varie, 8 marzo 2008
ABSTRACTS PER LUCREZIA RISPARMI
Gli italiani che scelgono la cremazione sono il 10%, contro una media europea del 36%. Al Sud, dove ci sono solo 5 impianti di cremazione (contro i 31 del Nord e i 9 del Centro) non si va però oltre lo 0,5%, mentre a Milano si arriva addirittura al 70% (10.500 funerali su 15.000). Giovanni Bossi, presidente della società milanese per la cremazione: «Per alcuni, credo incida il prezzo. Si spendono 324 euro, dieci volte meno di una classica tumulazione». Il filosofo Paolo Del Debbio: «Trovo terribile che uno pensi a risparmiare davanti al decesso. Non ci voglio credere» (Mariolina Iossa, Andrea Galli, Corriere della Sera 8/3).
CONSUMI. Secondo una ricerca realizzata nei laboratori di Af Digitale per conto del gruppo Media Market, mezz’ora di musica e notiziari via radio tutti i giorni, a volume medio, costa 50 centesimi al mese di energia elettrica. Per una radiosveglia in stand by ne servono 75, 50 per un personal computer acceso senza essere usato, un euro ogni mille ore col telefonino in ricarica. Moltiplicato per tutti gli italiani, fanno 145 milioni di euro l’anno per i telefonini, 243 milioni per le radiosveglie, 180 milioni per i personal computer (Giancarlo Radice, Corriere della Sera 7/3)
AMBIENTALISTI. Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf, ha confessato: «Il cellulare. Lo metto in carica la sera e lo stacco al mattino. Lo so, continua a bruciare energia. Ma mica posso svegliarmi apposta per spegnerlo». Altra debolezza: «Lasciamo sempre accesa la luce all’ingresso, per i ladri». Angelo Bonelli, deputato verde, accende il riscaldamento «al massimo tre ore la sera, giusto per conciliare il sonno», lava a mano la biancheria («il resto va in lavanderia»), usa il fon solo d’inverno, ma lascia la tv in stand-by: «Lo so che si spreca energia, un watt al giorno. E infatti ho presentato una proposta di legge per rendere obbligatorio costruire tv che si spengano completamente» (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 7/3).
ENERGIA. L’Unione europea s’è data come obiettivo aumentare del 20 per cento l’efficienza energetica entro il 2020. Secondo un rapporto curato per Greenpeace dall’Efficiency Research Group del Politecnico di Milano, un programma di incentivi per sostituire frigoriferi, lavastoviglie, televisori e pompe dei riscaldamenti con modelli più nuovi e le lampadine tradizionali ad incandescenza con quelle fluorescenti potrebbe essere parzialmente finanziato con un sovrapprezzo sulla bolletta: un centesimo di euro in più per kilowattora basterebbe a finanziare due terzi degli incentivi. Inizialmente il costo degli investimenti in efficienza sarebbe superiore ai risparmi, già nel 2011 i benefici sarebbero superiori ai costi, nel 2019 avremmo recuperato, in risparmi, tutta la spesa in incentivi dei 12 anni precedenti (Maurizio Ricci, la Repubblica 4/3).
AEREI. Dal 1990 al 2005, le emissioni di Co2 causate dai voli nazionali nei 15 stati della zona Euro sono aumentate del 44%, del 73% se si considerano tutti i voli europei. Gli errori umani (carenze del controllo aereo ecc.) hanno causato nel 2006 un ”allungamento” medio di 50 chilometri che ha prodotto 4,7 milioni di tonnellate di Co2 in più. Secondo le previsioni, il traffico passeggeri sui voli nazionali nella Ue continuerà ad aumentare di circa il 4,5% all’anno portando le emissioni di Co2 del traffico aereo europeo a 284 milioni di tonnellate entro il 2020. L’industria aeronautica spiega che si tratta del 3% della Co2 totale contro 3 milioni di posti di lavoro nella Ue e un contributo al 2,5% del Pil europeo. Per dimezzare Co2 e rumore esterno e ridurre dell’80% gli ossidi di azoto, l’Ue ha lanciato il progetto Clean Sky: costo 1,6 miliardi di euro, coinvolgerà 54 industrie di 16 paesi per studiare aerei «ad ala intelligente» o fabbricati con materiali superleggeri che inquinino meno (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 5/3).
ETICHETTE. Secondo il Food Climate Research Network, il 2,5 per cento delle emissioni totali della Gran Bretagna è addebitabile al consumo di frutta e verdura. Ogni anno un occidentale produce 400 chilogrammi di Co2 per alimentarsi, il più delle volte con cibi che hanno fatto parecchia strada. Secondo una stima citata da Al Gore, prima di arrivare in tavola un pasto medio percorre più di 1.900 km con camion, nave e/o aeroplano. La Coldiretti cita il viaggio di 13 mila km intrapreso dalle ciliegie cilene o quello dell’uva sudafricana, 8 mila chilometri. Josh Martin, dell’associazione canadese 100MileDiet (aiuta i consumatori a vivere dei prodotti che fanno al massimo 160 km per raggiungere Vancouver): «Il mio carrello è già stato in otto paesi ancor prima che io passi alla cassa». Le britanniche Tesco e Marks & Spencer e l’elvetica Coop l’anno scorso hanno iniziato a etichettare i prodotti importati in aereo con dei bollini rossi a forma di velivolo. Guy Stinglhamber, direttore di Coleacp, associazione che riunisce i produttori agricoli dei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) e gli importatori europei. «Che senso ha bollare i pomodori importati, se poi compriamo quelli prodotti da noi in serre riscaldate? Come mai l’Europa è invasa di mele Melinda tutto l’anno? In Italia si blocca il processo di maturazione di mele, pere e agrumi congelandoli: tutta questa energia forse non inquina?». Soluzione scelta dai britannici: un’etichetta che conteggi tutte le emissioni. (Alberto D’Argenzio, L’espresso 13/3)
IMBALLAGGI. Secondo un rapporto-denuncia presentato dalla Coldiretti, le confezioni incidono fino al 30 per cento sul prezzo di vendita dei prodotti. Esempi: un chilo di lattuga porta 40 centesimi a chi lo ha coltivato, costa 1,5 euro al mercato, ma lavato e sotto cellophane arriva a 8; per un litro di latte fresco (1,60 euro al supermercato) il produttore incassa 42 centesimi e 25 vanno all’imballaggio. Alberto Fiorillo, responsabile delle aree urbane di Legambiente. «Ci sono casi in cui gli imballaggi vanno non solo ridotti ma eliminati. Ad esempio ogni italiano consuma più di 200 litri di acqua minerale: una follia perché l’acqua del rubinetto è quasi sempre buona. E anche i libretti delle istruzioni degli elettrodomestici, decine di pagine in 14 lingue che quando servono non si trovano mai, sarebbero molto più utili su Internet» (Antonio Cianciullo, la Repubblica 6/3).
