La Stampa 28 febbraio 2008, 28 febbraio 2008
Le 24 settimane che fanno una vita. La Stampa 28 febbraio 2008. Mi sembra che il pronunciamento dell’ordine dei medici metta una parola di chiarezza nella controversa questione dell’interruzione di gravidanza ribadendo con sobrietà ed autorevolezza le regole di comportamento che devono guidare l’azione del medico
Le 24 settimane che fanno una vita. La Stampa 28 febbraio 2008. Mi sembra che il pronunciamento dell’ordine dei medici metta una parola di chiarezza nella controversa questione dell’interruzione di gravidanza ribadendo con sobrietà ed autorevolezza le regole di comportamento che devono guidare l’azione del medico. Chiamarsi fuori dalle regole della comunità scientifica in nome di un credo e non di un pensiero configura a mio avviso una colpa e un vulnus delle regole di convivenza civile. Non credo quindi che oggi sia lecito disconoscere recenti ricerche che hanno stabilito con esattezza quali siano gli eventi che segnano in maniera inequivocabile il passaggio del prodotto del concepimento dalla condizione di «progetto di vita» a realtà capace di vita autonoma. In un articolo del 2005 Ueli Schibler e Steven A. Brown, ricercatori presso il dipartimento di Biologia molecolare dell’Università di Ginevra, dimostrano che esattamente intorno alla 24ª settimana giunge a completamento una via nervosa che ci era ancora sconosciuta. Questa mette in contatto diretto un nucleo cerebrale detto «nucleo soprachiasmatico» con la parte corticale della ghiandola surrenale. Il nucleo soprachiasmatico è una struttura direttamente collegata alla retina attraverso il primo tratto del nervo ottico e alla corteccia surrenale attraverso il nervo splancnico, che può essere considerata un vero e proprio «interruttore della vita» poiché, quando alla nascita la luce stimola la retina, dal nucleo parte un impulso nervoso che accende l’attività della corteccia surrenale, dalla cui attività dipende l’inizio del funzionamento delle principali attività umane e la sincronizzazione dei ritmi circadiani. Possiamo perciò affermare che prima del completamento di questo circuito, appunto databile alla 24ª settimana, qualsiasi rianimazione è destinata al fallimento, non esistendo nessuna possibilità di vita autonoma del feto.