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 2008  febbraio 25 Lunedì calendario

Le nuove vie del riciclo globale. Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008. La Campania è sepolta dalla spazzatura e Napoli è solo l’avamposto di un problema globale: la spazzatura ci metterà presto tutti in ginocchio

Le nuove vie del riciclo globale. Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008. La Campania è sepolta dalla spazzatura e Napoli è solo l’avamposto di un problema globale: la spazzatura ci metterà presto tutti in ginocchio. Le discariche non sono la soluzione del problema (ci arriva anche un bambino) e non ne usciremo con gli inceneritori, che ci fanno pagare un prezzo ambientale pesante. Come ne usciamo allora? La parola d’ordine è riciclo. Tagliamo il problema con l’accetta, in estrema sintesi parliamo di questo: materia organica, imballaggi, elettronica, abbigliamento e oggetti dismessi. Facciamo fuori subito l’elettronica, l’abbigliamento e gli oggetti dismessi. Vi ricordate come facevano i nostri genitori? Sono cresciuto con la mamma che lavava, stirava e piegava con cura gli abiti dismessi ed accumulava di tutto nel ripostiglio, dalla vecchia radio agli abat jour. Poi - al cambio di stagione - li dava alla parrocchia. Bene, iniziamo da qui: l’elettronica, l’abbigliamento e gli oggetti dismessi mandiamoli (rimessi a nuovo, però) nei Paesi in via di sviluppo. E a chi sta storcendo il naso vorrei ricordare che sono decenni che scarichiamo immondizia a valanga in questi Paesi, che erano il nostro residuo polmone verde ed ora stanno diventando la cloaca a cielo aperto del pianeta.  solo una soluzione cerotto perché in Giappone hanno già realizzato il prototipo di una macchina che risolverà il problema (nel tempo, però: ci vorranno circa 30 anni). Ci butteremo dentro a fine giornata gli abiti che abbiamo indossato e la macchina li disgregherà, riportandola alle materie prime. Poi, il giorno dopo, comporremo un algoritmo e la macchina ci confezionerà gli abiti del giorno, come li vorremo noi. Stessa cosa per gli oggetti, quando ci saremo stancati. Bene, ci restano gli imballaggi e la materia organica. Non è roba da poco, gli imballaggi da soli fanno il 40% del totale. Dismettiamoli, allora: che sarà mai? Faremo regali senza confezione o torneremo ai vuoti a rendere, anzi da riempire nuovamente. Oppure imponiamo che siano biodegradabili: scientificamente è un problema semplice, costeranno un po’ di più ma ne vale la pena. Per la materia organica, la parola magica è dissociazione molecolare. La tecnica è un po’ complessa, ma la tirerò in breve: è un processo chimico che libera l’energia racchiusa fra le molecole mediante combustione. Et voilà, in 24 ore i rifiuti organici si trasformano in gas e vapore acqueo. Ed ecco alcune belle notizie. I gas generano SynGas che ci regala energia pulita: termica se lo impieghiamo in una caldaia, combustibile per motori a scoppio e turbine a gas, e persino idrogeno per l’energia elettrica. un processo a emissioni zero, non forma diossine e ossidi, le ceneri residue sono solo il 3% e sono facilmente smaltibili. L’impianto di una media cittadina produce circa 120 GWh termici, si ammortizza in circa cinque anni e costa solo 30 milioni di euro. E allora, direte voi, perché non in Italia non ci sono? Mistero. Forse perché è una tecnica nuova? L’hanno inventata i tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Forse perché è difficile ritagliarsi guadagni impropri? Può essere. Però niente paura, il futuro sta arrivando, anche da noi. Il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania ha autorizzato la sperimentazione nel Sannio. Alleluia. Vito Di Bari