Corriere della Sera 29 febbraio 2008, Francesco Giavazzi, 29 febbraio 2008
LA TENTAZIONE PROTEZIONISTA
Corriere della Sera 29 febbraio 2008.
E’ cominciata male la campagna elettorale del Popolo della libertà (Pdl): «Dazi e quote per difendere le nostre produzioni dalla concorrenza asiatica», «protezione delle nostre industrie e dei nostri capannoni », «riduzione della regolamentazione comunitaria », «affidare al governo il compito di comprare i beni di prima necessità e distribuirli ai Comuni per aiutare chi non arriva a fine mese».
I ricercatori della Banca d’Italia hanno studiato un campione di 4.200 piccole e medie imprese per capire come sono cambiate negli ultimi 5 anni. Quella che ne emerge è un’Italia molto diversa dai capannoni che il Pdl, e l’estensore del suo programma economico Giulio Tremonti, vorrebbero proteggere con i dazi. E’ il ritratto di un mondo pieno di vita: alcune aziende marginali sono uscite dal mercato ma quelle che sono rimaste hanno investito, soprattutto a monte (in ricerca e sviluppo) e a valle (marchi e distribuzione). Ad esempio l’Eurotech, che da Udine ha conquistato una nicchia mondiale nei nanocomputer, un settore che sembrava precluso a chi non risiedesse in California. Un anno fa Eurotech ha comprato un’azienda in Cina, la Chengdu Vantron Technology, un acquisto che le autorità di Pechino probabilmente non avrebbero gradito se l’Italia avesse imposto dazi sulle loro esportazioni.
«Di fronte alla globalizzazione abbiamo bisogno di uno Stato più forte» scrive Tremonti. Sì, ma per abbattere le rendite e creare più concorrenza, non per sostituirsi al mercato. I prezzi scendono con la concorrenza, non con i supermercati di Stato (a meno che Tremonti non pensi ai magazzini Gum della Mosca sovietica, dove i prezzi erano bassissimi, ma gli scaffali vuoti). E quel poco di concorrenza che c’è in Europa la dobbiamo tutta a Bruxelles (altro che ridurre «la regolamentazione comunitaria»!): chi ha eliminato la tassa di roaming
sulle telefonate cellulari internazionali? Chi ha obbligato Microsoft a sbloccare i suoi codici consentendoci di ascoltare musica con programmi diversi da Windows Media Player?
Per il Mezzogiorno il Pdl propone una Banca del Sud, immagino pubblica. Ne abbiamo già sperimentate due, il Banco di Sicilia e quello di Napoli. Prima di ripercorrere quella strada occorre almeno chiedersi che vantaggi ne siano venuti per i cittadini del Mezzogiorno (non per i politici che le controllavano) e quanto siano costati ai contribuenti i fallimenti delle due banche (solo nel caso di Napoli quasi un punto di Pil).
Il programma del Pdl proietta l’immagine di un Paese impaurito che si difende alzando barriere e rifugiandosi nello Stato. proprio quello che desidera chi ha una rendita da proteggere e teme che il mercato gliela sottragga.
Il governatore della Lombardia, esponente importante del Pdl, si batte perché lo Stato venda Alitalia ad AirOne. Non lo preoccupa il fatto che la nuova linea aerea godrebbe di unmonopolio su molte tratte nazionali e che ciò consentirebbe ai dipendenti di Sea e Alitalia di continuare a godere dei loro molti privilegi, sulle spalle dei cittadini.
E allora sorge naturale una domanda: ma il Pdl crede davvero in queste proposte, oppure sono solo uno schermo per ottenere protezione e garanzie per alcuni suoi probabili elettori?
Francesco Giavazzi