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 2008  marzo 03 Lunedì calendario

Caio, l’italiano che disegnerà le reti di Sua Maestà. Affari & finanza 3 marzo 2008. Negli ultimi anni la Gran Bretagna non è stata certo tenera con l’Italia

Caio, l’italiano che disegnerà le reti di Sua Maestà. Affari & finanza 3 marzo 2008. Negli ultimi anni la Gran Bretagna non è stata certo tenera con l’Italia. Le sue testate più autorevoli, dall’Economist al Financial Times, ci hanno presentato come un paese in inesorabile declino, che avrebbe bisogno di radicali riforme politiche, economiche, istituzionali, ma che difficilmente sembra in grado di realizzarle, sia che al governo ci sia il centrosinistra, sia che ci sia il centrodestra. Eppure, paradossalmente, negli ultimi mesi il Regno Unito ha deciso di affidarsi almeno due volte agli italiani, per settori importanti della sua vita nazionale. Il primo chiamato a rimettere le cose a posto sulle rive del Tamigi è stato Fabio Capello, plurivincitore di titoli sul continente, a cui la Football Association ha chiesto di fare altrettanto come allenatore dell’Inghilterra del pallone. Adesso un compito in qualche modo simile è stato assegnato da Gordon Brown a Francesco Caio, uno dei più esperti manager di telecomunicazioni in Europa, a cui nei giorni scorsi il primo ministro ha dato l’incarico di trovare il percorso da indicare per la prossima generazione di reti ultraveloci, ovvero di pensare il futuro della banda larga in questo paese. Il suo compito, coadiuvato da industrie e associazioni del settore, afferma il comunicato del governo Brown, sarà quello di "individuare eventuali barriere potenziali all’introduzione delle nuove reti e delle nuove tecnologie, valutare come minimizzare i costi per il settore privato, valutare il contesto in cui si svilupperà questo processo, valutarne la compatibilità con il sistema regolamentare britannico ed europeo, e chiarire le varie opzioni strutturali". Un impegno di grande respiro, dunque, per una nazione che è già all’avanguardia in Europa nel campo della diffusione della banda larga e che vuole diventare ancora di più un leader mondiale nelle telecomunicazioni digitali. Il gruppo di lavoro che sarà presieduto da Caio dovrà presentare un rapporto l’autunno prossimo al cancelliere dello Scacchiere ovvero al ministro del Tesoro, Alistair Darling, e al ministro per gli Affari e la Competitività, Shriti Vadera, dai quali è partita l’idea di commissionare un’indagine in materia. "Dobbiamo guardare avanti ora, adottando misure e tecnologie del futuro che ci permettano di non restare indietro domani", ha commentato il ministro Vadera. "Dovrò discutere sia con gli operatori del settore, sia con le società dei media a partire dalla Bbc, e trovare soluzioni valide", ha detto Caio da parte sua. Non gli fa effetto che la Gran Bretagna abbia scelto un italiano per disegnare questa mappa del futuro in un settore strategicamente ed economicamente tanto importante? "Credo che certe iniziative vadano ormai viste all’interno di un quadro europeo", è la sua risposta. "Diventa sempre più rilevante la dimensione continentale, in particolare in settori come le comunicazioni, che oltrepassano le frontiere". Londra, del resto, per Francesco Caio è come una seconda casa, se non addirittura ormai la prima. Questo ingegnere napoletano di 50 anni, dai caratteristici baffi e dagli occhiali di foggia un po’ antiquata, ha iniziato la sua carriera oltre vent’anni fa proprio all’ombra del Big Ben, presso la società di telecomunicazioni McKensey and Co, dal 1986 al 1991. Poi è rientrato in Italia, dove è stato l’amministratore delegato della Omnitel, fino al 1996, della Olivetti, dove si occupava di telecomunicazioni e programmi multimedia, fino al 1997, della Merloni fino al 2000. Nell’aprile del 2000 ha fondato Netscalibur, società con una dotazione di fondi per 235 milioni di dollari provenienti prevalentemente dalla Morgan Stanley e dalla Capital Partners, nell’aprile 2003 è diventato presidente del gruppo britannico di telecomunicazioni Cable & Wireless, che ha lasciato tre anni più tardi. Attualmente è presidente della banca d’affari americana Lehman Brothers International. E in tutti questi anni, facendo la spola tra Londra e l’Italia, è stato più volte candidato, indicato, chiacchierato per altre numerose posizioni ai vertici delle aziende di telecomunicazioni italiane, britanniche, europee. Nel mondo della City londinese, ai convegni di banchieri come a quelli di manager, il suo è un nome e un volto ben noto, che tutti conoscono. Ora, con il prestigioso incarico ricevuto da Gordon Brown, lo sarà anche di più. Come com’è conosciuto il suo nome, da anni è conosciuto il suo pensiero. E del "Caiopensiero" oggi si può fare una summa, immaginando che queste saranno in parte le stesse cose che ripeterà confidenzialmente a Brown, a Darling, ai suoi interlocutori nel nuovo ruolo di "consigliere per la banda larga" del governo britannico. Ascoltiamolo dunque. "Quali sono i fattori che caratterizzano il nuovo rapporto della tecnologia con noi e la società in cui viviamo?", ha detto Francesco Caio a un recente convegno, elencandone poi alcuni: "Grande diffusione mediatica, permanenza dell’informazione e asincronia, disintermediazione, abbassamento dei costi di transazione, estensione dell’etica del possibile". Poi ha citato il grande sociologo inglese