La Repubblica 29 febbraio 2008, PIETRO DEL RE, 29 febbraio 2008
Insetti che bontà. La Repubblica 29 febbraio 2008. Vanno matti per i coleotteri saltati in padella e i bruchi fritti, per la crema di uova di mosca e il sorbetto di grilli
Insetti che bontà. La Repubblica 29 febbraio 2008. Vanno matti per i coleotteri saltati in padella e i bruchi fritti, per la crema di uova di mosca e il sorbetto di grilli. Sono piatti sopraffini, sostengono, ma anche nutrienti, poiché il loro apporto proteico è superiore a quello della carne o del pesce. Dopo i vegetariani e i macrobiotici è nata una nuova categoria di predicatori alimentari: gli insettivori, i quali si nutrono esclusivamente di coleotteri, formiche, api e farfalle. In realtà di queste bestioline, o bestiacce che dir si voglia, l´uomo si è sempre cibato. Nell´antichità ne andavano ghiotti greci e romani, e ancora oggi in Asia, Africa e America del Sud numerosi sono i popoli che le allevano o le raccolgono per mangiarle. Ma i moderni insettivori sono diversi: cercano nuovi proseliti da convertire alla loro dieta, vorrebbero veder spuntare ovunque aziende "insetticole" in grado di trasformare questi mini-gregge in cibo, sperano che al più presto dal fornaio assieme alle rosette e al pane di Lariano ci sia anche quello di farina di falena. Sono convinti, in altre parole, che solo gli insetti potranno salvare il pianeta. Una volta vinto il disgusto è tuttavia difficile dar torto alle loro teorie. In forma essiccata, gli insetti contengono spesso una quantità doppia di proteine rispetto alla carne o al pesce crudo. Alcuni, specialmente allo stato larvale, sono ricchi anche di lipidi e contengono importanti vitamine e sali minerali. Non solo: veicolano meno agenti patogeni di vacche, maiali, polli o pesci. E poi, dicono i sacerdoti della brochette di cavallette, se andiamo matti per le aragoste perché non dovremmo assaggiare i loro cugini terrestri? Tra gli insettivori non ci sono solo visionari o eccentrici del gusto. Secondo gli esperti della Fao le oltre 1400 specie che vengono regolarmente consumate in tutto il mondo offrono possibilità promettenti dal punto di vista commerciale e nutrizionale. « necessario migliorare il confezionamento e la diffusione per rendere gli insetti più attraenti agli occhi degli acquirenti tradizionali e per estendere il mercato a nuovi consumatori», dice Patrick Durst, funzionario dell´organizzazione dell´Onu per l´alimentazione. «Perché inondare le coltivazioni di pesticidi quando gli insetti che uccidiamo sono più nutrienti delle piante che divorano?». Altri esperti intravedono in questo nuovo business un´opportunità di reddito e d´occupazione per le popolazioni rurali che catturano e lavorano gli insetti. Per questo, dicono, basterà adottare le moderne tecnologie alimentari per gli insetti che vengono venduti vivi, essiccati, affumicati o arrostiti. Nella speranza che un giorno gli insetti potranno davvero nutrirci tutti, qualcuno che ha già infranto il tabù: da Typhoon, l´elegante ristorante dell´aeroporto californiano di Santa Monica, da qualche mese servono scorpioni all´asiatica come antipasto e, come piatto forte, gamberetti spolverati di formiche nere. PIETRO DEL RE