Libero 29 febbraio 2008, 29 febbraio 2008
"Quella sera con Ciccio e Tore alle Quattro Fontane". Libero 29 febbraio 2008. IL 31 LUGLIO 2006 Negli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Bari innanzi a me Ufficiale di P
"Quella sera con Ciccio e Tore alle Quattro Fontane". Libero 29 febbraio 2008. IL 31 LUGLIO 2006 Negli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Bari innanzi a me Ufficiale di P.G. Sostituto Commissario Bellantuono Romana, è presente D. M. C. Il minore, in merito alla scomparsa di Pappalardi Francesco e Salvatore, riferisce quanto segue: Domanda : Conosci i piccoli Francesco e Salvatore Pappalardi? Risposta : Conosco soltanto Francesco Pappalardi, andavamo in classe insieme quando facevo la prima media, quell’anno sono stato bocciato e quindi non abbiamo più frequentato la stessa classe. D : Da allora hai frequentato Francesco? R : No. D : Quando l’hai visto? R : A scuola verso la fine dell’anno scolastico. D : Invece quando hai visto Salvatore? R : Non conosco Salvatore. IL 16 AGOSTO 2006 Negli Uffici del Commissariato di Polizia di Stato D. M.C. afferma "effettivamente la volta precedente sono stato impreciso, sia perché non mi è stato chiesto, e sia perché non sapevo come comportarmi". R : Voglio raccontare un episodio avvenuto la sera del 5 giugno 2006, intorno alle ore 20.30 o 20.45. Passeggiando con V. M. e un ragazzo che so chiamarsi M., ci siamo diretti verso Piazza Pellicciari, e dopo aver oltrepassato l’Arco di Sant’Agostino, fatte alcune decine di metri, ho notato che Francesco e Salvatore Pappalardi erano nei pressi delle Quattro Fontane, intenti a riempire un palloncino di acqua. Subito dopo Francesco mi ha tirato il palloncino pieno d’acqua, che finiva col bagnarmi. A quel punto decisi di rispondere a quel gesto, riempiendo a mia volta uno dei palloncini in gomma che mi ero portato da casa. Nel frattempo i fratelli Pappalardi si stavano allontanando dalle Quattro Fontane, in direzione della Cattedrale. Io, rincorrendoli con il palloncino pieno d’acqua in mano, raggiungevo Francesco nei pressi della statua di Papa Benedetto XIII. A quel punto gli lanciai il palloncino d’acqua che lo colpì dietro le spalle, finendo per bagnarlo. Riuscito nel mio intento, ritornavo verso le Quattro Fontane per raggiungere i miei due amici, V. e M., i quali però avevano già intrapreso la strada che porta al ristorante Zia Rosa, quindi si accingevano ad oltrepassare l’Arco di Sant’Agostino. Proprio quando ero vicino alle Quattro Fontane, sono stato avvicinato da Pappalardi Filippo, padre di Salvatore e Francesco, che arrivò con un’auto vettura di colore blu scura. Oltre a Filippo, nell’au tovettura vi era anche la sorellastra dei due fratellini scomparsi, di cui non conosco il nome, ma sono certo del fatto che sia la loro sorellastra e che ha circa l’età di Salvatore. Inoltre, i due, a scuola frequentavano la stessa classe, Anch’io frequento la stessa scuola, Benedetto XIII, ma, mentre loro frequentavano la prima B, io ero in seconda B. Quindi erano ragazzi da me conosciuti benissimo. Ricordo che era proprio la sorella che mi raggiunse a piedi, e mi riferì che Filippo Pappalardi voleva dirmi qualcosa. Pertanto mi avvicinai all’autovettura a bordo della quale si trovava Filippo e i suoi due figli, e, senza che scendesse dalla stessa macchina, mi chiese il motivo per cui avevo bagnato Francesco. Con un po’ di timore gli risposi che il mio gesto era stata la risposta a una precedente azione analoga di suo figlio. Disse che per quella volta finiva così, ma qualora l’avessi rifatto mi avrebbe picchiato. Fu così che mi allontanai da loro, per raggiungere definitivamente i miei due amici V. e M., nei pressi dell’Arco di Sant’Agostino. Devo precisare che, V. e M., poiché si erano precedentemente avviati, non si sono accorti che ero stato rimproverato da Filippo Pappalardi, né tanto meno si erano accorti