Corriere della Sera 6 marzo2008, 6 marzo 2008
Gara di stanchezza. Corriere della Sera 6 marzo2008. Caro Romano, l’università non è certo tra le priorità della nostra classe politica, ma per il suo peggioramento si prodigano alcuni dei suoi operatori
Gara di stanchezza. Corriere della Sera 6 marzo2008. Caro Romano, l’università non è certo tra le priorità della nostra classe politica, ma per il suo peggioramento si prodigano alcuni dei suoi operatori. Naturalmente non tutto è baronia (come si tende a credere) e vi sono molte punte di eccellenza ma credo interessante segnalare una piccola questione che è paradigmatica. Nella mia facoltà è stato deciso che uno studente può ripetere fino a sei volte un esame nel corso di un anno solare. Nel contesto di una internazionalizzazione degli studi, sbandierata a parole e negata nei fatti, ogni confronto con gli standard adottati nei Paesi sviluppati (e non!) è motivo di irrefrenabile ilarità nei colleghi stranieri. Questa decisione ha come conseguenza inevitabile la probabile promozione per sfinimento del docente. Ma forse questo è uno dei tanti metodi con cui si tenta surrettiziamente di aumentare il numero annuale di laureati italiani infischiandosene della loro qualità e preparazione. Giovanni Neri Professore Ordinario di Calcolatori elettronici Dipartimento di Elettronica Informatica e Sistemistica Università di Bologna La selezione in molte università italiane avviene per stanchezza. Se il professore si stanca di esaminare ripetutamente lo stesso studente e decide di liberarsene con la promozione, lo studente rimane e continua stancamente fino alla laurea. Se lo studente si stanca d’essere bocciato, se ne va. Vince, in altre parole, chi si stanca per ultimo.