Margherita De Bac, Corriere della Sera 1/3/2008, 1 marzo 2008
ROMA – Le linee guida sulla fecondazione artificiale, modificate dal ministro Livia Turco, probabilmente non diventeranno decreto almeno fino al prossimo governo
ROMA – Le linee guida sulla fecondazione artificiale, modificate dal ministro Livia Turco, probabilmente non diventeranno decreto almeno fino al prossimo governo. Troppo «pericolose» sul piano politico: aprirebbero alla diagnosi preimpianto, l’esame che serve a vedere se un embrione è sano o ha malattie genetiche e, eventualmente, a scartarlo prima di avviarlo verso lo sviluppo. Tema eticamente sensibile, sorgente di polemiche infinite. Sembra invece destinata all’accettazione serena la tecnica pre-concepimento messa a punto dal biologo molecolare Francesco Fiorentino e dall’andrologo Ermanno Greco. Una via per scavalcare i divieti imposti dalla legge 40. Anziché l’embrione, intoccabile fin dalle primissime fasi secondo i cattolici, si va ad analizzare il globulo polare, vale a dire il corpuscolo espulso durante la maturazione dall’ovocita (il gamete femminile) prima di essere fecondato dallo spermatozoo. Un metodo al riparo da ogni attacco di tipo morale. L’ovocita è una cellula, nulla vieta di manipolarlo e distruggerlo. Grazie a questo sistema una donna con una malattia rara, la Charcot Marie Tooth, difetto del sistema nervoso, avrà un figlio sano. La gravidanza è in corso ma l’esame dei villi coriali ha già escluso la presenza di alterazioni genetiche nel feto. Per i due medici romani, la diagnosi preconcepimento si può applicare al 95% delle patologie per la quale viene richiesta (e in Italia negata, tanto che molte coppie si rivolgono all’estero) la diagnosi dell’embrione. Vengono intercettate tutte le malattie trasmissibili per via materna (recessive e legate al cromosoma X): fra le più comuni distrofia di Duchenne, emofilia e talassemia. Restano escluse le malattie dominanti (cioè per la cui trasmissione è sufficiente un cromosoma difettoso di uno solo dei partner), ereditabili dal padre. Una bella notizia nella giornata europea per le malattie rare che tra l’altro ha visto l’apertura di un numero verde di informazioni da parte dell’Istituto superiore di sanità: 800896949. La novità però non spegne le polemiche sulla legge 40. L’associazione Madre Provetta pretende la modifica delle linee guida: «Dalle tecniche di fecondazione restano comunque escluse le coppie fertili ma portatrici di gravi malattie genetiche. La diagnosi pre concepimento ha bisogno di verifiche. Resta il problema sulla norma che obbliga ad impiantare tutti e 3 gli embrioni ottenuti dalla fecondazione in provetta, che espone al rischio di nascite plurigemellari». Per l’associazione Luca Coscioni «il test è importante, ma non risolutivo. La scoperta potrebbe restituire la speranza a tante coppie. Non vorremmo però che anche in questo caso qualcuno si alzi a dire che è eugenetica ». Positivo il giudizio di Domenico Di Virgilio, Fi: «Si possono ottenere risultati senza violare i principi etici universali». M.D.B. Biologo Francesco Fiorentino