La Repubblica 27 febbraio 2008, SIMONETTA FIORI, 27 febbraio 2008
l´editoria a pagamento. La Repubblica 27 febbraio 2008. Umberto Eco, quarant´anni fa, li chiamava "autori della quarta dimensione"
l´editoria a pagamento. La Repubblica 27 febbraio 2008. Umberto Eco, quarant´anni fa, li chiamava "autori della quarta dimensione". Casalinghe inquiete e colonnelli in pensione, ragionieri in cerca di riscatto o mariti insoddisfatti, il bancario che ci ritira l´assegno o la vicina di pianerottolo. Talvolta anche giovani acculturati e sussiegosi, afflitti dal complesso dell´outsider. Una comunità che vive parallela a quella riconosciuta, con le sue regole, le sue riviste, i suoi dizionari critico-biografici: alieni di un altro pianeta. Provvisti di doppio cognome o di ambizioni frustrate, incarnano il genio poetico nazionale: la nobile aspirazione alla scrittura che talvolta travalica e schiaccia la meno fulgida abitudine alla lettura. Disposti a tutto pur di pubblicare: anche chiedere un prestito o sacrificare le vacanze, per un libro destinato a rimanere invisibile, "la quarta dimensione" appunto. Se in quasi mezzo secolo tutto è cambiato - la società letteraria spazzata via dal mercato editoriale, la critica seppellita dalla promozione, Internet che apre nuovi spazi e imprevedibili orizzonti, i consumi culturali rivoluzionati dall´elettronica - il sotterraneo talento patrio resiste inalterabile, alimentando oggi come allora il business delle case editrice a pagamento. L´industria del genio italico, per dirla con Eco. L´ossatura del costume letterario nazionale. L´identikit dell´aspirante scrittore può aver subito in questi decenni leggeri slittamenti. Meno blasonato (cade il doppio cognome), più ricco di medaglie pubbliche (l´assessore è una tipologia assai presente), più frequentemente di genere maschile, talvolta dotato di studio professionale avviato. La titolazione, no, quella è rimasta pressoché identica, specie nel genere lirico: a Mesti Palpiti e Cuore dolente citati da Eco fanno da pendant Il canto ammaliante della vita e Scampoli di gioia pescati in alcuni dei siti contemporanei. Ma soprattutto immutata nel tempo si presenta quella che viene definita «la strategia acchiappapolli», tecnica felicemente sperimentata da questa schiera di pseudoeditori. Basta mettere a confronto l´esilarante analisi di Eco con le denunce che ripetutamente affiorano specie su Internet contro la "Quarta Dimensione". L´esca può essere nascosta in una pubblicità di prima pagina dei principali quotidiani che annuncia pomposamente "Scrittori Emergenti" oppure "Novanta opere di poesia" con indicata la data di scadenza per il "concorso". L´epilogo è sempre malinconico: l´esordiente alleggerito dai duemila ai cinquemila euro e inesorabilmente alle prese con il proprio capolavoro invenduto, pubblicato in centinaia di copie e condannato all´invisibilità, se non negli scaffali di amici e famigliari. sulla distribuzione e sulla promozione che si gioca infatti l´equivoco dell´editoria a pagamento: nonostante suadenti promesse, massima parte di questi marchi raramente approda in libreria. Qualcuno di questi libri potrà galleggiare in precario equilibrio sulle scrivanie delle redazioni per poi scivolare silenziosamente negli scatoloni destinati a carceri o attività di beneficenza. Per l´autore QD - Quarta Dimensione - è il crollo d´una illusione. L´editore QD se ne farà una ragione. Nato "per libera grazia dello spirito poetico nazionale" - così sintetizza Eco - potrà contare su solide entrate finanziarie. La strategia, s´è detto, è sempre eguale. Al principio è l´agnizione, il riconoscimento del genio fino allora incompreso. Ma l´alto valore poetico non sempre si sposa con i crudeli meccanismi del mercato. Così alla commozione iniziale subentra rapidamente la richiesta di un "aiutino" finanziario, per