La Repubblica 2 marzo 2008, GIUSEPPE TURANI, 2 marzo 2008
Sugli Usa l´onda lunga della crisi bancaria. La Repubblica 2 marzo 2008. E´ possibile che, per una volta, abbia ragione il presidente americano: gli Stati Uniti non sono in recessione e probabilmente non vi andranno per tutto il 2008
Sugli Usa l´onda lunga della crisi bancaria. La Repubblica 2 marzo 2008. E´ possibile che, per una volta, abbia ragione il presidente americano: gli Stati Uniti non sono in recessione e probabilmente non vi andranno per tutto il 2008. A meno di grossi e, per oggi non prevedibili, incidenti. Per capire come stanno le cose, basta fare due conti. Il quarto trimestre del 2007 si è chiuso, per l´America, con una crescita modesta, ma reale: lo 0,6 per cento (dato annualizzato). Il che significa, su base strettamente trimestrale, una crescita dello 0,15 per cento. Insomma, siamo ai minimi, ma non ancora a zero e nemmeno negativi. Poiché nel frattempo l´economia americana ha continuato a rallentare, un po´ tutti sono convinti che il primo trimestre 2008 presenterà risultati peggiori. Peggiori, ma non ancora negativi. Si dovrebbe arrivare alla crescita zero o, forse, un pelo sotto lo zero. Ma niente di drammatico. Finito il primo trimestre, si passa al secondo. Ma nel secondo, oltre ai continui ribassi nel costo del denaro (che a quel punto costerà in America poco più del 2 per cento, cioè niente in termini reali, al netto dell´inflazione), cominceranno a entrare in funzione gli aiuti (alle famiglie e alle imprese) decisi dal governo. Qualcuno ha calcolato che questi aiuti valgano l´1 per cento del Pil. Non tutto arriverà nel secondo trimestre, ma insomma ci sarà una bella spinta. E la crescita del secondo trimestre dovrebbe essere quindi positiva, anche se per un soffio. Nel terzo e nel quarto gli aiuti governativi saranno a pieno regime e la Federal Reserve avrà fatto il suo dovere (tagliando i tassi fino in fondo, anche sotto il 2 per cento nominale, se necessario). E quindi l´economia americana dovrebbe andare in ripresa, e anche con un discreto vigore. Con quei tassi così bassi, fra l´altro, avremo un dollaro molto basso e quindi anche le esportazioni potranno dare una mano. Partita chiusa, quindi, niente recessione? L´America sfugge al suo destino un´altra volta (è dal 2001 che l´economia deve andare sotto zero, ma per una ragione o per l´altra non succede mai)? Non è detto. Alcuni sofisticati analisti sostengono infatti che l´America sta facendo i tripli salti mortali per evitare la recessione nel 2008, ma finirà per caderci dentro, inevitabilmente, quando penserà di essere già fuori pericolo, di avere allontano da sé lo spettro della crescita negativa, e cioè nel 2009. Ma perché dovrebbe accadere questo? Per la semplice ragione che arriverà l´onda lunga del caos bancario. E´ stato lo stesso presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, a dire che qualche banca (piccola) dovrà fallire. E già questo non è bello, ma Bernanke nulla ha detto circa le maggiori. Evidentemente è abbastanza sicuro che nessuna di esse fallirà (troppo grandi e qualche santo, lui stesso?, le aiuterà), ma non è detto che abbiano i conti a posto. Anzi, secondo ricerche private (ma ben fatte), dentro le banche ci sarebbero ancora 200, 300 o addirittura 400 miliardi di dollari di crediti inesigibili. Insomma, un buco di dimensioni bibliche. Buco che non potrà essere chiuso in silenzio e senza conseguenze per i mercati. In sostanza, alcune banche minori falliranno, e quelle maggiori soffriranno come bestie. Dovranno ridurre l´attività e dovranno tagliare il credito alla clientela. Tutte cose che non fanno bene all´economia. A questo si aggiunga che secondo voci raccolte sul mercato ci sono almeno un paio di hedge fund pronti a saltare per aria. Non si sa niente di più su questi hedge, ma è possibile che non siano nemmeno fra i più piccoli. In conclusione, lo scenario appare essere questo. Gli Stati Uniti arrivano verso l´autunno boccheggianti, ma ancora in piedi (fuori dalla recessione), grazie ai sostanziosi aiuti di Bernanke e di Bush, ma a quel punto la "bolla" dei crediti inesigibili scoppia per davvero. Le banche maggiori e gli hedge fund devono alzare bandiera bianca e devono scaricare la loro crisi sul mercato, come previsto dai manuali. Da quel momento in avanti la crisi non diventa più gestibile perché tutto quello che poteva essere messo in campo è già fuori e quindi la storia fa il suo corso. Recessione breve, quella del 2009, probabilmente. A meno che il mostro che si annida dentro i conti delle banche (e di cui ancora sappiamo troppo poco) non sia molto più grande e maligno di quello che oggi tutti pensano. Ecco perché i broker più avvertiti continuano a dire di stare calmi e di essere molto prudenti. Il 2008, in pratica, lo passeremo aspettando la recessione americana (che tutti danno per dietro l´angolo). E´ come stare lì, sul marciapiedi, a aspettare la morosa con i fiori in mano, ma con la quasi certezza che ti arrivi un mattone in testa. Che non arriverà. Nel 2009, infine, quando alcuni penseranno di poter tirare un sospiro di sollievo, la recessione invece arriverà. E farà i suoi danni, come è naturale che sia. C´è solo da sperare che siano danni non troppo pesanti. GIUSEPPE TURANI