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 2008  marzo 06 Giovedì calendario

MIGLIARDO Federica

MIGLIARDO Federica Messina 30 marzo 1975. Ricercatrice • «’Ma come si fa ad essere carine e scienziate contemporaneamente?”. Un giornalista, in Francia, glielo ha domandato davvero. Forse è stato proprio lì che Federica Migliardo ha deciso che era ora di combattere quello che lei chiama ”lo stereotipo dello scienziato pazzo, chiuso in laboratorio e senza appigli con la realtà”. Una di quelle immagini dure a morire, ancora di più se lo scienziato è donna: ”Tutti pensano a camici bianchi e capelli dritti. Ma una ricercatrice è una donna come le altre, perché non dovrebbe essere femminile?”. E lei femminile lo è davvero, anche nel suo severo maglione blu. Federica, siciliana di Messina [...] è una delle quindici ricercatrici under 35, l’unica italiana, che [...] a Parigi hanno ricevuto la borsa di studio internazionale Unesco- L’Oréal For young woman in life sciences, edizione 2008. [...] ”Nei laboratori privati le donne sono una minoranza: il 2, 3 per cento - lamenta Federica - , nell’Università si genera un meccanismo a forbice per cui le dottorande sono tantissime ma poi, nei posti chiave, le donne si contano sulle dita di una mano”. Una caratteristica tutta italiana, ma non solo: ”Lavoro spesso all’estero nei laboratori internazionali: lì la situazione non è molto diversa”. Da noi, a complicarla, ci sono i finanziamenti sempre troppo bassi. Federica, in questo senso, si ritiene fortunata: lei pur lavorando anche all’estero non è un cervello in fuga, ma nonostante le sue 109 pubblicazioni e i riconoscimenti, il posto fisso in Italia ancora non ce l’ha. Per ora le basta la possibilità di fare ricerca, e se ci sono i premi a regalarle un po’ di notorietà, ben venga. Le era già successo nel 2005, quando ha vinto la borsa di L’Oréal Italia [...]: «Occasioni come queste – dice – sono fondamentali per farsi conoscere, allacciare rapporti, far nascere collaborazioni”. E per combattere i pregiudizi: ”Nella scienza femminile mancano i modelli: siamo ancora fermi a Marie Curie. Ma il mondo è cambiato e anche la ricerca: oggi gli esperimenti da soli non bastano più, ci vuole dialogo, collaborazione e apertura a 360 gradi. Tutti campi in cui le donne hanno molto da dire”. La ricerca a cui sta lavorando Federica, per esempio, tocca tre discipline diverse - chimica, fisica e biologia - e per portarla avanti c’è bisogno di strumenti disponibili in laboratori sparsi per tutta Europa. Alla base del suo lavoro c’è il trealosio, uno zucchero simile al saccarosio per composizione chimica ma con diversa struttura, sintetizzato da una classe di organismi, gli estremofili, abituati a sopravvivere in condizioni estreme: piante e batteri che abitano deserti, vulcani, ghiacci, laghi salati. Il trealosio è un elemento passpartout che potrebbe aprire la strada a tantissime applicazioni: in campo medico (nella cura di malattie degenerative o nella conservazione di farmaci, piastrine, cellule staminali), nell’industria alimentare, persino nella cucina. Uno degli impieghi futuri potrebbe riguardare la conservazione del plasma sotto forma di polvere solubile in acqua: ”Funzionerebbe come un caffé istantaneo - spiega Federica - da usare in condizioni di emergenza, magari da un soldato ferito”. La borsa di studio [...] (40 mila dollari Usa) finanzierà la ricerca per due anni, le prime applicazioni pratiche le vedremo ”tra quattro o cinque”. A parte i ”giochi” che Federica fa per sé, come annaffiare di trealosio il bambù di sua sorella, miracolosamente raddoppiato, o ricreare nel bagagliaio dell’auto il clima del deserto per allevare le piante ”della resurrezione”, quelle che rinascono quando trovano l’acqua. Risvolti ludici di una ricerca lunga e paziente, che sfiora il sacrificio: ”Quando ho in mente un esperimento ci penso sempre, anche a casa. Chi mi ama lo sa: deve dividermi con la fisica. Ma questo per me più che un lavoro è un privilegio”. Frutto di una passione precoce: ”Da bambina ero la più curiosa, la più studiosa. La laurea per me è stata solo il punto di partenza per poter fare ricerca”. Ma nelle scuole, dove va in giro per conferenze, Federica non parla solo di rinunce: ”Vorrei che i ragazzi capissero che una scienziata è una ragazza normale, che va ai concerti e parte con il fidanzato”. La ”crisi delle vocazioni” la preoccupa: ”Tanti giovani sono spaventati dalla scienza, dicono che è lontana dalla realtà. Ma la scienza è la realtà”» (Giulia Ziino, ”Corriere della Sera” 6/3/2008).