Affari & finanza 3 marzo 2008, VALERIO MACCARI, 3 marzo 2008
La rivoluzione lenta dell’ebook. Affari & finanza 3 marzo 2008. Dopo oltre vent’anni di false partenze e delusioni commerciali, per l’ebook – il libro digitale, da leggere su computer o dispositivi portatili – sembra essere arrivato il punto di svolta
La rivoluzione lenta dell’ebook. Affari & finanza 3 marzo 2008. Dopo oltre vent’anni di false partenze e delusioni commerciali, per l’ebook – il libro digitale, da leggere su computer o dispositivi portatili – sembra essere arrivato il punto di svolta. E il 2008 potrebbe essere l’anno dell’affermazione definitiva. Lo dicono gli analisti di Global Industry Analysts, che ne prevedono una penetrazione nell’uso di tutti i giorni simile a quella degli mp3. E lo dicono, soprattutto, i dati di vendita. Dal 2002 ad oggi, infatti, il mercato degli ebook è letteralmente esploso, aumentando di più di più di 5 volte il suo valore, con una crescita del 193% negli ultimi due anni. E nel 2007 i ricavi della vendita all’ingrosso (al netto, cioè , di quanto guadagnato dai rivenditori) hanno raggiunto nel solo Nord America i 7 milioni di dollari. Un risultato modesto, soprattutto se confrontato alle cifre multimiliardarie dell’industria del libro tradizionale, ma inimmaginabile fino a pochi anni fa. Il mercato dei libri, infatti, non è stato trasformato dalle nuove tecnologie come è avvenuto invece in altri settori. E mentre le canzoni digitali hanno rivoluzionato l’industria musicale e le abitudini dei consumatori, gli ebook non hanno mai raggiunto una diffusione di massa. Sebbene popolari nel mondo dell’autopubblicazione, sono rimasti prodotti di nicchia, usati dalle case editrici soprattutto per la manualistica e la riproduzione di titoli fuori catalogo. Ma per tutti gli altri generi, finora, i lettori avevano sempre preferito la carta allo schermo. Colpa, soprattutto, della mancanza di un dispositivo che ne permettesse una fruizione comoda come quella di un libro. E così gli ebook, anche se più economici e facili da trasportare e conservare rispetto ai media tradizionali, non sono riusciti a far presa sui consumatori. La svolta è arrivata un paio di anni fa, con l’introduzione dei display a tecnologia Eink, in grado di offrire una qualità di lettura paragonabile a quella del testo su carta. Grazie a questo nuovo tipo di schermi, gli ebook reader di ultima generazione, come il Reader di Sony e il Kindle di Amazon, hanno iniziato a godere di un discreto successo commerciale. «L’arrivo di dispositivi che finalmente rendono piacevole la lettura di libri digitali spiega Nick Bogaty, direttore esecutivo dell’International Digital Publishers Forum – è uno dei quattro fattori che ritengo necessari perché il mercato decolli. Ma bisogna fornire ai consumatori anche grandi contenuti, ebook semplici da usare e un modello commerciale adatto». Sony e Amazon, fra le aziende più attive nel settore, hanno adottato il modello pensato da Apple per l’iPOd, creando un ecosistema che integri store online e dispostivi di lettura. Il modello sembra funzionare soprattutto per il Kindle che, assicurano alla Amazon, sta vivendo un successo a là Nintendo Wii. E c’è chi scommette che la Amazon stessa possa diventare il power player del mercato dei libri digitali, proprio come Apple nell’industria musicale. Magari imponendo, finalmente, uno standard defacto. A pesare sullo sviluppo degli ebook, infatti, c’è ancora la mancanza di un formato forte che, come gli mp3 per i file musicali, sia compatibile con tutti i lettori. Anche perchè i pdf (i file in Portable Document Format, il formato introdotto da Adobe) che su Internet fanno la parte del leone e che sono compatibili con quasi tutte le piattaforme, non sono adatti alla lettura su piccolo schermo. E così, sia il Sony Reader che il Kindle possono leggerli solo dopo conversioni "sperimentali", che non mantengono la formattazione iniziale del documento. Altro problema, la mancanza di un sistema di Digital Right Management condiviso ed efficiente: "quello della Sony dice Bogaty prevedeva la cancellazione dei testi acquistati dopo 60 giorni, ed è stato uno dei prinicipali motivi della mancata adozione da parte degli utenti dei primi lettori della casa giapponese". Sarà forse per questo motivo che, parallelamente all’espansione dell’ebook, l’editoria digitale sta studiando nuove forme di digitalizzazione dei contenuti. Come i blook, l’ibrido tra blog e libro che sta prendendo piede soprattutto nel mercato dell’autopubblicazione: gratuito, si finanzia attraverso la pubblicità, un po’ come avviene per i giornali online. O i webserial, novelli romanzi d’appendice pensati esclusivamente per la fruizione via internet. Un processo simile è già stato sperimentato, con successo, dagli autori di fumetti. E i webcomics, le strisce periodiche su sito, sono ormai una realtà significativa. E nel tentativo di occupare tutte le nicchie del mercato dei libri digitali, stanno nascendo anche nuove forme di contenuto, più adatte dei classici romanzi alla fruizione sui dispositivi elettronici. In Giappone, ad esempio, si sono ormai diffusi i keitaishosetsu, i "romanzi da cellulari". Testi molto più brevi delle loro controparti cartacee (ogni keitaishosetsu si compone di un massimo di 500 minischermate), vengono scaricati direttamente da cataloghi online. Il più famoso, Maho no iland, ha più di 3 miliardi di contatti al mese. Il grande successo di questi libri da telefonino ha attirato anche l’attenzione degli autori. E sono tantissimi, soprattutto fra gli emergenti, gli scrittori che decidono di cimentarsi nella "nuova" arte, attirati dalla maggiore facilità di pubblicazione e distribuzione del testo. E grazie a loro apporto anche gli utenti vivono una nuova ondata di interesse per i testi digitali. Secondo un’indagine dell’Osservatorio Permanente, ormai il 14% della popolazione può essere definita consumatrice di contenuti culturali digitali. La rivoluzione lenta dell’ebook, insomma, sembra ormai essere arrivata. Certo, resta il problema dei costi. Non tutti hanno la fortuna e la disponibilità mentale di Elfriede Jelinek, autrice austriaca premio Nobel per la letteratura nel 2004, che scrive romanzi direttamente in rete: «La verità è che alla libertà che il web offre non corrisponde ancora un ritorno economico certo. Ma non lo cerco: non sono interessata alle pressioni del mercato. Non le ho mai avvertite o, forse, non le ho mai volute avvertire: e non mi sono mai lasciata influenzare. Volevo fortemente impegnarmi in questo esperimento, e alla fine ho ottenuto i risultati che desideravo. Ma devo ringraziare il premio Nobel che me lo consente. Solo dopo averlo vinto, infatti, posso permettermi finanziariamente di regalare la mia letteratura». VALERIO MACCARI