la copertura intera o parziale delle spese di produzione o anche per l´acquisto di un certo numero di copie. Sull´entità della cifra richiesta - e sulla promessa di distribuzione - si gioca in fondo la spregiudicatezza dell´editore a pagamento, tipologia variegata che può includere imprese oneste e volenterose ma anche affaristi senza scrupolo. In una seria mappatura commissionata dall´Editrice Bibliografica, Maria Grazia Cocchetti fissa intorno ai millecinquecento/duemila euro la cifra richiesta da contratti standard per un librino di poesie di cinquanta pagine, ma sono frequenti anche richieste superiori fino ai cinquemila euro, testimoniate all´autrice da esordienti saccheggiati (L´autore in cerca di editore, pagg.144 euro 10). L´aspirante artista difficilmente rinuncerà al sogno d´una vita, aprendosi inconsapevole a nuove avventure. Non è rara una successiva comunicazione dell´editore nella quale mestamente s´annuncia che il libro non ha riscontrato il favore previsto e che dunque egli si vede costretto a mandare al macero il capolavoro, a meno che l´autore non gradisca rilevarlo con ragionevole sconto sul prezzo di copertina. Come si fa a dir di no? Il cavalier Evemero Altamura De Gubernatis - questo il personaggio tratteggiato da Eco - non può lasciar scomparire nel nulla di una cartiera l´opera che gli ha dato fama e felicità inaudita. Ne comprerà altre copie, si farà nuovi amici per regalargliele, le distribuirà ai giovani autori o ai baroni della critica. Oggi niente è cambiato. Tradotto in euro, un assegno di altri duemila è assicurato. Può sorprendere che gli affari della "Quarta Dimensione" - talvolta arricchiti da un sottomercato di presentazioni-premi-dizionari autogratificanti che mescolano la tua anonima firma a quella di Gadda e Montale - continuino a proliferare oggi che la tecnica digitale consente soluzioni meno onerose. Messa via l´illusione della distribuzione in libreria, perché non rivolgersi a una tipografia o a un book on demand, il sevizio nato per stampare rapidamente dispense o atti di convegni? Il richiamo della pseudoeditoria - con le copertine color pastello e un risvolto che grida al capolavoro - sembra essere più forte, talvolta irresistibile. In pochi tra gli autori più affermati sono disposti a confessare l´esordio da clandestini, pur preceduti da un´illustre schiera che annovera Camilleri e Moravia, e ancora prima Pirandello e Proust. Non se ne fa un problema Federico Moccia, il quale candidamente dichiara d´aver debuttato a sue spese presso il Ventaglio con il fortunato Tre metri sopra il cielo. Ma da noi il passaggio da una Dimensione all´Altra, pur possibile, è ancora raro, non come in America dove in cima alle classifiche dei bestseller si possono trovare proprio loro, i self published men, partiti in sordina e poi contesi dalla grande editoria (il genere prediletto è la varia). A Denver, nel Texas, esiste perfino una libreria specializzata in edizioni a pagamento. Da noi no, sarebbe impensabile. Chissà in futuro. Una caparbia giornalista free lance, Silvia Ognibene, ha censito nel suo volumetto Esordienti da spennare una quindicina di editori a pagamento (Terredimezzo, pagg. 142, euro 12). Dalle edizioni Il Filo a Libroitaliano, da Alberti a Maremmi-Firenze Libri, da Aletti ad Angelo Parisi, da Antitesi a Il Rovescio, l´autrice ha inviato a ciascuno di questi marchi il suo "fritto misto" Racconti d´America e altre storie, pagine prive di coerenza sul piano dello stile e dei contenuti. L´entusiasmo nell´accoglierlo è stato corale, così come comune è apparsa la richiesta all´esordiente di contribuire alle spese. «L´editore a pagamento», dice Daniele Di Gennaro di Minimum Fax, «non legge, non seleziona e manda in stampa tutto quel che gli arriva. Per questo non è serio annoverarlo nella categoria degli editori. un