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 2008  marzo 09 Domenica calendario

Pirati. Il Messaggero 9 marzo 2008. NOTTI buie e tempestose, vascelli inghiottiti dalle acque, forzieri stracolmi di monete d’oro e diamanti

Pirati. Il Messaggero 9 marzo 2008. NOTTI buie e tempestose, vascelli inghiottiti dalle acque, forzieri stracolmi di monete d’oro e diamanti. No, non siamo in un romanzo di Salgari o di Defoe e neppure in un film hollywoodiano di cappa e spada. «Benvenuti invece nel mondo dei bucanieri del XXI secolo - dice Clive Cussler -, un mondo non meno spregiudicato e pittoresco di quello dei pirati che nei secoli scorsi depredavano i galeoni nemici». Proprio così: gli oceani pullulano di relitti sommersi, di velieri carichi d’oro, d’argento e di gioielli che riposano in fondo ai mari. Come l’Adventure del capitano Kidd affondato nel 1689 davanti al Madagascar o la Queen’s Anne finita a picco nel 1718 al largo della North Carolina. Si calcola che siano circa tre milioni le navi sepolte dalle acque. E almeno cinquemila di queste custodiscono nelle loro stive reperti storici straordinari e tesori da capogiro. «Un bottino che fa gola a un sacco di gente - aggiunge Cussler -. La caccia al relitto è diventato ormai un business lucroso, in cui piccole e grandi compagnie private si affrontano senza esclusione di colpi». A puntare il dito contro i pirati del Duemila è uno scrittore di bestseller che a 75 anni non si stanca di dar fondo anche alla sua seconda passione: scandagliare gli abissi a caccia di navi inghiottite dalle acque. Roba che nemmeno Indiana Jones. Ma lui, Clive Cussler – ex pubblicitario ed ex pilota dell’ Air Force – è fatto così: prima va a caccia di emozioni e poi le affida all’estro di Dirk Pitt, l’eroe di quasi tutti i suoi romanzi (come l’ultimo, La pietra sacra, pubblicato da Longanesi) che lavora per un’agenzia di ricerche marine, la Numa. Ma il bello è che la Numa esiste davvero, non è soltanto un’invenzione narrativa: la National Underwater and Marine Agency è la società senza fini di lucro messa in piedi nel 1978 dallo stesso Cussler per coltivare la sua passione di ”detective degli abissi”. «Fino ad oggi abbiamo scoperto una sessantina di relitti in fondo alle acque – spiega -. Certo, non possiamo vantarci di aver trovato il Titanic, quello è un merito che spetta a Robert Ballard. E nemmeno di aver recuperato un galeone spagnolo come l’Atocha. Ma anche noi abbiamo messo a segno un paio di bei colpi». L’impresa a cui Cussler tiene di più è il ritrovamento del sommergibile Hunley, scomparso nel lontano 1864 durante la guerra civile americana. «E’ stata l’emozione più forte della mia vita - confessa -. Per ben 15 anni gli ho dato la caccia. Era sepolto sotto 90 centimetri di sabbia a quasi 100 metri di profondità nelle acque di Charleston, con gli scheletri ancora integri dei nove marinai che formavano l’equipaggio. Ma c’è anche un altro successo che può vantare la Numa: il ritrovamento della Lexintong, una nave a vapore di proprietà di Cornelius Vanderbildt. Affondò nel 1930, provocando la morte di 130 passeggeri». Tutti gli oggetti recuperati dai relitti dagli uomini della Numa vengono donati ai musei. E alla città di Charleston è stato donato anche lo scheletro dell’Hunley, un reperto di grande valore economico oltre che storico. Ma sono tante le navi perdute a cui i ”detective degli abissi” danno la caccia: dal relitto del Bonhomme Richard, il galeone di John Paul Jones affondato nel 1779 davanti allo Yorkshire alla nave di Gian Andrea Doria, colata a picco al largo di Capo Passero nel 1559 con uno straordinario carico di monete d’oro, per non parlare della flotta di quaranta imbarcazioni spagnole che si credono affondate nei pressi della Florida tra il 1622 e il 1773. Ma oggi, dopo il ritrovamento del Titanic, qual è per Clive Cussler il Sacro Graal, il relitto che le piacerebbe riportare in superficie? «La Mary Celeste, la famosa nave fantasma. Nel 1875 venne avvistata dall’equipaggio di un’altra imbarcazione mentre andava alla deriva nel Mar delle Azzorre. A bordo non c’era nessuno: l’equipaggio, il capitano, sua moglie e la figlia di due anni erano svaniti nel nulla. E’ uno dei grandi misteri del mare». FRANCESCO FANTASIA