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 2008  marzo 02 Domenica calendario

Mosca, tutto orchestrato. Corriere della Sera 2 marzo 2008. Per i meno giovani è un ritorno ad abitudini consolidate

Mosca, tutto orchestrato. Corriere della Sera 2 marzo 2008. Per i meno giovani è un ritorno ad abitudini consolidate. Il giorno in cui si votava per il Soviet Supremo, gli organizzatori attiravano gli elettori mettendo in vendita ai seggi gli introvabili wurstel e i ricercati cioccolatini Ottobre Rosso a 55 copechi l’etto. Su tavoli imbanditi c’erano i pasticci di patate e cavoli e le tartine al salmone, normalmente riservate ai frequentatori del foyer del Bolshoi. Gli «agitatori», giovani attivisti ingaggiati per l’occasione, avevano già battuto i palazzi dei quali erano responsabili a caccia di elettori renitenti. E si preparavano a spuntare tutti i nomi contenuti nelle liste da un enorme tabellone. Se alla fine qualche «compagno » risultava proprio introvabile, spettava a loro di riempire la sua scheda col nome dell’unico candidato della circoscrizione presentato dal PCUS. Oggi il candidato Medvedev deve vincere le elezioni presidenziali per succedere a Vladimir Putin che si fa da parte dopo i due mandati previsti dalla costituzione. Deve vincerle con una percentuale che sia buona ma non troppo alta per non far sfigurare il 71,3 per cento che Putin riportò nel 2004. E occorre che si registri anche un’affluenza alle urne decorosa. Gli altri candidati possono essere considerati a mala pena comprimari. Il leader comunista Gennadij Zyuganov arriverà secondo con un distacco abissale. Poi ci sarà l’ultra-nazionalista Zhirinovskij e quindi, buon ultimo, Andreij Bogdanov, gran maestro della massoneria. Queste, naturalmente, sono solo le aspettative del Cremlino. Ma molti sono pronti a scommettere che il risultato sarà proprio quello sperato. Visto anche che le segnalazioni di un grande ritorno alle pratiche del passato si sprecano. Governatori impegnati a garantire percentuali precise, datori di lavoro pronti a ricattare i dipendenti. Poi buffet nelle scuole dove sono i seggi, concorsi a premi, merce a buon mercato. E studenti mobilitati quasi come gli «agitatori » di un tempo. Da quattro anni i governatori non vengono più eletti localmente ma sono scelti dal presidente. Ed è quindi naturale che siano pronti a fare di tutto per non perdere il posto. Il candidato Medvedev deve avere il giusto successo e bisogna darsi da fare. Magari senza eccedere, come hanno fatto il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov e il suo collega dell’Inguscezia Murat Zyazikov (ex generale del KGB) che a dicembre hanno miracolosamente ottenuto per le politiche un’affluenza ben oltre il 99 per cento con il 99 per cento di voti per il partito di Putin. Ad aiutare i governatori ci pensano i direttori di fabbriche, i capiufficio, i presidi. In Yakuzia alcuni impiegati dovranno entrare nel seggio con il telefonino e fotografare la scheda votata (come si deve) per non perdere il posto. A Vladivostok un consigliere regionale, Vladimir Bespalov, ha detto di aver messo le mani su un documento col quale il governatore ordina che l’affluenza alle urne sia del 65 per cento. A Krasnodar hanno inventato la formula 10+1. Ogni impiegato pubblico deve portare almeno dieci persone al seggio. All’università tecnica Bauman di Mosca hanno offerto agli studenti 1500 rubli (40 euro) per lavorare oggi. A chi si è presentato, hanno spiegato come si riempiono le schede in bianco. Al voto saranno presenti solo pochi osservatori internazionali. L’Osce ha detto di no, mentre ci saranno i parlamentari del Consiglio d’Europa. «Il voto di dicembre è stato dichiarato parzialmente libero ma non corretto», ricorda l’italiano Andrea Rigoni. Ma le falsificazioni, se ci saranno, serviranno solo per abbellire il risultato. La vittoria di Medvedev è stata invece costruita con pazienza nel corso di molti mesi. Fabrizio Dragosei