Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 24 Domenica calendario

Tatangelo canto i gay. Il Giornale 24 febbraio 2008. Anna Tatangelo, lei è la superfavorita più giovane della storia del Festival

Tatangelo canto i gay. Il Giornale 24 febbraio 2008. Anna Tatangelo, lei è la superfavorita più giovane della storia del Festival. «In effetti sono emozionata. D’altronde ho appena compiuto ventun anni ma è la quinta volta che vengo qui». Gigliola Cinquetti vinse a sedici anni, Caterina Caselli a venti ma pochi se lo aspettavano. Invece stavolta pure i bookmaker la danno per certa (anche se Mietta si avvicina). «Bisogna pur stare al gioco. Però sono scaramantica. Tutta questa attesa mi fa toccar ferro. E poi ho i miei piccoli riti». Spieghi, forza. «Prima di entrare in scena mi farò un bel segno della croce. E in tasca porterò una piccola foto di Padre Pio, lui è il mio vero protettore». Ma diciamola tutta, Anna Tatangelo non ha molto bisogno di aiuti. una forza della natura che tra l’altro con lei ha alzato la media: oltre a una bella voce, le ha regalato le phisique du rôle (o, per lo meno, le phisique e basta) e per forza lei arriva al Festival che più favorita non si può. Le giurie non si sa, ma il televoto sarà dalla sua parte se non altro perché è riconoscibile, è melodica e il suo brano va a toccare (meno banalmente di quel che sembra) un argomento delicato: l’omosessualità. E poi gliel’ha scritto Gigi D’Alessio e chissà se conta di più che sia il suo compagno o che sia uno dei cantanti italiani più amati. «Lui mi dice sempre: ammazza, hai fatto più Festival tu di me». Anche a Gigi D’Alessio, cara Tatangelo, è capitato di arrivare papa all’Ariston e poi di uscirne cardinale. «Lo so che dirlo fa ridere, ma a me importa poco della vittoria. Se ci sarà, ben venga. Però è anche vero che Vasco arrivò ultimo ma poi fece un successo clamoroso. Ma l’importante è cantare bene davanti a milioni di persone che ti guardano». E che commenteranno il testo de Il mio amico: «Se ami un altro come te/l’amore non ha sesso/il brivido è lo stesso». Per di più si parla anche della discriminazione nei confronti degli omosessuali. Il suo amico come l’ha presa? «Claudio è davvero uno dei miei migliori amici. Ed è entusiasta, mi ha detto di star serena». Il sindaco di Sora, la vostra città, lo è invece molto meno. Ha detto: «Con quel brano Gigi D’Alessio ha dato una immagine distorta della nostra gente». «Sappiamo tutti che nelle città di provincia la discriminazione è più radicata. Dovunque. Ma la nostra canzone non è un attacco a Sora, che tra l’altro io ho sempre portato in palmo di mano. Credo che il sindaco abbia voluto solo farsi pubblicità alle nostre spalle». Un po’ di polemica non guasta. «Ma se è fuori luogo, dispiace molto». Con chi duetterà venerdì sera? «Con Michael Bolton». Un gigante di voce e di statura. «Due anni fa ho acquistato un suo disco e sono rimasta senza parole. Ha un’estensione vocale impressionante». Ma a lei interessa solo cantare? «E cantare bene». Nient’altro? Magari tv, cinema o teatro? «Michele Guardì mi chiese di recitare nel suo Promessi sposi a teatro nel ruolo di Lucia. Ma ho detto no. E ho fatto così anche per altro». Per esempio? «Ho rifiutato un ruolo nella fiction Carabinieri». Magari avrebbe potuto prendere della Marcuzzi o della Arcuri. «Ma non è questo che mi interessa. Il mio ruolo è di cantare, solo così mi sento bene. E, se proprio devo dirlo, sono già in tensione per l’esordio del tour di supporto al mio cd Mai dire mai ad Agrigento il 25 marzo. Quelli sì sono i momenti difficili da superare e che mi esaltano. Perciò ho detto di no anche alle proposte che mi sono arrivate da produttori di cinema. Non fa per me». Mai dire mai. «Qualche volta sì. Io sono nata per la musica e qui rimango». Paolo Giordano