La Stampa 9 marzo 2008, Mario Baudino, 9 marzo 2008
Meglio i libri. La Stampa 9 marzo 2008. A leggere i romanzi che li hanno per protagonisti sembrano tipi un po’ lunari, non esenti da una componente criminale come accade nei thriller bibliofili di Hans Tuzzi, pubblicati per Sylvestre Bonnard e Guanda, in Flaubert o in Roald Dahl
Meglio i libri. La Stampa 9 marzo 2008. A leggere i romanzi che li hanno per protagonisti sembrano tipi un po’ lunari, non esenti da una componente criminale come accade nei thriller bibliofili di Hans Tuzzi, pubblicati per Sylvestre Bonnard e Guanda, in Flaubert o in Roald Dahl. Per non parlare dell’originale Sylvestre Bonnard - da cui la casa editrice milanese prende il nome - personaggio del premio Nobel Anatole France che, dopo un terribile tira e molla, finisce per «derubare» la sua pupilla proprio perché non riesce a rinunciare ad alcuni dei suoi libri. A conoscerli di persona, nelle librerie e nei mercatini, sono naturalmente di tutt’altra pasta; sono come noi, e benché non del tutto alieni sono fra noi. In questi giorni la loro eccitazione è notevole, perché nel mondo del libro prezioso, unico, da amare, c’è una grande animazione. A Milano sta per aprirsi (venerdì al Palazzo della Permanente) la «Mostra del libro antico» voluta da Marcello dell’Utri - accanito bibliofilo - e organizzata da Publitalia e dalla Fondazione Biblioteca di via Senato: una vetrina internazionale con pezzi rarissimi, molto belli, e prezzi a volta da capogiro. L’editore Sylvestre Bonnard pubblica intanto la nuova edizione dell’altrettanto celebre «Gambetti e Vezzosi», il repertorio di «Rarità bibliografiche del Novecento Italiano» che in questo campo è vangelo. E la più grande libreria italiana su Internet, Maremagnum Librorum, un «negozio dei negozi» che raccoglie moltissimi antiquari, si è consorziato con le sorelle europee per lanciare Marelibri.com, una vetrina grande quanto l’Unione. Sergio Malavasi, che ne è l’artefice, è entusiasta: «Se non lo avessimo fatto, in pochi anni i giganti americani avrebbero spazzato tutto. Così invece mettiamo insieme le forze e rilanciamo». I libri antichi sono sempre stati, oltre a una passione, anche un investimento. Per pochi. Ora, grazie soprattutto a Internet, lo stanno diventando per molti. In Italia il 10 per cento del commercio passa on-line, c’è spazio per crescere. Soprattutto per chi denaro in tasca magari ne ha poco. «L’antiquariato librario è figlio di un Dio minore: un mobile prezioso può andare all’asta per un milione di euro, un libro della stessa qualità per 10 mila. Però è sicuro: quello che si compra oggi a due o trecento euro, di qui a vent’anni varrà dieci volte tanto, molto meglio di qualsiasi bot» insiste Malavasi. Nessuno ha ovviamente la palla di cristallo, ma è vero che prima di Internet, per conoscere i prezzi serviva un lunghissimo apprendistato. Ora li si può confrontare velocemente al computer, tanto che sono nati molti collezionisti-commercianti, che somigliano un po’ ai «day trader» esaltati dai boom in borsa e massacrati dagli improvvisi sboom. Scorrendo il «Gambetti» e «Vezzosi» si scopre che fra i libri del Novecento ci sono titoli alla portata di parecchie tasche, senza contare la possibilità di trovare quegli stessi libri in bancarella, o da un commerciante che non ne è particolarmente esperto, a prezzi più bassi. Non accadrà certo per il «re» novecentesco, ossia la prima edizione del «Porto Sepolto» di Giuseppe Ungaretti (ne stamparono 80 copie in tutto) la cui quotazione è segnalata a 20 mila euro, ma «Gli Indifferenti» di Alberto Moravia, nella prima edizione del ”29, è dato per «avvistato» a cifre «ben superiori ai 1000 euro». Un po’ vago? No, il «Repertorio» non è un catalogo di quotazione, ma uno strumento per appassionati. E la passione è il segreto per investire in libri, come ci spiega Ambrogio Borsani, che ha diretto per anni Wuzz, rivista bibliografica con molta attenzione al mercato, scrittore, docente universitario. «Il Novecento è cresciuto moltissimo, quanto a prezzi, negli ultimi 15 anni, un po’ come il mercato dell’arte, ragion per cui ci vuole attenzione. I libri importanti, di qualunque secolo, sono però investimenti sicuri». Con una precisazione: più uno sa, meglio acquista. Internet ha infatti sconvolto il mercato, aumentando in modo esponenziale l’offerta. Ci sono siti «enormi», come l’americano «Ad All», che convogliano decine di migliaia di titoli, e c’è naturalmente e-bay, la casa d’aste on-line, in costante crescita, dove si affrontano mercanti e privati. «Questi siti hanno reso pubbliche le quotazioni, ed è una novità importantissima, soprattutto per i libri». Ma la crescita della concorrenza ha alzato i prezzi, anziché abbassarli: c’è ancora un margine? «Con tremila euro in tasca, e una buona cultura, si possono avere molte soddisfazioni», pur sapendo che trovare qualcosa sfuggito a tutti gli altri è davvero difficile. La passione sa però essere geniale, andare oltre i luoghi comuni, inventarsi strade diverse. Un esempio? Come ci fa osservare Leonardo Rabaglia, chimico di mestiere e formidabile collezionista di poesia grazie a un professore del liceo scientifico, la poesia è negletta - come ben sappiamo -, ma è di gran lunga, per il Novecento, la più disputata dai collezionisti. Mario Baudino Umberto Eco Pontefice dei bibliofili italiani. Le sue avventure in questo campo sono affidate a un libro prezioso, «La memoria vegetale» (Bompiani). Sabato prossimo verrà premiato da Marelibri, per il trentennale della rivista Esopo, come «Libraio onorario». Oliviero Diliberto Segretario dei Comunisti italiani, celebre per «La biblioteca stregata», una sorta di giallo bibliofilo che ha riscritto varie volte, e anche perché ha raccolto tutti i 900 volumi della vecchia Bur «grigia», la collana economica della Rizzoli. Marcello Dell’Utri E’ l’anima della Mostra milanese sul libro antico. Frase celebre (riportata da Sabelli Fioretti), in risposta a una provocazione di Diliberto: «Una volta ha detto a Cossiga, che me l’ha riferito: ”Quando ho visto i libri di Dell’Utri a Milano ho provato l’odio sociale”» Guido Rossi Ex presidente Telecom, ex commissario Federcalcio, il grande avvocato milanese - e autore Adelphi - è noto come bibliofilo molto riservato. Dicono che possieda tesori. E che abbia una curiosa particolarità: compra solo alle aste, disdegnando i librai.