Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 23 Sabato calendario

IL PRESIDENTE

Avvenire 23 febbraio 2008.
La sindrome del cane dell’ortolano
Il cane dell’ortolano (perro del hortelano), secondo un antico detto popolare, è quello che non mangia e non lascia mangiare gli altri. Il titolo di uno dei più classici drammi di Lope De Vega è stato scelto dal presidente Álan García per un articolo che ha provocato critiche e apprezzamenti. Secondo García, molti peruviani sono malati della sindrome del cane dell’ortolano: non permettono al Paese di decollare economicamente. Il Perù deve rendere produttivo quello che ha, in particolare le ricchezze naturali, minerarie e forestali (il 70% della superficie peruviana è amazzonica). Le sue implicite accuse sembrano riguardare gli ambientalisti e le comunità contadine, che spesso si oppongono ai progetti minerari o di idrocarburi. Ma al di là delle posizioni più radicali, le organizzazioni non governative e buona parte degli analisti ricordano a García che nessuno dice no agli investimenti (nazionali o internazionali), purché l’obiettivo sia uno sviluppo sostenibile, e non solo la crescita di un Pil che non beneficia tutti.