La Stampa 28 febbraio 2008, 28 febbraio 2008
Il dialetto va bene ma l’italiano è meglio. La Stampa 28 febbraio 2008. Ho letto con interesse l’articolo di A
Il dialetto va bene ma l’italiano è meglio. La Stampa 28 febbraio 2008. Ho letto con interesse l’articolo di A. Mondo sulla protesta, da parte del consigliere G. Sammartano, di origine trapanese, per l’uso della lingua/dialetto piemontese da parte del presidente Vallero in una riunione del «nostro» Consiglio provinciale. Benché piemontese doc, mi sembra accettabile il principio che, nelle riunioni ufficiali, sia necessario esprimersi in una lingua accessibile a tutti, direi l’italiano. Però mi sono anche chiesto: se nel Consiglio della Provincia di Roma si fosse parlato in dialetto romanesco, chi si sarebbe stupito? Esistono dialetti vietati, dialetti consentiti e dialetti imposti. Anche le due principali televisioni pubbliche sono dialettali e provinciali in senso romanesco-centrico: una vera e propria colonizzazione linguistica. E’ vero che si tratta della capitale ma, come parlata, sarebbe meglio il fiorentino, non foss’altro che per la tradizione, o il veneziano, che è armonioso, o il napoletano, che è divertente o, forse, sarebbe meglio tornare a parlare... italiano.