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 2008  marzo 10 Lunedì calendario

Allungare la vita è diventato possibile. Corriere della Sera 10 marzo 2008. Nei suoi attributi materiali, e in quanto essere vivente, l’uomo appartiene alla biosfera, ha detto ieri il Papa, e segue le sue leggi

Allungare la vita è diventato possibile. Corriere della Sera 10 marzo 2008. Nei suoi attributi materiali, e in quanto essere vivente, l’uomo appartiene alla biosfera, ha detto ieri il Papa, e segue le sue leggi. Ma è anche vero che l’uomo trascende tutto questo; l’uomo rimane uomo e mantiene tutta la sua dignità anche se è un embrione o in stato di coma. Il Pontefice è poi passato a parlare di una possibile, ma non auspicabile, immortalità terrena. A me non resta che parlare di quello che sappiamo a proposito della biosfera e fare un paio di considerazioni. In primo luogo devo notare come si continui a parlare di embrione in modo generico, intendendo con questo termine tutto quello che avviene dal concepimento alla nascita, un periodo nel quale accade di tutto, compresa la comparsa di un vero e proprio embrione, solo alla fine della seconda settimana di gestazione. Per le prime due settimane l’embrione umano non esiste proprio e dopo il secondo mese l’embrione prende il nome di feto. Forse non è importante, ma se parliamo di biosfera è meglio precisare. Sempre parlando di biosfera, vediamo la questione dell’immortalità terrena. Diciamo subito che la pillola dell’immortalità non esiste e forse non esisterà mai: l’immortalità non è di questo mondo. Possiamo parlare invece, eccome!, di allungamento della vita. Per la prima volta nella storia, la vita media si è allungata considerevolmente in questi ultimi decenni, e si sta continuando ad allungare, al ritmo di un trimestre guadagnato per ogni anno che passa. Non è successo niente di miracoloso, nemmeno in senso scientifico. stato un complesso di motivi, di natura nutrizionale, sanitaria e clinica, che hanno contribuito, lentamente ma inesorabilmente, ad allungarci la vita: si mangia di più e meglio, si disinfettano gli ambienti, si combattono le malattie infettive e si fa un po’ di sana prevenzione. Questo processo, in atto in tutti i Paesi del mondo, ha visto due fasi distinte: in una prima fase la vita media si è allungata soltanto perché è molto diminuita la mortalità infantile – una voce che prima pesava enormemente nel bilancio della sopravvivenza umana; in una seconda fase, tipica dei Paesi più sviluppati, si è allungata anche la seconda parte della vita, grazie agli avanzamenti della medicina: preventiva, curativa e rigenerativa. Il nostro Paese si trova oggi ad aver nettamente superato la prima fase e a veleggiare nell’ambito della seconda. Che non mostra alcun rallentamento: la prevenzione e la cura delle malattie dell’età avanzata sta facendo mirabilie ed ha ancora in serbo molte sorprese. La nostra vita media è al momento di più di 83 anni per le donne e di circa 77 anni per gli uomini. Nessuno sa dove potrà condurre tutto ciò, anche se è ragionevole pensare che altri dieci anni di vita media li riusciremo a strappare nei prossimi quaranta anni. Se la vita media è cresciuta e se ce la passiamo abbastanza bene, però, non possiamo dire che il periodo della giovinezza si sia sensibilmente esteso. Per ottenere questo risultato, occorrerà intervenire direttamente sui nostri geni, dal momento che cominciamo a conoscere dove e come intervenire per estendere considerevolmente la nostra vita. E la nostra giovinezza. Negli ultimi venti-trenta anni abbiamo imparato infatti quanti e quali geni controllano il progredire dell’invecchiamento e la lunghezza della vita. Agendo su alcuni di quelli è stato possibile triplicare e quadruplicare la vita di animali come insetti o vermetti e i meccanismi biologici che operano in questi organismi sono gli stessi che operano in noi. Non so se e quando intraprenderemo questo ulteriore passo, ma possiamo anticipare che allora l’aumento della vita media non sarà necessariamente di modesta entità. Dal punto di vista biologico quindi la situazione è promettente e anche parecchio interessante. dubbio che l’umanità resisterà a questa tentazione e non si vede nemmeno perché lo dovrebbe fare. Certo che tutto ciò creerà grandi problemi di natura economica e sociale. Saremo sempre di più e consumeremo sempre di più. Ci sarà una proporzione sempre maggiore di persone in età post-riproduttiva. Occorrerà anche riorganizzare il lavoro e il suo rapporto con il tempo libero, non fosse altro perché le motivazioni psicologiche dei sessanta anni non sono quelle dei venti, né quelle degli ottanta sono quelle dei cinquanta. Occorrerà – o forse occorre già oggi – ripensare la società nel suo insieme. EDOARDO BONCINELLI