Italia Oggi 29 febbraio 2008, Giampiero Di Santo, 29 febbraio 2008
Scatta l’inchiesta della Gabanelli. Italia Oggi 29 febbraio 2008. un’inchiesta con il telecomando, partita il 13 maggio 2007 dalla trasmissione televisiva Report di Milena Gabanelli ed entrata ieri nel vivo con le perquisizione della Guardia di finanza nelle abitazioni e negli uffici di Alessandro Benedetti, nel 2005 rappresentante legale della Weather investment srl
Scatta l’inchiesta della Gabanelli. Italia Oggi 29 febbraio 2008. un’inchiesta con il telecomando, partita il 13 maggio 2007 dalla trasmissione televisiva Report di Milena Gabanelli ed entrata ieri nel vivo con le perquisizione della Guardia di finanza nelle abitazioni e negli uffici di Alessandro Benedetti, nel 2005 rappresentante legale della Weather investment srl. Tutti nomi eccellenti, Fulvio Conti, oggi amministratore delegato dell’Enel e all’epoca dei fatti direttore finanziario del colosso elettrico, e il magnate egiziano delle telecomunicazioni, Naguib Sawiris, oltre all’amministratore delegato della Wind, Luigi Gubitosi. Accusati di corruzione dai pm romani Giuseppe Casini, Giuseppe De Falco e Rodolfo Sabelli, per una tangente di 90 milioni di euro che sarebbe stata distribuita sotto forma di consulenze nell’ambito dell’operazione di cessione, da parte dell’Enel, di Wind alla Orascom di Sawiri. Dietro quella vendita, avvenuta a senza «procedere a gara», secondo gli inquirenti si celerebbe una maxitangente. E a beneficiarne, secondo le ipotesi dei pm, sarebbero stati appunto «Fulvio Conti, all’epoca dei fatti direttore finanziario di Enel spa e in quanto tale pubblico ufficiale, trattandosi di società a prevalente partecipazione statale, e altri pubblici ufficiali allo stato non identificati». I magistrati sostengono che tutti gli indagati avrebbero ricevuto il denaro «per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio», cioè per favorire l’acquisizione del terzo gestore italiano della telefonia mobile, appunto Wind, «da parte di società riferibili al Sawiris». L’operazione, oltre 12,2 milioni di euro, fece nascere numerosi dubbi proprio per i cosiddetti costi di transazione, tra i 400 e i 414 milioni di euro, di cui 317 alle banche che erogarono all’imprenditore egiziano i soldi necessari per l’acquisto, e 97 per le consulenze varie prestate tra l’altro da Alessando Benedetti, intermediario dell’operazione. Anche perché secondo le testimonianze raccolta dalla Gabanelli nella puntata di Report dal titolo «Il mistero del faraone», il fondo americano Blackstone, all’epoca dei fatti, avrebbe presentato un’offerta superiore rispetto a quella di Orascom: 12,8 miliardi contro gli 11,7 iniziali di Sawiris, poi diventati 12,13 grazie, secondo quanto riportato dal servizio giornalistico, «all’alta dirigenza dell’Enel, che fece partire una telefonata a Sawiris e Benedetti per fagli fare una nuova offerta, che arriva a 12,13 miliardi». Proprio quel presunto imtervento dei vertici del colosso elettrico avrebbe insospettito gli inquirenti. Che per di più potrebbero chiedere lumi sul prezzo, poco più di 12 miliardi dopo che l’Enel ne ebbe investiti 17 nella Wind. Che però aveva un carico di debiti notevole e ormai non era più interessante per un’azienda che aveva deciso di puntare esclusivamente sul business dell’energia. Per ora, comunque, oltre ai nomi di Conti, Benedetti, Sawiris e Gubitosi, non si hanno notizie di indagini su Paolo Scaroni, ora ad dell’Eni ma nel 2005 capo azienda dell’Enel. Ma già adesso è un terremoto. Non a caso, il consiglio di amministrazione dell’Enel ha espresso «totale solidarietà fiducia e supporto all’amministratore delegato, Fulvio Conti». E ha precisato che gli unici consulenti incaricati per l’occasione furono gli advisor finanziari e legali, Morgan Stanley, Merril Lynch e studio Chiomenti». Conti ha detto di non avere nulla da nascondere e si è dichiarato «determinato a fare chiarezza sull’estraneità dell’Enel e mia». Anche Benedetti si è detto certo che dai documenti sequestrati emergerà «che l’operazione è stata da me condotta con totale trasparenza, legalità e correttezza». Ambienti vicini a Wind, invece, fanno notare che Gubitosi, nel 2005, era ancora un dirigente della Fiat. Giampiero Di Santo