La Stampa 24 febbraio 2008, Francesco Grignetti, 24 febbraio 2008
Tutti i mostri di Firenze. La Stampa 24 febbraio 2008. La storia Il punto sull’inchiesta a quarant’anni dal primo omicidio Tutti i MOSTRI di FIRENZE Dietro i delitti una ’’compagnia’’ di nove sospetti: medici, prostitute,satanisti Dapprima fu un serial killer, un lupo solitario, un assassino dagli occhi di ghiaccio di nome Pietro Pacciani
Tutti i mostri di Firenze. La Stampa 24 febbraio 2008. La storia Il punto sull’inchiesta a quarant’anni dal primo omicidio Tutti i MOSTRI di FIRENZE Dietro i delitti una ’’compagnia’’ di nove sospetti: medici, prostitute,satanisti Dapprima fu un serial killer, un lupo solitario, un assassino dagli occhi di ghiaccio di nome Pietro Pacciani. Poi pero’ gli assassini divennero un gruppo, detti «i compagni di merende». Ed erano almeno in tre: Pacciani, morto giusto dieci anni fa, Gianfranco Lotti e Mario Vanni. Il «Vampa», il «Katanga» e il «Torsolo». Ma quei tre paesani semianalfabeti, fuori di testa, e fissati con il sesso mercenario, non potevano spiegare tutto. E quindi ecco che le indagini sono andate avanti, ben oltre i risultati del primo processo. Si sono allargate al cosiddetto «secondo livello» cercando i mandanti degli omicidi. Altri Mostri. Ovvero un piccolo circuito di professionisti della zona, con villa in campagna e barca a Punta Ala. Nove in tutto: un farmacista, un orafo, un medico dermatologo, un ortopedico, uno stilista americano (nel frattempo deceduto), un imprenditore, un ricco svizzero (morto anche lui), un medico perugino (il famoso Narducci, di cui avrebbero scambiato il corpo, e che secondo l’accusa si sarebbe suicidato nel lago Trasimeno o forse sarebbe stato ucciso dai complici), e infine un ex appuntato dei carabinieri. E l’elenco non e’ finito: c’e’ di mezzo pure un giornalista, Mario Spezi, che e’ finito in galera con l’accusa di avere depistato le indagini per favorire il suo amico Calamandrei. Cosi’ come a Perugia sono indagati un ex questore e un ex colonnello dei carabinieri per aver permesso quel presunto scambio di corpi. «Crediamo di aver sufficientemente ricostruito un ambiente di luoghi, di persone, e soprattutto di perversioni». Cosi’ parlo’ il pm Paolo Canessa, all’udienza del 28 novembre scorso, quando concluse la sua arringa. E il suo collega Alessandro Crini: «Bisogna prendere atto che la vicenda si e’ articolata con tempi diversi e persone diverse». Chiosa di Fabrizio Corbi, illustre avvocato che assiste le famiglie di due vittime francesi, Nadine Mauriot e Jean Kraveichvili: «I pm sono stati bravi, mi hanno convinto». Altro che Mostro, dunque. Piuttosto una compagnia di Mostri. Che e’ poi quanto sostiene l’Investigatore, Michele Giuttari, il poliziotto che ha dedicato tutta la sua vita a questa caccia. Della compagnia dei Mostri, pero’, uno solo e’ finito sotto processo (finora) e cioe’ il farmacista di San Casciano, Francesco Calamandrei. Un processo molto particolare, di tipo «abbreviato», per cui i testimoni non vengono interrogati ne’ controinterrogati. Il dibattimento percio’ corre veloce. Ha parlato la pubblica accusa. Sono intervenuti i legali di parte civile per conto delle vittime. Presto tocchera’ ai difensori, gli avvocati Gabriele e Nicola Zanobini. Poi verra’ la sentenza. «I pm - dice l’avvocato Corbi - ci hanno convinto che Calamandrei e’ l’intermediario tra il primo livello dei ’’compagni di merende’’, che frequentavano la villa di un mago locale, tal Salvatore Indovino, e il secondo livello, i professionisti che bazzicavano villa La Sfacciata». Sarebbe stato li’, in questa villona dal nome curioso, presa in affitto negli Anni Ottanta da uno svizzero, tal Reinecke, che la presunta setta massonico-pedofila-satanista s’incontrava. La principale testimone sui fatti di villa La Sfacciata si chiama Gabriella Ghirighelli, ex prostituta. Un racconto, il suo, che merita di essere riportato senza commenti: «Nel 1981 vi era un medico che cercava di fare esperimenti di mummificazione... Il Lotti disse che questo medico svizzero a seguito di un viaggio in Egitto era entrato in possesso di un vecchio papiro dove erano spiegati i procedimenti per la mummificazione dei corpi. Detto papiro mancava pero’ di una parte che era quella relativa alla mummificazione delle parti molli, tra cui il pube e il seno. Mi disse che era per quello che venivano mutilate le ragazze nei delitti del cosiddetto Mostro. Mi spiego’ che la figlia di questo medico nel 1981 era stata uccisa e la morte non era stata denunciata, tanto che il padre aveva detto che era tornata in Svizzera per giustificarne l’assenza. Il procedimento gli necessitava proprio per mummificare il cadavere della figlia che custodiva nei sotterranei> >. Ora, e’ ben difficile da credere a questo movente che avrebbe scatenato sedici omicidi e unito un gruppo di sadici perversi. E cioe’ che a villa La Sfacciata si facessero esperimenti per la mummificazione dei corpi basandosi su un antico papiro egizio. L’avvocato Zanobini, che difende l’imputato Calamandrei, e’ sarcastico: «E in che lingua era mai scritto, questo benedetto papiro? In egizio o in tedesco? O forse in italiano?». Ma anche un suo avversario come il professor Corbi ammette: «Sicuramente era una fola. Ma a noi importa sapere soltanto che qualcuno l’abbia raccontata a Pacciani e a Lotti, che se la sono bevuta, e l’hanno poi detto alla Ghirighelli». Francesco Grignetti