Libero 26 febbraio 2008, Roberto Manzocco, 26 febbraio 2008
La continua voglia sessuale. Libero 26 febbraio 2008. Uno degli episodi di Grey’s Anatomy (uno dei più noti telefilm americani di genere medico, molto seguito anche in Italia) ruota attorno alla cosiddetta "sindrome da eccitazione sessuale permanente", una misteriosa condizione patologica (che colpisce solo le donne) per cui coloro che ne sono affette provano - indipendentemente dal momento, dal luogo e dalla situazione - un senso di eccitamento praticamente costante nell’area genitale, una specie di priapismo in versione femminile
La continua voglia sessuale. Libero 26 febbraio 2008. Uno degli episodi di Grey’s Anatomy (uno dei più noti telefilm americani di genere medico, molto seguito anche in Italia) ruota attorno alla cosiddetta "sindrome da eccitazione sessuale permanente", una misteriosa condizione patologica (che colpisce solo le donne) per cui coloro che ne sono affette provano - indipendentemente dal momento, dal luogo e dalla situazione - un senso di eccitamento praticamente costante nell’area genitale, una specie di priapismo in versione femminile. Grey’s Anatomy è un’interessante serie tv che appartiene al fertile filone dei telefilm americani ambientati nelle corsie degli ospedali (un po’ come "E.R medici in prima linea" e l’ormai notissimo "Dr. House"); la serie racconta le vicende professionali e sentimentali di una giovane tirocinante di chirurgia presso il Seattle Grace Hospital - un ospedale immaginario -, Meredith Grey appunto. Aldilà degli intrecci Grey’s Anatomy è stata criticata - soprattutto dalla comunità medica - assieme a tutte le altre serie citate, in quanto fornirebbe un ritratto impreciso della vita quotidiana negli ospedali e conterrebbe errori medicoscientifici piuttosto grossolani relativamente al modo di presentare le situazioni cliniche di cui tratta. Per quanto riguarda però la sindrome da eccitazione sessuale permanente, tale patologia non è il prodotto della fantasia degli autori e degli sceneggiatori di questo telefilm, ma esiste realmente, colpisce migliaia di donne e - contrariamente a quanto possa pensare chi non vi ha mai avuto a che fare direttamente - non è per niente piacevole, tanto che le dirette interessate la definiscono spesso una "prigione" o un "incubo" (e a Grey’s Anatomy va quindi riconosciuto il merito di parlarne in modo esplicito - in Italia l’episodio di cui sopra non è comunque ancora andato in onda). Scoperta per la prima volta sei anni fa, la sindrome da eccitazione sessuale permanente non ha ricevuto da allora un’at tenzione adeguata da parte della comunità medica, tanto che, secondo a uno dei pochi ricercatori che la stanno studiando, Irwin Goldstein (dell’Università della California a San Diego), non è chiaro nemmeno quanto tale condizione sia diffusa. Sfidando l’ovvio imbarazzo quattro pazienti affette da questa sindrome hanno accettato recentemente di rendere pubblica - tramite un’intervista concessa al network americano ABC - la propria esperienza. «Purtroppo l’attività sessuale non è di alcun aiuto - dice una delle donne - raggiungere l’orgasmo non allevia questa sensazione, anzi, a volte la rende addirittura più intensa. Per me è solo un’irritante tortura». Heather Dearmon, Nancy Austin e le altre due donne (rimaste anonime) hanno cercato per anni una risposta a questo problema, consultando ginecologi, psicologi e psichiatri, senza però ottenere alcun aiuto, e anzi finendo a volte per essere trattate con una fastidiosa condiscendenza (ad esempio la Dearmon si è vista consigliare da un medico di cercarsi un passatempo, mentre un altro specialista le ha suggerito di diventare lesbica). Anche Goldstein ha dovuto scontrarsi con un atteggiamento del genere: «Ogni volta che tengo una lezione o una conferenza su questo tema c’è sempre qualcuno del pubblico che fa commenti come "vorrei che anche mia moglie fosse così"». La natura della sindrome in questione non è ancora ben nota; essa non ha comunque alcuna relazione con la ninfomania (cioè quella condizione psichiatrica per cui una donna si sente spinta in modo compulsivo a cercare ed avere rapporti sessuali con un grandissimo numero di uomini, un disturbo che vede il suo equivalente maschile nel cosiddetto "dongiovannismo"). I sintomi della sindrome da eccitazione sessuale permanente possono essere piuttosto debilitanti (ad esempio impediscono la concentrazione) e possono essere scatenati o aggravati addirittura dalle vibrazioni prodotte da un treno in marcia, da un’automobile o da un cellulare. Stando agli studiosi che se ne sono occupati essa potrebbe essere dovuta a un’anomalia (ancora da chiarire) nei nervi periferici che convogliano le sensazioni sessuali verso il cervello; i dati finora raccolti indicano che questa condizio- ne colpisce soprattutto quarantenni, e cinquantenni che hanno già superato la menopausa; vi sono però anche diversi casi di donne trentenni o di pazienti che hanno contratto questo disturbo dopo essersi sottoposte a trattamenti ormonali (anche se pare che questa sindrome non sia legata a presunti squilibri del sistema endocrino). noto inoltre che alcuni farmaci (come il trazodone, un antidepressivo) possono causare tale condizione, sebbene in questo caso sospenderne l’assunzione può risolvere il problema. A volte il fenomeno è dovuto a una malformazione delle strutture vascolari (vene e arterie) dirette al clitoride, una situazione risolvibile tramite la chirurgia. In molti dei casi esaminati dagli specialisti tuttavia tale patologia è insorta senza una causa apparente, e gli unici trattamenti che finora hanno dimostrato di riuscire - pur con grossi limiti - a offrire qualche sollievo sono costituiti da alcuni antidepressivi, da farmaci antiandrogenici (cioè che inibiscono la produzione di ormoni maschili) e da gel anestetizzanti. Roberto Manzocco