di lui. Inoltre, di questo episodio, non gliene parlai. D’altro canto, questa è la prima volta che riferisco di quella vicenda, in quanto mi ero ripromesso di non farne cenno ad alcuno, tutto ciò senza uno specifico motivo. D : Come mai lei è certo che quell’episodio è avvenuto proprio il 5 giugno 2006? R : Sono sicuro che fosse il 5 giungo scorso, perché il giorno dopo, che è stato anche il mio ultimo giorno di scuola, venne mia madre e mi riportò a casa prima dell’orario di uscita, perché avevo un piccolo problema di salute all’occhio destro. Nella stessa mattinata si era sparsa la voce, a scuola, che Francesco e Salvatore, non erano rientrati a casa. 19 AGOSTO 2006 Procura della repubblica presso il tribunale di Bari. Verbale di consulenza tecnica. Pm De Lupo : Ci dici quello che è avvenuto quella sera del 5 giugno? R : Stavamo giocando con i palloncini. Pm : Chi? R : Io V., M e F. Pm : F chi? R : Francesco Pappalardi Pm : Tu quel pomeriggio, quella sera, con chi stavi? R : V. e M. Pm : Da quale parte stavate passeggiando? R : Nella via della cattedrale. Siamo arrivati vicino alle Quattro Fontane. Pm : Lì voi tre avete visto? R : Francesco e Salvatore. Stavano riempiendo il palloncino. Pm : Stavano riempiendo i palloncini o il palloncino? R : Il palloncino. Pm : Dei due fratelli chi stava riempiendo il palloncino? R : Francesco. Allora abbiamo deciso di togliergli il palloncino. Pm : il gioco che fanno tutti i bambini di questo mondo, non ti preoccupare, è la verità sacrosanta. Dovevate giocare a gavettoni come giocano migliaia di bambini in Italia. Quindi che hai fatto? Hai preso il palloncino dalle mani di Francesco? R : Gliel’ho strappato ed è scoppiato. Pm : è scoppiato vicino a Francesco? R : Si è rotto mentre lo tiravo. Pm : scoppiato in mano o è caduto per terra ed è scoppiato? R : Si è rotto. Pm : Francesco e tu vi siete bagnati? R : Sì, sulla scarpe. Pm : Sui pantaloni un poco? R : Sì Pm : così! E tu invece dove ti sei bagnato? R : Anche sulle scarpe. Pm: Pure tu ti sei bagnato, perché ce l’avevi in mano quando è scoppiato e vi siete bagnati, tutti e due i pantaloni e le scarpe; dico bene? R : Sì Pm : Quando è scoppiato il palloncino che cosa è successo: vi siete separati, avete giocato ancora insieme, vi siete spruzzati con l’acqua? R : No, ce ne siamo andati. Pm : Vi siete separati? R : Io e M. siamo andati da un’altra parte. Pm : Tu, M.? R : E V. E Francesco e Salvatore se ne sono andati da un’altra parte. Pm : Benissimo. Francesco si è arrabbiato un poco perché gli avevi strappato il pallone? R : Sì. Pm : Che ti ha detto? Ti ha mandato a quel paese, che ti ha detto, dì... scherzando, ti ha detto: "Vaf fa..", eh? Ti ha detto qualche parolaccia, ti ha chiamato scemo? R : No. Pm : Quindi tu non gli hai tirato un pallone contro di lui alle spalle? R : No. Pm : Adesso continuiamo questo percorso. Siete usciti nella villa. Dove stavate andando? R : A casa. Mi dovevo andare a cambiare. Era presto e dovevo uscir anche di nuovo. Era un po’ buio. Pm : Quindi era già abbastanza tardi, perché era il 5 Giugno e diventa buio tardi la sera. Pm : Quando sei tornato a casa hai trovato qualcuno, ci stava mamma, papà? R : Mamma e mio padre. Pm : E quindi papà si era già ritirato? R : (annuisce). Pm : Poi sei uscito di nuovo o hai cenato con loro? R : No, ho cenato. Pm : Quindi quando sei tornato a casa era ora di cena; è così o non è così? R : Sì. Pm : Tu ricordi che giorno era quel giorno, non ti ricordi se era di lunedì, martedì, mercoledì? R : No. Pm : Non i ricordi se il giorno dopo hai saputo notizie sui due fratelli? R : venuta la polizia a scuola. Pm : Dagli altri amici vostri chi va a scuola con Salvatore? R : Nessuno. Pm : Non li conosci gli altri? R : (Dissente) Pm : Neanche M.? R : (Dissente). Pm : N. M. lo conosci? Quello con chi va a scuola? R : Con salvatore. Pm : Vedi che ne conosci uno che va a scuola con