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 2008  marzo 01 Sabato calendario

Il Festival perde interesse. Il Sole 24 ore 1 marzo 2008. Se va bene, Sanremo farà vendere – tra compilation, singoli, album e tutto il resto – 400mila dischi

Il Festival perde interesse. Il Sole 24 ore 1 marzo 2008. Se va bene, Sanremo farà vendere – tra compilation, singoli, album e tutto il resto – 400mila dischi. La gran parte nelle prossime settimane. Poco, meno di due punti percentuali, sul totale di un mercato che, in forte calo da anni, vale circa 211 milioni di euro. Nel 1965 – ha ricordato Marino Bartoletti, in commissione big – la musica del Festival muoveva 25 milioni di dischi. Nel 1965 si chiudeva il Concilio Vaticano II e il presidente Giuseppe Saragat inaugurava l’Italsider a Taranto. Nascevano i Doors e i Pink Floyd, mentre all’Ariston vinceva Bobby Solo, con "Se piangi, se ridi". Oggi, dopo 43 anni, il Festival è più o meno lo stesso. Ma la musica se n’è andata altrove. Su internet. In Italia sono 8 milioni – più dei telespettatori di Raiuno – gli utenti di eMule, la più diffusa piattaforma di file sharing: ragazzi, soprattutto, che in modo illegale scaricano centinaia di tracce musicali ogni giorno (e di notte). Contribuendo a stritolare l’industria discografica. «In Italia i cd falsi valgono più di 50 milioni di euro, il 25% delle vendite legali: da noi la pirateria è la prima major, siamo nella black list degli Stati Uniti. Su internet – dice Enzo Mazza, presidente della Fimi – non possiamo avere dati, ma il 30% di ricavi che il mercato ha perso in due anni in gran parte è dovuto alla concorrenza del peer to peer illegale». Che cosa si può fare? «Le leggi ci sono, le forze dell’ordine fanno un gran lavoro – spiega il presidente di Sony Italia, Rudy Zerbi ”, ma alla fine non si riesce a incidere sul fenomeno: vanno coinvolti gli internet server provider, e le sanzioni devono funzionare da deterrente come avviene in Francia o in Inghilterra». Le case discografiche stanno spingendo molto sul download legale come ricorda Filippo Sugar, figlio di Caterina Caselli e presidente della Sugar, la principale etichetta indipendente italiana. «Iniziative che legano pubblicità e diffusione legale, gratuita, su internet delle canzoni, vanno sostenute – sottolinea Sugar ”. Per noi poi è fondamentale allargare il mercato oltre i confini nazionali: come abbiamo fatto con Andrea Bocelli, come stiamo facendo con Elisa e i Negramaro». Si spera nel gran finale A Sanremo gli organizzatori del Festival sperano nel gran finale. Gli ascolti non sono stati un granché nemmeno nella serata di giovedì. In media la terza serata della kermesse è stata vista da 6,1 milioni di italiani, con un calo del 31% rispetto agli 8,9 milioni del 2007. Alla Rai – nonostante le smentite del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce – stanno già pensando a Paolo Bonolis. Con le aziende sponsor i conti si faranno alla fine. «Di certo si deve prendere atto che il Festival non è più un evento, perché in questa tv non ci sono più eventi. Il mondo è cambiato e qualcuno non se n’è ancora accorto: il Festival non è riuscito a fare il salto di qualità, a diventare multipiattaforma», sostiene l’esperto di media Francesco Siliato. «La contaminazione Baudo-Chiambretti è interessante – dice Alessandro Mandelli, ceo di Havas Media ”, ma non è servita a fermare un flop che è strutturale. Inguardabili poi certe telepromozioni: appiccicate al programma e senza qualità». Scendono le scommesse Sul Festival verranno scommessi poco più di 100mila euro, secondo le stime dell’agenzia Agicos. La metà delle giocate raccolte nel 2007, meno anche di quanto totalizzato nel 2006 (380mila euro) e nel 2005 (oltre 500mila euro). Superfavorito secondo i bookmaker il duo Di Tonno-Ponce. In tutto il mondo La finale di oggi verrà trasmessa (oltre che da Rai International) anche dalla tv di Albania, Bosnia, Georgia, Grecia, Kosovo e Moldavia. Con tutto il rispetto, non proprio l’avanguardia della musica. Il tassista Bruno dice che: «All’inizio preferivo la valletta bruna, ma poi... mi è più simpatica, quella bionda, nordica». L’edicolante del centro chiede: «Perché i cantanti non si vestono più eleganti? Sembrano tutti poveracci». Luca Veronese