Il Sole 24 ore 1 marzo 2008, Isabella Bufacchi, 1 marzo 2008
«Palazzo Italia» vale 48 miliardi. Il Sole 24 ore 1 marzo 2008. Sono 9.655 immobili, cielo-terra, e valgono 48,3 miliardi di euro
«Palazzo Italia» vale 48 miliardi. Il Sole 24 ore 1 marzo 2008. Sono 9.655 immobili, cielo-terra, e valgono 48,3 miliardi di euro. Sono di proprietà dello Stato e vengono utilizzati dallo Stato. Ecco i grandi numeri di una monumentale opera di "censimento mirato", realizzata dall’Agenzia del Demanio e circoscritta al patrimonio pubblico a uso governativo che include tra l’altro il demanio storico artistico (senza musei e monumenti), palazzi prestigiosi come le sedi di ministeri, Camera e Senato, le caserme dei carabinieri (ve ne sono di spettacolari), Tribunali e questure e che esclude i beni del demanio militare. Ma lo Stato non è solo un ricco proprietario di immobili: è anche un generoso affittuario perché paga 6.600 contratti di canoni di affitto su altrettanti immobili di proprietà di terzi, con locazioni passive su un patrimonio immobiliare (non suo) pari a 10 miliardi di euro. La pubblicazione di questi due corposi elenchi costituiti da oltre 16.250 immobili a uso governativo o con locazione passiva, con relativi valori collegati a stime dell’Omi (Osservatorio del mercato immobiliare) e da ieri disponibili sul sito dell’Agenzia del Demanio, adempie il comma 618 della Finanziaria 2008 mirato al contenimento dei costi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio pubblico: entro il 29 febbraio infatti al Demanio è stato richiesto di pubblicare gli elenchi con i valori degli immobili cui devono far riferimento le amministrazioni statali «per la definizione dei limiti di spesa per le manutenzioni ordinarie e straordinarie». L’obiettivo è quello di abbattere gli sprechi e contenere la spesa pubblica: con un risparmio previsto in termini di indebitamento netto non inferiore a 650 milioni per il 2008, 465 per il 2009 e 475 dal 2010. I 48 miliardi di immobili statali a uso governativo ripartiti per Regioni confermano un’Italia più ricca, sotto questo profilo, sul versante tirrenico e nelle aree caratterizzate da economie solide: il Lazio troneggia su tutte le Regioni con un valore senza rivali a quota 12,6 miliardi, seguito dall’Emilia Romagna (4,8 miliardi), dalla Toscana (4,7) e dalla Campania (4,5). Si scende a 3,7 miliardi per la Lombardia e 3 miliardi per il Veneto con l’ultimo posto di questa graduatoria regionale assegnato al Molise (61 milioni di euro per 30 immobili a uso governativo). Il confronto tra il Nord e il Sud d’Italia è invece "inquinato" da proprietà immobiliari disomogenee perché deve tener conto delle dogane e degli immobili della Difesa, storicamente concentrati nelle Regioni settentrionali ma ora in via di dismissione. Il valore delle quasi 10mila proprietà dello Stato a uso governativo emerso in questo censimento dell’AdD pilotato dal direttore Elisabetta Spitz è a prima vista più del doppio rispetto ai 20,78 miliardi registrati dalla Ragioneria generale dello Stato alla voce «beni assegnati in uso governativo compresa la dotazione del presidente della Repubblica» dell’ultimo conto generale del patrimonio dello Stato del 2006. Ma il confronto dei due valori, 48 miliardi contro 19 (se si esclude la dotazione) richiede alcune elaborazioni. Il Demanio nel suo elenco ha utilizzato informazioni tecnico-fisiche sulla base del censimento dei beni dello Stato e dei dati relativi ai valori di mercato riportati dalla banca dati Omi dell’Agenzia del territorio: valori che si avvicinano molto ai prezzi di mercato anche se non esprimono un importo in euro collegato direttamente a un atto di vendita. I valori in questa lista sono stati calcolati assumendo uno stato di salute "normale", e dunque medio, degli immobili. Questa scelta tiene conto del fatto che la norma prevede limiti di spesa proporzionali rispetto al valore dei beni e quindi questa "normalizzazione" non dovrebbe penalizzare gli immobili che si presentano in condizioni peggiori. La Ragioneria invece si avvicina di più ai valori di libro anche se sul suo conto del patrimonio dello Stato tra il 2002 e il 2006 le consistenze degli immobili a uso governativo sono lievitate da 15,5 a 20,7 miliardi, per tener conto dell’andamento del mercato immobiliare. Un altro fattore decisivo ai fini di questo confronto è l’inserimento nella lista del Demanio del patrimonio storico artistico (senza musei e monumenti) a uso governativo, immobili che per la Ragioneria hanno valore zero in quanto inalienabili. Dopo il censimento dei beni immobili pubblici, questa nuova opera dell’AdD sugli usi governativi e sulle locazioni passive dovrebbe avere sui conti dello Stato due effetti benefici: al di là della riduzione immediata dei costi di manutenzione straordinaria e ordinaria, che dovranno orbitare rispettivamente attorno al 3% e 1% del valore Omi dell’immobile, sul medio-lungo termine questi elenchi dovrebbero incentivare il cammino della razionalizzazione degli spazi, della delocalizzazione e della valorizzazione degli immobili pubblici. Isabella Bufacchi