servizio che ti viene offerto, che non contempla rischio o investimento». Il fatto è che alcuni dei marchi QD - "Quarta Dimensione" per rimanere a Eco - figuravano anche nel catalogo della piccola editoria in mostra a Roma nel dicembre scorso. Come riuscire a farsi largo tra editori più o meno rigorosi? Il primo ad animare una "campagna libri puliti" fu diversi anni fa Marcello Baraghini, outsider dell´editoria non nuovo a battaglie incendiarie: il libro di Miriam Bendia, Editori a perdere (Stampa Alternativa) suscitò un discreto clamore. Oggi il dossier Esordienti da spennare viene accolto dagli interessati nel più totale silenzio. Eppure accade spesso che trappole analoghe a quella tesa da Silvia Ognibene vengano disseminate presso i marchi della Quarta Dimensione. Recente vittima è stato Il Filo, sigla che vanta la presidenza di Alda Merini, autori come Pessoa e Paz, sponsorizzazioni variamente articolate tra Maurizio Costanzo e Manlio Sgalambro. Una spericolata raccolta di trenta poesie, che mescola Califano ed Emily Dickinson, Bukowski e Orietta Berti, Tagore e Giorgio Gaber, è stata selezionata dal Filo nella sezione "Scrittori emergenti" con una proposta di pubblicazione in cambio di milleottocento euro: proposta respinta al mittente (alla beffa il Giornale ha dedicato una pagina). Qualcuno può reagire con veemenza, replicando che anche marchi più nobili hanno l´abitudine di coprire le spese con l´aiuto degli autori. E qui s´apre una zona torbida, il lato oscuro degli editori, che quarant´anni fa non era certo immaginabile. L´editoria più prestigiosa che pubblica in cambio del bonifico. Un analista puntuale come Giuliano Vigini, direttore dell´Editrice Bibliografica e tra i più autorevoli osservatori del mercato librario, non smentisce il fenomeno: « vero: oggi in Italia sono diverse migliaia gli autori che pubblicano a proprie spese presso marchi storici o comunque di gran nome. Una quota equivalente a quelli che si rivolgono ai piccoli publisher a pagamento». Non sovvenzioni di enti pubblici o biblioteche o dipartimenti universitari né finanziamenti di banche o fondazioni: il riferimento è a privati, facoltosi professionisti che aprono il portafoglio per dar lustro al figliolo o a sé medesimo, e l´editore incassa senza battere ciglio. «In quindici anni di attività», interviene Di Gennaro di Minimum Fax, «abbiamo ricevuto molte offerte di danaro: se le avessimo accettate oggi saremmo ricchi, ma la casa editrice sarebbe stata snaturata». la faccia inconfessabile dell´editoria. Nella sua inchiesta su L´autore in cerca di editore per la Bibliografica, Maria Grazia Cocchetti lo definisce "un tabu", vissuto dallo stesso editore come l´altra parte di sé. «Sebbene non ufficialmente, in alcuni casi, molte sigle prestigiose prevedono questo servizio». Doctor Jekyll e Mr Hyde. Non sempre l´autore fai-da-te appartiene al genere abbiente con ambizione letterarie, artefice di romanzi autobiografici, lettere sentimentali, sillogi poetiche per la fidanzata. Alla specie può iscriversi anche lo studioso appassionato del Seicento o il cacciatore di archivi con la mania del documento prezioso: «Sì, va bene, ma chi ti compra?», è l´obiezione più frequente mossa dal coscienzioso editore di qualità. Così - in mancanza dei sempre più esigui fondi pubblici - il rischio viene tamponato dall´acquisto preventivo da parte dell´autore di diverse centinaia di copie: segno anche questo dell´appiattimento dell´industria culturale. Ne risulterà stravolta la fisionomia dell´editore, che da imprenditore pronto a rischiare e scommette sui libri acquista tutt´altro profilo. E ne risulta sfigurato il mercato editoriale, che di frequente annovera esordi narrativi altrimenti inspiegabili. Quarta e Terza Dimensione che si fondono e confondono: questo Eco non poteva certo prevederlo. SIMONETTA FIORI