Libero 29 febbraio 2008, Francesco Zucchini, 29 febbraio 2008
Chi ha paura del numero 9? Libero 29 febbraio 2008. Il centravanti del Genoa Marco Borriello, nuovo re dei cannonieri con sedici gol, ha sulla schiena il numero 22; lo juventino David Trezeguet, vice bomber di serie A, tiene il 17; l’interista Zlatan Ibrahimovic indossa l’8; Alex Del Piero, Francesco Totti, Totò Di Natale, Adrian Mutu nonchè Cecco Tavano del Livorno sfoggiano la casacca col 10, il numero dei talentuosi, essendo stata di Valentino Mazzola, Pelè, Eusebio, Zico, Platini, Maradona, Mancini, Zola, Roby Baggio, Zidane, e non solo
Chi ha paura del numero 9? Libero 29 febbraio 2008. Il centravanti del Genoa Marco Borriello, nuovo re dei cannonieri con sedici gol, ha sulla schiena il numero 22; lo juventino David Trezeguet, vice bomber di serie A, tiene il 17; l’interista Zlatan Ibrahimovic indossa l’8; Alex Del Piero, Francesco Totti, Totò Di Natale, Adrian Mutu nonchè Cecco Tavano del Livorno sfoggiano la casacca col 10, il numero dei talentuosi, essendo stata di Valentino Mazzola, Pelè, Eusebio, Zico, Platini, Maradona, Mancini, Zola, Roby Baggio, Zidane, e non solo. Per trovare il primo numero 9 nella classifica dei tiratori scelti, Julio Cruz, bisogna scorrere in giù la classifica, e un bel po’. Per gli altri occorre andare a fondo come sommozzatori. A UDINE NEPPURE C’ Il numero 9, antico segno di potenza e di pericolo per gli avversari, non va più di moda. Il 9 non scende quasi mai in campo. Nell’Udinese, e ha una rosa di 33 giocatori, neppure esiste: Asamoah con il 3, Floro Flores con l’83, Pepe con il 7, Quagliarella con il 27, tombola! Molti, moltissimi 9 sono semplici riserve: Acquafresca al Cagliari, Figueroa al Genoa, "Pampa" Sosa al Napoli, Vucinic alla Roma, Ventola al Toro, e gli stessi Iaquinta e Pippo Inzaghi nella Juve e nel Milan. Al Catania, hanno fatto di più: il 9 è andato a Beppe Colucci, non solo riserva ma centrocampista; idem a Livorno dove, forse in onore all’ex mito Lucarelli, o al contrario per fargli intendere che la sua casacca la può indossare chiunque, essa è stata affidata a una mezza figura: Bergvold. Partito Luca Toni, nella Fiorentina la maglia col 9 non l’ha voluta nessuno: Pazzini si è ripreso il 29, Christian Vieri ha puntato dritto sul 32, suo numero storico; Adrian Mutu ha scelto ancora il 10; perfino il giovane Arturo Lupoli tornato dall’Inghilterra con tante aspettative, ma spedito in fretta al Treviso, l’ha snobbata; così la 9 è rimasta a lungo nell’ar madietto finchè l’ha presa su l’ita lo-argentino Osvaldo, giocatore promettente nonchè riserva praticamente fissa. A REGGIO IL 9 STUANI Molti attaccanti arrivati al mercato di gennaio si sono ritrovati il 9 senza fatica: se all’Atalanta Paolucci ha ereditato il numero di Zampagna partito per Vicenza dopo insanabile dissidio con Del Neri, alla Lazio la maglia era vacante e Rolando Bianchi se ne è impossessato, e così lo sconosciuto Stuani alla Reggina, e Riganò a Siena l’ha ricevuta nientemeno che da Corvia; e Cristiano Lucarelli, a Parma, dal celeberrimo Paponi. Per dirla tutta: al Palermo il 9 è finito sulla schiena dell’albanese Cani. Se il numero 10 era la magia, e ancora oggi lo è, un tempo il numero 9 era la forza e la minaccia incombente. Il 9 era il più temuto da difensori e tifosi avversari. Bastava si aggirasse "nei pressi dell’area di rigore" per far scattare un allarme collettivo. Grandi numeri 9 sono stati Boninsegna e Anastasi, Chinaglia e Savoldi, Pruzzo e Giordano, Altobelli, Graziani e Rossi, Vialli, Careca, Klinsmann, Van Basten e Batistuta. La forza raddoppiava se al 9 si abbinava un grande 11, numero questo che a lungo negli anni 60 e 70 fu identificato con un nome e un cognome, Gigi Riva. Boninsegna (9) e Riva (11) nel Cagliari 1970; Graziani (9) e Pulici (11) nel Torino 1976; Diaz (9) e Serena (11) nell’Inter dei record 1989. Tre accoppiate per tre scudetti leggendari. Un tempo il 9 se lo contendevano a forza: quando Batistuta lasciò Firenze per la Roma la sua forzata rinuncia al numero prediletto (ce l’aveva Montella, che non lo mollò) fece scalpore. All’Inter, Zamorano trovò Ronaldo con la sua casacca, e optò per una scelta estrema: 8+1. DA MINACCIA A SFIGA Oggi c’è chi sospetta anche una sorta di scaramanzia (il 9 porta sfiga?) in questo fenomeno di massa, inaugurato forse da Bobo Vieri quando scelse il 32; e i gravi infortuni toccati quest’anno a Montella e Pozzi darebbero perfino ragione alla bizzarra tesi. Come Vieri, molti altri ora scelgono numeri di maglia stravaganti. Il colpo al mito del 9 arrivò nella stagione 9596 quando la Fifa introdusse per i giocatori il nome sulla maglietta e la numerazione permanente. La magia si esaurì nel momento in cui ai calciatori fu concesso scegliere, anzi dare i numeri, sport in cui si sono dimostrati via via bravissimi, considerando che imperversano i 77, i 69, gli 88, o il 99 che a Ronaldo non ha portato esattamente bene. Rooney, che è Rooney, in Inghilterra va fiero del suo 9 sapendo che fu di Bobby Charlton. Solo in Italia è carnevale continuo e così oggi il numero 9 fa paura solo a chi lo indossa. Francesco Zucchini