Il Sole 24 ore 24 febbraio 2008, Cristina Battocletti, 24 febbraio 2008
Presidente senza trucchi. Il Sole 24 ore 24 febbraio 2008. «Chiunque abbia realmente qualcosa da dire non ha bisogno di truccarsi», sentenziò Angela Merkel un anno prima di diventare capo del governo tedesco
Presidente senza trucchi. Il Sole 24 ore 24 febbraio 2008. «Chiunque abbia realmente qualcosa da dire non ha bisogno di truccarsi», sentenziò Angela Merkel un anno prima di diventare capo del governo tedesco. Allora ancora non sapeva che avrebbe rapidamente fatto marcia indietro e che avrebbe condotto la sua battaglia politica anche con il tailleur giusto e il make up adeguato, perché questo chiedevano gli elettori. Situazioni attraverso le quali sono passate le altre ”colleghe” che nel mondo sfidano le altissime sfere del potere saldamente in mano agli uomini: Condoleeza Rice e Hillary Rodham Clinton negli Stati Uniti, Ségolène Royal in Francia, Michelle Bachelet in Cile e Cristina Kirchner in Argentina. Lo spiega bene Potere rosa, di Elena Molinari, che racconta i problemi aggiuntivi che deve affrontare una signora quando ambisce a entrare nella stanza dei bottoni. Certo, se Margaret Thatcher teneva sempre la borsetta appesa al gomito anche quando riceveva i capi di Stato per ricordare che era pur sempre una donna e mitigare il mito del suo soprannome "lady di ferro", oggi Condoleeza e Hillary se la fanno portare dagli assistenti uomini. Ma la verità è che quando Rodham Clinton decise di candidarsi alla guida della Casa Bianca la domanda più frequente che le rivolgeva lo stesso elettorato femminile era: «Ma l’America è pronta ad avere un presidente donna?». Figuriamoci in Italia, dove si discute ancora di quote rosa e le donne sono a capo di ministeri che riconducono al focolare: dalle pari opportunità, alla famiglia, alla sanità. Molinari racconta della difficoltà di queste signore a liberarsi da figure maschili necessarie per affermarsi come alte interlocutrici della politica. Cosiddetti padrini, ingombranti sul fronte personale e della carriera. A Rice ci sono voluti anni per accreditarsi come esperta di politica estera e riuscire a sganciarsi alla fine dal declino di George W. Bush; Merkel ha dovuto ripudiare il suo mentore Helmuth Kohl; Ségolène ha oscurato il marito Hollande, che si sarebbe candidato volentieri al suo posto per l’Eliseo. Tutte comunque hanno pagato un prezzo nella vita personale, in termini di legami affettivi, e hanno dovuto dimostrare di valere due volte più dei colleghi maschi, a cui nessuno ha mai chiesto di ricorrere all’immagine di fedeltà coniugale o di modello genitoriale per fugare i dubbi degli elettori, o che non si sono mai sentiti accusare, come è capitato a Rice, di non capire le conseguenze della guerra per mancanza di prole. Intanto però qualcuna ce l’ha fatta o almeno ci ha provato. E il libro, pur sconfortante nelle sue analisi, lascia la speranza che in un futuro, magari non lontano, per varare una giusta legge una donna non avrà bisogno di una messa in piega perfetta. Cristina Battocletti