Zygmunt Bauman e la sua idea di "vita liquida" per aggiungere altri concetti a questo nuovo rapporto tra progresso tecnologico e esseri umani: modernità e paura, età dell’incertezza, movimento e nomadismo. Sentiamo ancora, durante la sua conferenza dell’autunno scorso, sul tema del "mondo a banda larga", appunto: "Occorre analizzare tre fenomeni tecnologici per capire cosa sta succedendo nel mondo del web. La banda larga consente oggi a 350 milioni di persone di interagire velocemente. Fondamentale, ecco il fenomeno numero due, è la crescita del protocollo IP con separazione tra i servizi. E ultimo, ma non meno importante, è il fenomeno del rapido sviluppo di terminali digitali potenti, che andranno ad affiancare il personal computer ampliando il pubblico di Internet. Queste trasformazioni modificano gli attributi delle informazioni, che oggi sono diventate ubique, permanenti e simmetriche. Il protocollo IP slega l’informazione dal luogo. Oggi un podcast o la tivù on demand, a richiesta, consentono di fruire dei contenuti in ogni occasione e vi è simmetria tra l’informazione dei media mainstream ovvero tradizionali e quella per esempio dei blogger. C’è inoltre un grande appetito nei confronti dell’interazione. Le telecomunicazioni e la carta stampata hanno creato valore in passato perché hanno sfruttato la coesistenza tra rete e servizio. Ma oggi il broadcaster non è più in grado di ancorare il consumatore esclusivamente al proprio servizio". Per Caio, è in corso una grande rivoluzione tecnologica. "Ogni tanto ci si convince di aver già visto tutte le rivoluzioni possibili e di avere davanti un tranquillo periodo in cui basterà gestire bene l’esistente. Ma non è così. Il mondo delle telecomunicazioni non ha ancora digerito la rivoluzione dei telefonini cellulari, che non è ancora finita, e già si appresta a viverne un’altra. Una rivoluzione di dimensioni colossali che coinvolgerà molti aspetti della nostra vita, la rivoluzione della rete telefonica fissa. Fino a qualche tempo fa si pensava che il telefono fisso fosse una sorta di relitto di un’epoca passata, destinato a scomparire davanti all’avanzata incontenibile dei cellulari, capaci di fare ogni cosa, dalle foto alla musica. E i cellulari effettivamente vanno avanti per la propria strada, diventando capaci di fare sempre più cose. Ma la vecchia rete fissa, invece di morire, sta risorgendo a nuova vita e ci riserverà tante sorprese quante ce ne riserva il cellulare, se non di più. La novità è che la vecchia rete fissa è diventata intelligente, computerizzata, digitalizzata, capace di ricevere e trasmettere immagini e suoni. Con 4 mega di banda, attraverso il telefono fisso, possiamo dunque ricevere ogni tipo di trasmissione televisiva o qualunque prodotto multimediale. Significa che, attraverso il telefono, si può ricevere la tivù, senza più bisogno di antenne, satelliti o altre diavolerie, basta il vecchio filo del telefono che tutti hanno già in casa. Una tivù via cavo, solo che il cavo è il vecchio filo telefonico. Un cavo interattivo, su cui può viaggiare l’e</->commerce, il catalogo del supermarket, e domani le analisi dei medici, le bollette della pubblica amministrazione, le ricerche per la scuola dei figli. La banda larga può arrivare dovunque e a costi molto bassi. La rivoluzione è che ogni casa avrà il proprio centro multimediale indipendente. Comincia così la vera civiltà multimediale, tutti in rete e tutti ultraveloci". E più rapida, economica e diffusa è la comunicazione multimediale, più il mondo può progredire e cambiare in modi che ancora non possiamo immaginare. Prendiamo le energie alternative. "Noi siamo in un secolo in cui è ipotizzabile che il petrolio verrà scalzato come fonte primaria di energia industriale. La ricerca dei propellenti alternativi è un elemento di importanza assolutamente determinante. Perché sempre di più tecnologia e innovazione dovranno comunque avere a che fare con una variabile ambientale che finora non è entrata da regina nell’equazione dello sviluppo. Ebbene, ogni tecnologia che vada verso un uso più sofisticato dell’informazione porta con sé un utilizzo più efficiente delle risorse". Tutte queste cose, Francesco Caio, le dirà a Gordon Brown. Ma potranno essere utili anche ad altri governi. "L’Italia", dice del suo nuovo incarico, "ha l’opportunità di prendere esempio dai passi che farà l’Inghilterra". Allenata, nel "campionato" della banda larga, da un manager italiano. Francesco Caio inizia la sua carriera in Olivetti per poi diventare responsabile della pianificazione e controllo della divisione servizi telematici in Sarin, gruppo Stet. Dopo un primo passaggio in Gran Bretagna, tra il 1986 e il ”91, rientra in Italia, ancora una volta all’Olivetti, come assistente del presidente e poi come responsabile della divisione telecom e multimedia. Nel 1994, con la nascita di Omnitel, passa a guidare il nuovo operatore telefonico mobile. Vi resterà fino al 1996, quando diventerà a amministratore delegato di Olivetti. Nel 1997 è amministratore delegato di Merloni elettrodomestici, dove rimane fino all’aprile 2000, quando entra in Netscalibur con l’incarico di Ceo. Nell’aprile 2003 diventa ceo di Cable & Wireless, da cui esce nell’autunno 2006, quando diventa vicepresidente europeo di Lehman Brothers. Lo scorso aprile viene nominato presidente dell’European Advisory Board della stessa banca. Enrico Franceschini