Salvatore. Pm : Sei uscito dopo cena o non sei uscito più? R : No. Pm : Perché? R : Mi faceva male l’occhio. Pm : L’occhio, e che è successo? R : Giovedì avevo fatto educazione fisica ed ebbi il pallone vicino all’occhio.. Pm : Hai preso una pallonata sull’occhio? R : Sì Pm : Scusa, ma adesso hai detto che non ti ricordi che giorno era, hai detto che lunedì andando a scuola avevi preso una pallonata all’occhio, quindi che girono era? R : Era lunedì. Pm : Non era lunedì? R : L’ultimo giorno di scuola. Pm : Ah, vedi è stato il giorno dopo che hai preso la pallonata, uno o due giorni dopo; ’hai presa dopo la pallonata? R : Sì. Pm : Tu hai preso che strada, la strada di casa tua? Non è che hai proseguito con V. e poi si sono separati anche loro? R : Non mi ricordo. Pm : Prima hai detto che stavate tutti insieme. R : No, sono andati avanti, è venuta la sorella e mi ha chiamato, ha detto... Pm : Allora, partiamo di nuovo dal punto in cui tu strappi il gavettone dalle mani di Francesco. Francesco si arrabbia un po’ hai detto. R : Sì. Pm : E se ne va con il fratello? R : E poi viene il padre. Pm : Gli altri due amici si sono allontanati? R : Sì, hanno incominciato ad andare avanti. Pm : E tu perché sei rimasto lì? Non è che sei stato... si è avvicinato qualcuno a te che ti voleva parlare? R : Il padre di Francesco. Pm : E dove è successo questo fatto? R : Vicino alle Quattro Fontane. Pm : Come mai stavi solo in quel momento? R : Perché gli amici se n’erano andati. Pm : La sorellastra di Francesco? Sai come si chiama? R : No. Pm : Ma la conoscevi di vista? R : No. Pm : Come fai a dire che era la sorellastra di Francesco? R : Perché avevo visto la fotografia di Francesco. R : Si è avvicinata lei alla fontana? Dove stava? Stava a piedi? R : Stava con il padre. Pm : A piedi o in macchina? R : In macchina. Pm : Senti, come ha detto? R : Ha detto: "Vieni che ti vuole mio padre". Pm : Il padre dove stava? R : Dove si guida. Pm : La macchina era vuota? R : C’erano anche Francesco e Salvatore. Stavano dietro. Pm :T i sei avvicinato tranquillo? R : Preoccupato. Pm : Perché? R : Perché ha detto: "Perché gli hai strappato il palloncino a mio figlio?" e si è messo a gridare. Ha detto: "Se lo fai un’altra volta ti devo dare le botte". Pm : sceso dalla macchina Filippo? R : No. Isp Fiorino : Non ti agitare C, stai tranquillo. Pm : Tu dopo che hai fatto? R : Me ne sono andato a casa. Pm : No, non sei andato a casa. Ti ricordi se il motore era acceso oppure se la macchina era spenta? R : Era acceso. Pm : Il padre hai sentito se si è arrabbiato con il figlio? R : No. Pm : Non ha detto niente. Ma l’hai visto arrabbiato? R : No. Pm : Quando ti ha detto queste cose, scusa, non era arrabbiato? R : Un poco, si è messo solo a gridare. Pm : Uno che grida, insomma, è arrabbiato no? Ti ha detto parolacce? R : No. Pm : L’altra volta tu hai detto che hai gonfiato il palloncino d’acqua, hai rincorso Francesco, gliel’hai tirato e l’hai bagnato alle spalle. Oggi hai detto, invece, che non è successo così. L’altra volta poi avevi detto che Francesco ti aveva tirato un palloncino d’acqua, invece oggi ci hai detto che gliel’avevi strappato, qual è la verità? R : Aveva il palloncino in mano... Il padre di C. D.M. : Ha un po’ di paura. Pm : Perché questo fatto che tu hai giocato la sera prima con loro non l’hai detto a nessuno? R : Perché non me l’avevano chiesto. Pm : Eri un po’ spaventato? R : Sì. Pm : Ma perché eri spaventato? non avevi fatto niente di male. Di che cosa avevi paura? R : Il padre di Francesco. Pm : Ma perché sei così spaventato, io vedo che ti viene da piangere, perché? Non c’è niente di male, ma fammi capire perché sei un po’ spaventato? Mi pare che ti stiamo parlando con molta calma o no? R : Sì. Pm : Solo una cosa, che macchina era quella dove stavano? Che colore era? R : Blu scuro. Pm : Grande? R : Sì. Pm : Quattro sportelli? R : Quattro. (1-continua)