varie, 10 marzo 2008
DELLI PRISCOLI Mario
DELLI PRISCOLI Mario Belluno 20 novembre 1933. Giudice. Procuratore generale della Cassazione (dal 26 aprile 2006). Nel 2007 il gip di Milano Clementina Forleo disse ai pm di Brescia che «attivando il procedimento sul suo conto l’alto magistrato si sarebbe liberato di un debito morale che aveva con un non meglio precisato potere politico-giudiziario, che avrebbe tenuto fuori dalla faccenda di via Poma suo figlio Francesco. E a rivelarle questo retroscena sarebbe stato l’ex magistrato Ferdinando Imposimato, durante l’ormai celebre cena romana in cui la Forleo sarebbe stata messa al corrente delle manovre giudiziarie per fermarla. Effettivamente, il 7 agosto del ’90 Mario Delli Priscoli, all’epoca presidente di sezione al Tribunale penale di Roma, abitava con la famiglia in una delle sei palazzine con ingresso in via Poma 2, ma non la stessa in cui fu trovata uccisa la Cesaroni. E Francesco Delli Priscoli, ingegnere, fu interrogato sulla vicenda e furono controllate anche le sue dichiarazioni. Fino a che, dopo alcune settimane, la sua posizione fu archiviata. Ferdinando Imposimato ha già smentito questa ricostruzione della Forleo davanti ai pm di Brescia, nel corso di un confronto tra i due organizzato per capire quale fosse la versione più aderente ai fatti. [...]» (Massimo Martinelli, “Il Messaggero” 19/12/2007) • «“Ho visto, e potevano essere le 15.40-15.45, l’ingegner Delli Priscoli attraversare il cortile, uscito dalla scala B in cui abita, con un borsone di tela apparentemente di colore azzurro, passò e non ci salutammo perchè forse lui neanche mi vide”. È il 9 gennaio del ’91 e uno dei portieri di via Poma, l’ex carabiniere Nicolino Grimaldi, mette a verbale il nome del figlio del Pg nell’inchiesta sul delitto. Da quel momento Francesco Delli Priscoli viene controllato in tutto e per tutto, persino sul suo luogo di lavoro, la società Telespazio. Vengono sentiti i suoi colleghi, viene valutata la sua capacità lavorativa e si accerta persino che la sua assunzione era avvenuta dopo la laurea con 110 e lode e non per raccomandazione. Si verifica il suo alibi (era in viaggio verso Donoratico, nel livornese, per raggiungere la famiglia). E un ispettore di Ps si reca persino al laboratorio di analisi che frequentava per prelevare il suo Dna. Alla fine, dopo mesi e mesi durante i quali l’atteggiamento del pm non è mai sembrato morbido nei suoi confronti, la posizione di Francesco Delli Priscoli è stata archiviata» (M.Mart., “Il Messaggero” 19/12/2007).