La Repubblica 3 marzo 2008, Massimo Lugli, 3 marzo 2008
L’Italia delle panic room. La Repubblica 3 marzo 2008. Il grimaldello che viola la serratura. Il piede di porco che sfonda la porta blindata
L’Italia delle panic room. La Repubblica 3 marzo 2008. Il grimaldello che viola la serratura. Il piede di porco che sfonda la porta blindata. Il frullino a batteria che taglia, come burro, le grate della finestra. La fiamma ossidrica che sventra la cassaforte e spesso trasforma l´appartamento in un rogo. Il ladro acrobata che ti entra in casa da una finestra aperta al terzo piano, lo scassinatore tecnologico che neutralizza l´allarme con lo skimmer, il topo d´appartamento in grado di far razzia di preziosi nel giro di 8 minuti, tempo medio della durata di un colpo. Sono i nuovi incubi metropolitani, da Roma a Milano, da Torino a Palermo. Qualcuno, come Ricky Tognazzi e Simona Izzo, derubati di recente nella loro villa romana a via della Pisana, è arrivato addirittura a dormire in una stanza blindata, una vera "panic room". E non sono i soli: pur di non affrontare i rapinatori, molte persone preferiscono rifugiarsi in vere camere di sicurezza. Furti in casa, il reato che, assieme alla rapina di strada, fa crescere a livello esponenziale il bisogno e la richiesta di sicurezza. Ormai quasi certi di una condanna «virtuale», con scarcerazione immediata quando l´irruzione non si trasforma in rapina, i «soliti ignoti» si sono sempre più evoluti. Gli zingari di solito, spiegano in Questura, fanno un lavoro brutale, attaccano a picconate e piede di porco grate e porte rinforzate, le cosiddette difese passive e non rubano argenteria ne´ perle visto che, secondo una superstizione rom, portano lacrime. I nordafricani, più arditi, colpiscono dall´alto, sono i ladri acrobati in grado di arrampicarsi fino a un quarto piano (o, più spesso, calarsi da un terrazzo) e puntano alla tecnologia: video, telecamere, cellulari. Gli italiani lavorano quasi sempre su commissione, scelgono l´obiettivo con cura, studiano il piano per giorni con sopralluoghi e falsi allarmi provocati per verificare i tempi di reazione. Quando scendono in campo è un autentico trasloco: quadri, tappeti, cassaforte, armi (ambitissime), pellicce, addirittura vestiti. Occhio alle chiavi della macchina visto che spesso queste gang passano per il garage, caricano il bottino nel bagagliaio della macchina e scappano con quella. I preziosi, in genere, vengono venduti a un ricettatore per un quinto del loro valore o impegnati con falsi documenti al Monte dei pegni. «Mi sono svegliato con un gran mal di testa, mi hanno narcotizzato» le denunce di polizia e carabinieri sono così piene di racconti del genere che qualche novellino ha finito per crederci. In realtà le bombolette spray di sonnifero sono una leggenda metropolitana, mai esistite e mai sequestrate al contrario di quelle urticanti da autodifesa che si vendono anche in farmacia. Il motivo è semplice: non esiste un gas soporifero che abbia un effetto immediato se viene volatilizzato nell´aria (e se ci fosse, i ladri dovrebbero indossare la maschera antigas). Un tampone di cloroformio va premuto sul viso per parecchi istanti ma non ha l´effetto di una randellata. E le orecchie che ronzano, la testa che scoppia, la faccia in fiamme che spesso accompagnano la scoperta di un furto mentre dormivate? Spesso sono effetti dello shock. Numeri da allarme rosso: nel primo semestre 2007 le denunce di furto in abitazione sono salite del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente. Ma le statistiche non rendono la misura del problema. «Parlare di un calo generale dei reati a chi ne è rimasto vittima è quasi offensivo - concorda il colonnello Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma - Nella capitale ci sono stati 11.099 furti in appartamento nel 2007 e 1153 nei primi mesi del 2008 il che ci fa sperare in un calo (a fine anno dovremmo superare di poco gli 8 mila). Tra le 4.084 persone che abbiamo arrestato per furto, solo 253 avevano derubato una casa privata e ben 1361 un negozio perché le abitazioni sono ben più difficili da controllare. La nostra azione deve puntare soprattutto sulla prevenzione». L´alto ufficiale non va oltre ma la legge, in questo campo è un´arma spuntata dato che il massimo che si rischia per tentato furto è una denuncia a piede libero. Se viene sequestrata refurtiva e non si individuano i proprietari, lo stato deve restituirli ai ladri con tante scuse. Chi blocca un ladro in azione nel suo appartamento, invece, deve muoversi con gran cautela perché rischia un´accusa di aggressione se non addirittura sequestro di persona (è successo). La cosa migliore è sperare che se ne vada senza far storie. Le tecniche di effrazione, intanto, diventano sempre più professionali. L´ultima trovata (per chi ha l´allarme che si inserisce con una serratura esterna) è quella di mandarlo in tilt con lo skimmer in modo che suoni a distesa. Il padrone di casa tenta di riattivarlo inutilmente, chiama il tecnico (che, se va bene, gli dà appuntamento per il giorno dopo) e alla fine esce per andare al lavoro. il momento propizio: a quel punto basta vedersela con la porta che, blindata o no, prima o poi cede. Nei pochissimi casi in cui sul posto intervengono scientifica o Ris (Vip o raccomandati di ferro) le impronte non si trovano quasi mai: i guanti di lattice ormai sono obbligatori a tutti i livelli, dallo zingarello al «cassettaro». A proposito di porte blindate: senza il sistema antishoc che protegge la serratura è un muro di carta velina: gli scassinatori svitano la piastrina, inseriscono un tubo nel tamburo e crack... via libera in 16 secondi netti. Quanto alle grate esterne, assicura Fabrizio Pelota, uno dei fabbri più noti del Fleming (zona ad alto rischio, una delle prime dove sono comparse le ronde notturne dei cittadini) devono essere a sezione quadra e «occhio forato», senza punti di saldature, con sbarre da 15 millimetri e di ferro acciaioso visto che l´acciaio, troppo rigido, si spezza. L´importante sono gli ancoraggi al muro. «Un buon livello di sicurezza abbina difese passive ed attive - sentenziano alla Italpol, uno dei maggiori istituti di vigilanza d´Italia con 1400 guardie armate - l´allarme, se non è collegato a una sala operativa, è inutile e i ladri lo sanno. La sirena viene disattivata in meno di due minuti con un semplice secchio d´acqua». E i contratti con gli istituti di vigilanza crescono a vista d´occhio anche se qualcuno tenta ancora di affidarsi a sistemi caserecci come i nascondigli che i ladri conoscono benissimo (false lattine di bibite, gioielli sepolti nei vasi di fiori, copertine di libri o cd) o a un patetico avviso ai visitatori, di solito accompagnato da 200 euro bene in vista: «In questa casa non c´è più niente da rubare, prendete questi soldi e rivolgetevi altrove». Massimo Lugli