Libero 1 marzo 2008, Alessandra Menzani, 1 marzo 2008
L’inchiesta sui vip si sgonfia. Libero 1 marzo 2008. «Prosciolto perchè il fatto non sussiste»
L’inchiesta sui vip si sgonfia. Libero 1 marzo 2008. «Prosciolto perchè il fatto non sussiste». Una formuletta di sei parole che forse non basta a cancellare un anno di intercettazioni, fischi, prime pagine, la propria faccia nei telegiornali vicino alle alle parole "ricatti", "estorsione", "prostituzione" eccetera. Lele Mora non c’entra niente con le accuse e con Vallettopoli. Il gup di Milano Enrico Manzi ha prosciolto il manager di Bagnolo Po perchè il fatto non sussiste. I due capi d’accusa a suo carico - le estorsioni ai danni del motociclista Marco Melandri e al calciatore Adriano - sono crollati. Ha pianto dopo aver saputo della sentenza. Nelle sue stanze in Viale Monza, a Milano, dove vive e ha l’ufficio, riceve telefonate, parla con gli avvocati, incontra personaggi, continua a lavorare. Il business si è calato, gli artisti latitano. Ma l’incubo è finito. Diversa la sorte di Fabrizio Corona. Il giudice ha rinviato a giudizio il principale protagonista dell’inchiesta partita da Potenza. Il re dei paparazzi dovrà rispondere del tentativo di estorsione di Melandri, Francesco Coco, dell’imprenditore Gianluca Vacchi e di Lapo Elkan. Corona è accusato anche di estorsione nei confronti di Coco e Alberto Gilardino. Avrebbe chiesto soldi per non dare ai giornali le foto del primo in compagnia di un presunto trans, e quelle di Gilardino appartato con una ragazza all’uscita della discoteca Hollywood. Per i casi Coco e Melandri è stato rinviato a giudizio anche l’assistente di Corona, Marco Bonato. Restano solo loro sul banco degli imputati. All’inizio gli indagati erano diciassette: tre arresti, nove domiciliari e sei provvedimenti interdittivi. Poi l’inchiesta partita da Hanry John Woodcocok si è sgonfiata Il marito di Nina Moric, arrestato nel marzo 2007 e incarcerato prima a Potenza e poi a San Vittore, era già stato prosciolto per la stessa inchiesta a Torino. Tentativi di estorsione per cui il tribunale di Roma aveva deciso per l’archiviazione. Il processo inizierà il 15 maggio prossimo a Milano. «Ci divertiremo e faremo tanti soldi»: il solito Corona. La tesi del giudice è che si sia fatto pagare il "silenzio", ovvero la non pubblicazione di fotografie compromettenti per alcuni personaggi: «L’offerta», scrive, «può essere qualificata come minaccia qualora chi offre prospetta all’interessato le conseguenze dannose della diffusione sulla stampa delle fotografie ove queste non siano acquistate dallo stesso personaggio». Il morale del "boss" fotografico non è buono, è combattivo, ma affranto. Giura vendetta. «La gente che mi accusa se la deve fare sotto», dice, «verranno fuori tante cose e l’immagine pulita di tanti non sarà, alla fine, così pulita». Il titolare della "Fenice Press", azienda fotografica nata dalle ceneri della "Corona’s", con sede a pochi passi dall’ufficio di Lele Mora, attacca la magistratura. « stata una sentenza già scritta tre giorni fa ed opposta rispetto a quanto detto dal giudice di Torino». felice per l’amico Lele, che non è un socio di lavoro: « estraneo a ogni accusa». Corona ha visto calare la propria attività di agente fotografico, ma si è consolato con i guadagni delle serate in discoteca e con la linea di abbigliamento che ha creato. Ha nuovi progetti («un settimanale o un quotidiano online con cui bruciare la stampa di gossip italiana»), è meno aggressivo: «Oggi sono stanco». L’avvocato Nicola Avanzi, uno dei legali di Lele Mora, spiega che «quando il caso è scoppiato, c’è stata una forte tentazione di fare di tutta l’erba un fascio. Poi si sono delineate le diverse responsabilità. Lele Mora non solo è stato assolto, ma è stato dichiarato estraneo ai fatti. Ha avuto danni umani, ma era sicuro che la magistratura gli avrebbe dato ragione». Bene. Ma ora chi lo risarcirà? LA SCHEDA PROSCIOLTI E RINVIATI Il gup di Milano Enrico Manzi ha prosciolto «per non aver commesso il fatto» Lele Mora, accusato di due tentate estorsioni, e ha rinviato a giudizio, per sette capi d’imputazione, Fabrizio Corona, accusato di estorsione e tentata estorsione ai danni di Francesco Coco, Marco Melandri, Lapo Elkann, il calciatore Adriano, Alberto Gilardino e l’im prenditore Gianluca Vacchi. Rinviato a giudizio anche il collaboratore di Corona, Marco Bonato, accusato di un’estorsione e di una tentata estorsione IL PROCESSO Il processo inizierà il prossimo 15 maggio davanti ai giudici della decima sezione collegiale del Tribunale di Milano. Corona si è detto «convinto tuttora di essere completamente innocente. Non capisco perché a Torino e a Roma sono stato prosciolto e qui vengo mandato a processo» Alessandra Menzani