Varie, 29 febbraio 2008
FERRARI
FERRARI Agostino Milano 9 novembre 1939. Pittore. «Il rapporto fra scrittura e arti visive è di lunga data: basti pensare all’antica tradizione del carme figurato o del calligramma, generi coltivati nel cuore della visionarietà barocca, là dove il testo si muta in immagine. Nel ”900 questa liaison apre diverse vie di ricerca, dalle parolibere futuriste che danzano sulla pagina a un ricco settore dell’Astrattismo, capace di dar vita a nuovi, immaginari alfabeti, leggibili come puri segni. su quest’ultimo territorio che si muove Agostino Ferrari (1939) da quando, nel 1962, fu tra i componenti del gruppo del Cenobio, un sodalizio di breve durata che prese il nome dalla galleria milanese che ne proponeva le opere. Per lui come per altri artisti italiani, ad esempio Carla Accardi, l’ordine e il ritmo costante della ”scrittura” sono forse antidoti contro il romantico caos dell’Informale naturalista ed espressionista, magari sintonizzato sulle frequenze di New York. Ferrari, però, capisce che anche negli Usa le cose stanno cambiando e che le vere novità arrivano dalla Pop art. Sebbene avesse poco da spartire con Warhol o Lichtenstein, il pittore milanese non avrebbe dimenticato il loro utilizzo ”freddo” e ironico di marchi e parole. [...]» (Franco Fanelli, ”Corriere della Sera” 3/11/2007).