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 2008  febbraio 23 Sabato calendario

Non ci sono due Paesi Lo sviluppo trainerà tutti. Avvenire 23 febbraio 2008. In Perù due Paesi distinti? «Io non ci cre­do

Non ci sono due Paesi Lo sviluppo trainerà tutti. Avvenire 23 febbraio 2008. In Perù due Paesi distinti? «Io non ci cre­do. E non credo che vi sia un modello economico cattivo». Il sociologo Ricar­do Vergara Belaunde, esperto di sviluppo e povertà, non condivide la teoria di chi ve­de il paese progredire a due velocità trop­po distanti. Come spiega, allora, che nonostante una crescita continua del Pil, il tasso di povertà sia ancora così alto? La lotta contro la povertà non può dare risultati a bre­ve termine, in nessun pae­se del mondo. Le zone po­vere, estremamente pove­re, richiedono lunghi pro­cessi di ristrutturazione produttiva. Due o tre anni di buone performance e­conomiche non possono dare risultati spettacolari nel campo della povertà. Secondo lei il paese non è spaccato in due? Non ha bisogno di due diverse ricette eco­nomiche? La crescita, l’aumento dell’occupazione, hanno effetti positivi su tutti: sulla città, ma anche sulle regioni agricole. La cresci­ta sta coinvolgendo poco a poco tutti: cer­to, in proporzioni differenti, in base alle opportunità di ciascuno. Se si mantenes­se questa velocità per altri cinque o dieci anni, potremmo avere dei risultati buoni per tutti. E’ indubbio che lo sviluppo pas- sa sempre per le zone urbane, le zone più produttive. L’emigrazione dei contadini della sierra verso le città è altissima. Un fenomeno che continuerà? Inevitabilmente l’emigrazione aumenterà. Non esiste al mondo un paese contadino economicamente sviluppato. Cose del ge­nere, in Perù, non si dicono facilmente: c’è ancora un tabù. Qui dicono ancora che i poveri sono tali perché lo Stato li ha abbandonati. Ma in alcune regioni il vuo­to è evidente... Sì, ci sono zone abbando­nate. Ma lo Stato non ha la capacità di offrire servizi a tutti i centri popolati del Perù: numericamente sono il doppio della Francia, ma hanno meno della metà della popolazione. Il governo ha lanciato vari programmi sociali: come li valuta? In tre anni, l’impatto non sarà rilevante. La cosa più importante è che l’economia con­tinui a camminare, che la domanda conti­nui a crescere. Solo questo produrrà varia­zioni significative sulla povertà. Quello che sta facendo in parte l’esecutivo è necessa­rio: aiutare le famiglie affinché domani i fi­gli possano entrare nel mercato del lavoro, aiutarle a combattere la denutrizione, a mi­gliorare la scolarizzazione. Ma a breve ter­mine non si noterà. La crescita economi­ca, invece, si farà sentire. Michela Coricelli Il sociologo Vergara Belaunde: la lotta contro la povertà non può dare risultati a breve termine, in nessun Paese del mondo Michela Coricelli