco Angeli, con dvd, 24,50 euro). Calamai è stato allenatore nel basket dei professionisti, da anni insegna il gioco a ragazzi disabili, ottenendo grandi risultati. Ancora basket, Danilo Gallinari dell´Armani Jeans intervistato da GQ. Gallinari potrebbe seguire il cammino di Bargnani e Bellinelli e trasferirsi negli Usa. «Però andrei in controtendenza. Io non subisco il fascino del basket Usa, anche se è il sogno di tutti i giocatori. E nemmeno subisco il fascino degli Usa, non sopporto l´arroganza di un Paese convinto di essere il numero uno in tutti i settori quando invece è lampante che spesso il meglio è altrove». Parole chiare. «Ma non posso ignorare che se qui si guadagna uno là si guadagna dieci. Né che si vive una volta sola, e quindi certe occasioni bisogna acchiapparle al volo». Impressione al volo: Veltroni non candiderà Gallinari.]
Infine, passata la festa per i 100 anni dell´Inter, ci sarebbe una ricorrenza anche oggi. Il 9 marzo 2007 si preparava il primo numero di "Dieci", quotidiano sportivo di belle speranze e brevissima vita, durato più o meno l´espace d´un matin. Molti dei 40 ragazzi che ci lavoravano sono disoccupati e tutti, dopo le prime sentenze favorevoli, sono ancora in attesa di soldi che chissà quando vedranno, sempre che li vedano. Più che l´anno della patata, mi sembra il secolo della patacca, da intendersi come imbroglio.
GIANNI MURA