LIBRI. Lo scrittore brasiliano Paolo Coelho (100 milioni di copie vendute nel mondo) dedica tre ore al giorno alla caccia dei siti on line in cui si possono reperire copie delle sue opere, in linea di principio illegittime, per suggerire gli indirizzi ai suoi lettori e incoraggiarli ad approfittarne: «Le vendite in libreria hanno beneficiato di questo stratagemma e le case editrici farebbero bene a prenderne nota» (Elisabetta Rosaspina, Corriere della Sera 4/3).
FILM. «Internet è un mezzo stupendo, fai un film e dilaga come una epidemia, te lo vedono in tre-quattro milioni. Il problema è che non ci guadagni niente» (il cartoonist Bruno Bozzetto). (Anna Bandettini, la Repubblica 2/3).
INTERNET. « un peccato che non si possano scaricare da Internet i filetti di vitello o le bottiglie di champagne» (Giorgio Faletti). (Ranieri Polese, Corriere della Sera 4/3).
BARZELLETTE/1. «C’è un dottore che visita un bebé appena venuto al mondo. Invece del vagito, il bimbo si mette a contare, velocissimo: uno due tre quattro cinque sei sette otto nove dieci. La mamma si spaventa: mio Dio, anche suo fratello era così, un altro genio in famiglia no, per carità. Il dottore: non c’è problema, è appena nato, gli tolgo un po’ di materia grigia. Esegue e il bimbo conta solo fino a tre. Ma la mamma insiste: è sempre troppo. Il dottore allora riapre e asporta quasi tutto il cervello. E il bambino, cantando: un, un, uno, uno, Una furtiva lagrimaaa!» (il tenore Rolando Villazón). (Alberto Mattioli, La Stampa 7/3).
BARZELLETTE/2. «A Vicenza c’è la vecchia storiella della lampada di Aladino sotto il Palladio. Esce il Genio e domanda: ”Dimmi cosa vuoi e al tuo vicino darò il doppio”. Il vicentino ci pensa su e risponde ”caveme un ocio”. Capìto come siamo?» (Massimo Calearo, industriale candidato col Pd). (Giovanni Cerruti, La Stampa 7/3).
PIGMEI. «Tra le letture preferite del giovane Hitler, oltre a riviste di astrologia e testi sul ritorno dei Templari e dei cavalieri teutonici, c’erano pubblicazioni esoteriche sul presunto complotto dei pigmei, che avrebbero attentato alla vita di tutti quelli più alti di loro e ucciso Gesù Cristo...». (Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni). (Pierangelo Sapegno, La Stampa 5/3)
SPERANZE. «Mi dicono che alla Pinetina la tensione sta salendo: bene. Ricordo la rimonta sull’Aston Villa della mia Inter. Partivamo dallo 0-2 e quella coppa Uefa valeva l’attuale Champions: c’erano le seconde, terze e quarte del campionato... Alla mattina della partita, il Trap ci mandò sul campo a fare il torello. Eravamo talmente tesi che Berti e Ferri litigarono fino a mettersi le mani addosso... La sera furono tra i migliori: speriamo che qualcuno si picchi pure martedì mattina» (Beppe Bergomi in vista del ritorno di Champions League tra Inter e Liverpool). (La Gazzetta dello Sport 5/3).
MARTELLATE. «Sicuri che si nasca tutti tifosi di calcio? La verità è che te lo fanno entrare nel cervello, a martellate. ovunque, a qualsiasi ora. Se le moto avessero lo stesso spazio, sarebbe uguale» (il centauro Alex De Angelis). (Giulia Zonca, La Stampa 7/3).
ALT. Le piace stare in Italia? «Alt. Io sono brasiliano e risiedo a Montecarlo. Di questi tempi è meglio non fare confusione» (Felipe Massa, pilota della Ferrari). (La Stampa 3/3).
CARROZZERIE. «La Formula 1 è più sicura. La nostra carrozzeria è debole». (Il dramma dello sciatore austriaco Matthias Lanzinger, amputato sotto il ginocchio della gamba sinistra dopo una rovinosa caduta in superGigante, secondo la collega Alexandra Meissnitzer). (Stefano Mancini, La Stampa 5/3).
FANTASIA. «Qui sei solo sempre, anche in allenamento e nuotare è una noia, la fatica mentale non è paragonabile a nessun altro sport. Qui non c’è spazio per la fantasia» (Alberto Castagnetti, ct del nuoto azzurro). (Giulia Zonca, La Stampa 1/3).