La Stampa 27 febbraio 2008, DANIELE DANIELA, 27 febbraio 2008
Veronesi la sponsorizza. La Stampa 27 febbraio 2008. Funziona, non funziona? Se in politica se ne parla (spesso senza sapere bene di che cosa si parla), gli scienziati sono ancora divisi sul tema: castrazione chimica per i pedofili
Veronesi la sponsorizza. La Stampa 27 febbraio 2008. Funziona, non funziona? Se in politica se ne parla (spesso senza sapere bene di che cosa si parla), gli scienziati sono ancora divisi sul tema: castrazione chimica per i pedofili. In diversi Stati viene adottata. In America, per esempio, chi si e’ macchiato di gravi reati sessuali e ha accettato sconti di pena a patto di sottoporsi al trattamento farmacologico deve giornalmente recarsi a prendere la sua pillola antilibidine. Ma anche in Europa e’ ammessa. In Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia la «cura» e’ legale da alcuni anni, sempre su base volontaria. La Francia l’ha provata tre anni fa su 48 ex detenuti e di recente Sarkozy l’ha rilanciata. C’e’ chi, come l’andrologo Giovanni Alei, e’ convinto della sua utilita’. «Le sostanze usate bloccano la produzione di testosterone - spiega - e quindi abbattono non solo l’erezione, ma anche il desiderio patologico. I soggetti trattati cosi’ diventano impotenti, ma anche sterili, inclini alla malinconia e al pianto». Una sola riserva: non esiste la certezza che, sospesa la somministrazione, il soggetto possa tornare fertile. Ma il professor Alei fa capire che quello, secondo lui, sarebbe il male minore. Anche Umberto Veronesi, fresco di candidatura nelle liste del Pd, non esclude la possibilita’ di intervenire con mezzi chimici. «Sono convinto - ha detto qualche tempo fa - che i recidivi, i cronici possono essere curati con i farmaci, sempre con il loro consenso». E ha riferito l’intenzione di studiare meglio l’ipotesi, anche alla luce di una terapia sperimentata all’Universita’ Ben Gurion, in Israele. Non e’ d’accordo, invece, Silvio Garattini. Secondo il farmacologo, non c’e’ evidenza che comprovi una reale efficacia. Si usano inibitori del testosterone, sostanze come il c-proterone e il medrossiprogesterone acetato, ma perche’ l’effetto sia duraturo l’individuo dovrebbe essere costretto ad assumerle in modo permanente. «Non e’ dimostrato che bloccando il testosterone si riduca la tendenza alla pedofilia - sostiene -. Tant’e’ vero che la Food and Drug Administration non ha mai concesso tale indicazione per questi prodotti». Inoltre, molti pedofili sono impotenti, ma violentano ugualmente i bambini, spesso servendosi di oggetti. «Il problema e’ ben piu’ complesso - dice Garattini - e parte dal cervello, non dal testosterone. Dunque, obbligare qualcuno a prendere un farmaco della cui efficacia non siamo certi, diventa una forma di abuso». Per non parlare del fatto che, come riferisce il farmacologo, alcuni studi condotti in California e in Canada dimostrerebbero che nei soggetti trattati con questa terapia aumentano i comportamenti violenti. C’e’ poi chi vede nella castrazione chimica «un modo per vendicarsi> >, ma non certo per capire e risolvere il problema. Raffaele Morelli ricorda che soltanto una piccola parte di abusi viene a galla, mentre il sommerso si consuma in famiglia e la maggior parte dei pedofili ha subito violenze nell’infanzia. «Una madre - osserva lo psichiatra - ha una coscienza innata che le permette di cogliere se qualcuno si avvicina al suo bambino. Quando questo non avviene e’ perche’ vive in un ambiente con un maschio che la vessa e le ha fatto perdere la sua capacita’. Di queste cose dobbiamo preoccuparci, in questi campi dobbiamo fare prevenzione». Ma l’argomento non e’ certo di conio recente. Nel 1952, Alan Mathison Turing, illustre matematico inglese, fu arrestato per omosessualita’ e condannato alla castrazione chimica. Due anni dopo, si tolse la vita, mangiando una mela al cianuro di potassio. DANIELE DANIELA