Avvenire 23 febbraio 2008, Michela Coricelli, 23 febbraio 2008
La teoria del gocciolamento non ha funzionato. Avvenire 23 febbraio 2008. «Guardando le variabili macroeconomiche, il Perù mostra un’accelerata velocità, soprattutto grazie alla domanda interna
La teoria del gocciolamento non ha funzionato. Avvenire 23 febbraio 2008. «Guardando le variabili macroeconomiche, il Perù mostra un’accelerata velocità, soprattutto grazie alla domanda interna. Ma il discorso cambia con le variabili socioeconomiche: in quest’ambito c’è ancora lentezza. Se parliamo di incremento della spesa sociale per migliorare le condizioni dei più poveri, i risultati non sono ancora visibili’. Per l’economista Enrique Vásquez, professore dell’Università del Pacifico del Perù, dedicato da anni allo studio della povertà, il Perù si muove a due velocità. Perché due ritmi così differenti? Il problema è che la spesa sociale ha ancora dei livelli di efficienza ed equità piuttosto bassi. L’educazione, la sanità, i programmi sociali non sono ancora generatori di opportunità affinché anche i poveri possano risentire della crescita. Per anni in Perù si è parlato della famosa teoria del trickle-down, del gocciolamento: gli effetti della crescita sarebbero dovuti arrivare anche alle classi più deboli. Un’ipotesi del tutto fallita? Esistono due Perù, uno urbano e uno rurale. Nei nuclei urbani si concentra il 72% della popolazione. Direi che qui c’è già qualche indizio evidente di gocciola- mento, anche se non in tutte le città. Ma il problema riguarda le zone più rurali, come Ayacucho, Puno, e le regioni della selva. Lì non è arrivato quasi niente. In Perù il 45% della popolazione è povera. Statistiche e medie poco significative, considerando le enormi differenze interne. Servono ricette diverse? Sì. Il Perù ha tante facce differenti, ognuna con i suoi problemi. Penso che il primo problema che il paese dovrebbe risolvere è quello della povertà estrema. Una volta migliorato il capitale umano, dovrebbe dedicarsi al problema della povertà in generale, soprattutto nelle aree rurali. Il governo ha lanciato numerosi programmi sociali: contro la denutrizione, contro l’estrema povertà, per aiutare le famiglie più bisognose. Ma c’è una certa confusione di sigle, di iniziative. Cosa ne pensa? Il Perù dovrebbe essere avviato verso un progetto di riforme sociali che furono iniziate un anno fa. Purtroppo hanno perso vitalità. Ci sono vari ostacoli, non si capisce chi, come e perché fanno una determinata cosa. C’è una burocratizzazione eccessiva. Ogni istituzione fa quello che vuole, anche se questo significa sovrapposizione di interventi. Michela Coricelli