Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 26 Martedì calendario

Olimpiadi, cose di famiglia. Avvenire 26 febbraio 2008. « fatta». Due parole per descri­vere uno stato d’euforia, scritte sul cellulare e inviate a mam­ma Barbara distante migliaia di chilometri da Pechino

Olimpiadi, cose di famiglia. Avvenire 26 febbraio 2008. « fatta». Due parole per descri­vere uno stato d’euforia, scritte sul cellulare e inviate a mam­ma Barbara distante migliaia di chilometri da Pechino. Basta un messaggino a Maria Marconi per comunicare che la missione è compiuta e che anche lei ha centrato l’o­biettivo Olimpiadi. «Prima con 329.70 pun­ti », scrive la giovane tuffatrice azzurra, un punteggio che le permette di vincere la gara di recupero del trampolino da 3 metri della Coppa del Mondo e, cosa più importante, la qualificazione ai prossimi Giochi in Cina. Ma la notizia vera è un’altra: con il pass ot­tenuto da Maria, i Marconi che si tufferan­no dai trampolini cinesi saranno tre. La più piccola della famiglia, infatti, va ad aggiun­gersi ai già qualificati Nicola e Tommaso (an­che loro dai 3 metri). «Sono contenta per lo­ro - racconta mamma Barbara all’interno della merceria che ge­stisce da una vita a Ro­ma - . La gara di Maria l’ho seguita passo pas­so perchè Domenico (Rinaldi, allenatore del­la tuffatrice e dei suoi fratelli) mi telefonava a ogni tuffo. Però, è stata una sofferenza perchè io sono molto scara­mantica e preferisco sapere il risultato solo alla fine. Stavolta, invece, l’ho seguita strada facendo tramite il cellulare e alla fine mi è ar­rivato l’sms di mia figlia». Un messaggio ca­rico di entusiasmo. «Maria è fatta così - am­mette - è un pò matta. Due giorni fa ci era­vamo sentite e mi aveva detto di voler smet­tere. Mi aveva confidato di non sentirsi si­cura... ». Invece è arrivato un risultato che ripaga la giovane atleta di tanti sacrifici. «Quando si pratica sport ad alti li­velli - ammette mam­ma Barbara - è così, si passa di continuo dalle stelle alle stalle. Fortu­natamente è andata bene anche perchè Ma­ria ci teneva tantissimo ad andare all’Olimpia­de. Sembrava che se a­vesse fallito la qualifi­cazione sarebbe cascato il mondo». La tuffatrice, viceversa, è riuscita a comple­tare un tris storico per i colori azzurri e che ripaga la famiglia Marconi di tanti sacrifici. « vero, ho faticato molto per seguirli e ac­compagnarli ovunque. Ma la cosa fonda­mentale per uno sportivo di livello, non di­co un campione, è proprio la famiglia. Deve essere disposta a seguire in tutto e per tutto il ragazzo, solo successivamente vengono al­lenatore e talento. I miei ragazzi mi dicono che sono stata una mamma molto severa ­continua sorridendo - , che li ho fatti neri. Ma senza le regole e la disciplina non sarebbe­ro dove sono ora». Già, tutti e tre alle Olimpiadi. Un’impresa che riporta alla mente una genia sportiva quasi leggendaria, quella degli Abbagnale che nel 1988 a Seul, tra Carmine e Giuseppe, con il loro ”due con”, e Agostino, imbarcato nel ”quattro di coppia”, conquistarono due me­daglie d’oro. Eppure, in famiglia non c’è trac­cia di forti tradizioni sportive. Papà Marco­ni è architetto, la mamma biologa. stato Ni­cola a provare con i tuffi, poi gli altri due l’hanno seguito. E non hanno ancora smes­so. Lo faranno anche a Pechino, dove però mamma Barbara non andrà: «L’importan­te è che ci vadano loro, a me va bene così». E poi, basterà un messaggino per sentirli vicini. Maria dopo Nicola e Tommaso: ai prossimi Giochi inseguiranno una medaglia nei tuffi Una ”tripletta” vista solo a Seul 1988 con i celebri assi del canottaggio Paolo Delfino